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E’ di nuovo bufera sulla proroga degli incarichi dirigenziali in Consiglio

Finirà quasi certamente sotto la lente d’ingrandimento della magistratura, il prolungamento del contratto a un paio di dirigenti appena una decina di giorni dopo le elezioni, con una delibera adottata e firmata dall’ex presidente del Consiglio regionale pugliese Introna non solo con una stranissima fretta – prima che si insediasse la nuova amministrazione ma soprattutto sei mesi prima della naturale scadenza di quei contratti – ma rinnovando la fiducia ai responsabili di quegli uffici e servizi finiti nella bufera a causa di una legge elettorale scritta male. Ma andiamo con ordine. Il 10 giugno scorso (10 giorni esatti dopo l’elezione del nuovo consiglio regionale) l’Ufficio di Presidenza del Consiglio disponeva la proroga di altri due anni – con termine di durata fino a cinque – per un paio di contratti di natura dirigenziale stipulati con due funzionari dello stesso Servizio Consiglio. Spieghiamoci meglio: ci sono due funzionari del Consiglio Regionale che alla fine del 2012, con una procedura urgente assai discutibile, furono nominati dirigenti sul campo. E così Settimio Giuliese divenne dirigente degli Affari Legislativi e Giuridici e Domenico De Giosa dirigente dell’Ufficio Assistenza all’Assemblea. I contratti avevano validità tre anni, perciò la loro naturale scadenza era fissata al 31 dicembre, cioè tra poco più di sei mesi. Ora, sorvolando sul fatto che questi funzionari sono stati promossi dirigenti senza sostenere concorsi, sulla base di un semplice avviso pubblico con requisiti che parevano disegnati apposta per loro, senza considerare che già da tempo in Regione esisteva una graduatoria di un concorso per dirigenti già concluso. Ma non è finita. Con la nomina di De Giosa e Giuliese è accaduto anche che un Ufficio di Presidenza di un Consiglio regionale in “regime di prorogatio”, privo di poteri se non l’ordinaria amministrazione o le questioni urgenti, ha deciso di rinnovare da due a cinque anni un paio di contratti dirigenziali la cui scadenza originaria era prevista sei mesi dopo (cioè il 9 dicembre 2015 per Giuliese e il 18 dicembre 2015 per De Giosa), senza spiegare le reali ragioni che, appunto, inducessero un Ufficio privo di poteri (perché sostanzialmente decaduto) a rinnovare contratti di cui si sarebbe potuto occupare tranquillamente il nuovo Consiglio appena insediato. Davvero si possono ritenere esistenti le ragioni di continuità amministrativa, contenute nella motivazione della delibera, senza tener conto che si tratta di decisioni politiche e di gestione, adottate ignorando la legge e ogni senso di opportunità? Tutte domande che non hanno ancora trovato risposta, anche se in tema di promozioni l’ente regionale è già terminato sub judice, senza contare i servizi affidati a dirigenti esterni con le tessere del Partito democratico, o i galloni dell’Alta professionalità appuntati alle fedeli segretarie dei governatori uscenti, senza ritegno. Ma ecco che, dopo la denuncia di qualche settimana fa, gli otto consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle si sono rivolti al Presidente del Consiglio ancora in carica per reiterare la revoca della delibera di cui sopra. “Avevamo chiesto una revoca in autotutela che, ad oggi però, non è avvenuta – incalzano Rosa Barone, Gianluca Bozzetti, Cristian Casili, Mario Conca, Grazia Di Bari, Marco Galante, Viviana Guarini e Antonella Laricchia – nonostante l’Ufficio di Presidenza si sia riunito il 6 luglio per deliberare altre questioni. Se questo non avverrà esporremo l’accaduto alla Corte dei Conti”. 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 15 Luglio 2015

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