E adesso, che fare per i cinquemila precari pugliesi della sanità?
“Le forti perplessità che nutriamo sulla legge di stabilizzazione sono note. Quello che vogliamo, invece, sottoporre all’attenzione del centrosinistra oggi riguarda un profilo di equità e pari dignità dei lavoratori. Se i dipendenti regionali avranno la possibilità di passare a tempo indeterminato – cosa altrettanto dubbia, visto che la legge è incostituzionale – perché ci si vuole dimenticare dei lavoratori del servizio sanitario regionale? È una discriminazione insopportabile”. Lo ha detto il Presidente del Gruppo regionale di Forza Italia, Ignazio Zullo, tornando sul tema caldissimo della stabilizzazione di 400 precari nell’ente regionale.
“Il precariato nella sanità – aggiunge – prodotto da questa Giunta regionale nei suoi due mandati, meriterebbe, a rigor di logica, la stessa attenzione. Protestano, per esempio, i lavoratori a tempo determinato dell’Asl di Brindisi che si occupano del Data Entry Flussi Informativi e che sono precari da ben 12 anni! Si sentono, giustamente, discriminati soprattutto dopo l’approvazione della legge di stabilizzazione. Allora, la maggioranza faccia un gesto di coerenza e presenti una legge chiara con cui si stabilizzano anche i precari della sanità.
“Non lo possiamo fare noi – conclude Zullo – perché siamo persone serie e responsabili e non presentiamo disegni di legge palesemente incostituzionali”. Insomma, in piedi ci sono anche le procedure concorsuali e riserve di posti nelle Aziende Sanitarie Locali della Puglia. I’indirizzo regionale fornito dal servizio PAOS non risulta più in linea con le disposizioni emanate con la legge regionale 45/2013 e l’incertezza di disposizioni non permette, allo stato, un indirizzo applicativo conforme alle norme vigenti nazionali e regionali in materia di riserva di posti da garantire ai lavoratori precari della sanità;
Il onsigliere regionale Filippo Caracciolo (PD) in una interrogazione ha chiesto che si chiarisca il quadro normativo di riferimento che vede concorrere la legge 125/2013, l’emanando DPCM per il S.S.N., il d.lgs 165/2001, la legge regionale n. 45/2013 e la nota della Regione Puglia prot. A00151/11GIU2014/0006359 perché ad oggi le ASL pugliesi non hanno un indirizzo chiaro di applicazione della riserva di legge da applicare nelle procedure concorsuali per i lavoratori precari della sanità”.
Caracciolo ha presentato l’interrogazione in quanto l’indirizzo fornito dai tecnici dell’assessorato alle Politiche della Salute penalizza fortemente i lavoratori precari della sanità pugliese potendo, invece, ipotizzare che nel rispetto del principio dell’adeguato accesso dall’esterno e dei vincoli di contenimento della spesa di personale, e previo esperimento delle procedure di mobilità, la riserva dei posti è da prevedere al personale precario in servizio presso la ASL che bandisce il concorso che alla data del 30 ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio, anche non continuativo, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, anche presso enti dell’ambito regionale pugliese diverso da quello che indice la procedura concorsuale medesima.
“L’azione del governo regionale – conclude Filippo Caracciolo – ha sempre posto la salvaguardia dei lavoratori tra le sue priorità e questo deve avvenire a maggior ragione in un campo sensibile come quello della sanità. Ed ora ci viole un bel coraggio a confidare nell’impegno dell’assessore pugliese al Lvoro Pentassuglia a tutela anche dei lavoratori precari della sanità pugliese.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 15 Novembre 2014