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E’ caccia a scoprirei nomi degli altri indagati

 
 
E’ una vera caccia a scoprire i nomi degli altri indagati quella scoppiata a Modugno, dopo che due giorni fa si è diffusa la notizia che l’elenco degli indagati sarebbe più lungo di quello già noto, in cui figurano ben 11 nomi tra politici e tecnici locali. In città il clima politico è molto pesante e tra i cittadini le ipotesi sugli altri probabili personaggi coinvolti nell’inchiesta giudiziaria, avviata dalla Procura di Bari nel 2010, su presunte mazzette pagate ad amministratori e funzionari comunali in cambio di concessioni urbanistiche. L’inchiesta riguarderebbe fatti avvenuti nella cittadina alle porte di Bari nel periodo tra il 2003 ed il 2010, quando a guidare l’Amministrazione comunale era Pino Rana. Ma tra i nomi degli indagati figurano anche l’attuale neo sindaco di Modugno, Mimmo Gatti del Pd, ed il suo contendente alla poltrona di sindaco nel ballottaggio a fine maggio scorso, Giuseppe Vasile del Mep (Moderati e popolari), che a palazzo Santa Croce è ora capo dell’opposizione. Secondo le ultime notizie, trapelate dalle fonti investigative, nelle indagini in corso non sarebbero coinvolti solo politici e tecnici, ma vi sarebbero anche i nomi di imprenditori locali, che in questi anni avrebbero beneficiato a piene mani del sistema di gestione dell’Urbanistica a Modugno. Un sistema finito sotto la lente della Procura e che a breve potrebbe riservare altri clamorosi sviluppi, non solo giudiziari, ma anche amministrativi. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, il consiglio comunale della cittadina alle porte di Bari, rinnovato appena cinque mesi fa, potrebbe essere sciolto con decreto del Ministero degli Interni, per sospette infiltrazioni di carattere mafioso. L’iter per lo scioglimento coatto dell’Assemblea cittadina modugnese potrebbe essere stato avviato già da qualche mese dalla Prefettura di Bari, anche se finora non ci sono ancora notizie certe sulla decisione ministeriale, che potrebbe aver subito un rallentamento a causa della crisi di Governo e che potrebbe, però, a breve sfociare con un decreto ministeriale di scioglimento del consiglio comunale e, quindi, con la nomina di un commissario. E’ noto, infatti, che la Magistratura barese ha già iscritto nel registro degli indagati 11 nomi, tra politici locali e dirigenti comunali. Quasi tutti volti noti e pubblici a Modugno. Oltre all’ex sindaco Pino Rana (Udc), che ha guidato ininterrottamente l’Amministrazione cittadina dal 2001 fino allo scorso maggio e che, tra l’altro, siede in consiglio provinciale di Bari, quale unico rappresentante del partito di Pier Ferdinando Casini, che nelle provinciali del 2009 lo portò da candidato presidente non eletto, ed al neo sindaco Gatti (Pd), già assessore all’Urbanistica in una delle giunte guidate da Rana, tra i nomi già noti degli indagati, vi sono un altro ex assessore di Rana, Vito Carlo Liberio, attualmente consigliere comunale dell’Api di Francesco Rutelli, Salvatore Antonio Scippa, ex capogruppo del Pd nonché attuale presidente dell’Assemblea di Palazzo Santa Croce, e ad altri 3 consiglieri comunali in carica, Graziano Di Ciaula e Saverio Pascazio del Pd,  Giuseppe Caggiano ex militante dell’Udc, il già menzionato Vasile e due tecnici, Giuseppe Capriulo, ex capo dell’Ufficio urbanistico comunale, l’ingegner Livio Scarselletta, libero professionista, e Pino Bruno, ex city manager del Comune ai tempi di Rana sindaco.  Altre sorprese su Modugno potrebbero arrivare anche da altri filoni di indagini che, sempre secondo voci locali, sarebbero in corso anche sulle attività dell’Asi, il Consorzio di sviluppo industriale di Bari, di cui fa parte pure il Comune sotto osservazione della Prefettura. La Prefettura, pare, abbia concentrato la propria attività conoscitiva anche in relazione ad altri aspetti poco chiari dell’attività amministrativa comunale, come ad esempio la gestione degli appalti. In passato, agli inizi degli Anni Novanta, il Comune di Modugno era già stato al centro di altri scandali che portarono allo scioglimento del consiglio comunale da parte del Ministero. Ora, pare, che la situazione possa ripetersi. In tal caso sarà lo stesso Ministero a nominare un Commissario che dovrà farsi carico della gestione ordinaria dell’Ente per almeno tre anni, periodo minimo previsto per legge in caso di scioglimento coatto del consiglio per presunte infiltrazioni mafiose. Infatti, per tale motivo, tra i rappresentanti delle forze politiche locali, sia di maggioranza che di opposizione, vi è una situazione alquanto pesante non soltanto nei rapporti, perché gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria, che da un momento all’altro potrebbe interessare altri personaggi locali, sono quasi certamente destinati a travolgere gli equilibri politici al Comune di Modugno, dove già in passato la commistione tra politica ed affari ha provocato ripetute fibrillazioni e rimescolamenti di alleanze, in seguito ricomposte secondo vecchie logiche spartitorie. Ora, invece, il destino dell’Amministrazione comunale e del consiglio rinnovato la scorsa primavera dipende unicamente da ciò che succederà sul fronte investigativo, o dalle conclusioni che il nuovo Ministro degli Interni trarrà dai fatti e notizie di cui è già a conoscenza l’Ufficio.
 
Giuseppe Palella
 
 
 
 


Pubblicato il 17 Novembre 2011

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