Cultura e Spettacoli

E basta con quel cellulare!…

Non era il caso di impegnare l’Arena. Ma forse Brignano, che puntava anche sul sabato e sulla concomitanza con l’evento fieristico, confidava in una risposta più calda della platea barese. Quale senso di vuoto invece quei cinquemila spettatori sparpagliati tra prato e gradinate, quando miglior risultato si sarebbe ottenuto raccogliendo quella massa all’interno di una sola curva. Il cabaret non è il rock. Anche se ‘Tutto suo padre’ è show variegato che prevede momenti coreutici e  proiezioni a effetto psichedelico, la sua natura resta quella di recital di colore intimistico. Insomma, il cabaret suggerisce una vicinanza fisica che uno stadio solo entro certi limiti può consentire. Pazienza allora un uomo ridotto a un puntino sperduto nella vastità di un palco da rock star e che schermi di limitata metratura non ingrandivano a sufficienza. Ciò detto, veniamo allo spettacolo. ‘Tutto suo padre’ vede in campo un Enrico Brignano pressoché inesauribile, in scena per quasi tre ore. Un lasso di tempo enorme considerando la brevità della curva d’attenzione dello spettatore di oggi. Tenere in pugno il pubblico per centocinquanta minuti vuol dire solo due cose : ‘Tutto suo padre’ è costruito bene e Brignano sa come prendere il pubblico, che non aggredisce mai, cui invece sussurra le cose, senza alzare i toni per giocare al tribuno come al contrario fanno tanti altri suoi colleghi allora che il copione prevede frecciate alle Istituzioni. Senza arringare, Enrico se la piglia bonariamente col Governo e poi col Padreterno, con le donne, il matrimonio… I ricordi d’infanzia rappresentano l’apice dello spettacolo per il mix felicissimo d’ironia e nostalgia (struggenti i ricordi del padre e del nonno e della Tunisi di cui la famiglia era originaria). Altro tema ricorrente, il sesso. Il Nostro ci scherza sopra a lungo, avendo cura con perifrasi e allusioni di mantenersi sul ‘moralmente corretto’ (ma quella lunga digressione sugli articoli da sex shop avrebbe potuto risparmiarsela). Nell’insieme uno spettacolo gradevole, ricco di trovate (buona la regia), suggestivo sia sul piano scenografico che del disegno luci e che ha visto l’eroe della serata misurarsi pure col canto. Resta da dire, infine, degli orchestrali e del corpo di ballo. I primi non li ha visti nessuno, nascosti com’erano dentro buche, salvo venire allo scoperto travestiti ora da galeotti ora da poliziotti per le azioni sceniche previste dal copione. E le ballerine? Uno spettatore armato di binocolo seduto accanto a noi ci ha assicurato essere quelle dieci ragazze “belle, brave, e ben costumate”. Lussi da prima fila. Solo però per chi sappia approfittare di certe opportunità. Grignano se l’è presa di brutto con una spettatrice che durante lo spettacolo smanettava impunemente col cellulare.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 18 Settembre 2012

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