E’ guerra sulla vigilanza ambientale: regolamento monco e sede non a norma
Sindacati autonomi in prima linea contro l’Amministrazione Regionale sull’adozione del regolamento di funzionamento della costituenda Sezione di Vigilanza Regionale, regolata con legge regionale 37/2015. Il problema è che, come denuncia dettagliatamente il segretario CSA/Regioni Carlo Cirasola, a causa di scelte “poco chiare e non comprensibili”, la Regione ha approvato nella seduta di Giunta del 30 agosto una proposta di deliberazione relativa al regolamento riguardante solo il “Nucleo di Vigilanza Ambientale”, escludendo il “Nucleo di Vigilanza, Controllo, Tutela e Rappresentanza”, così come invece disposto dall’art. 4 della Legge Regionale n. 37/2015. In fumo le intese con Ente, dirigenti e amministratori vari, scaturite in particolare al tavolo del 21 aprile scorso. <<A questo punto potrebbero essere interessati i legali per impugnare l’adozione di una deliberazione giuntale che non ottempera a quanto previsto dall’art. 4 delle legge approvata due anni fa, che prevede l’approvazione di un Regolamento riguardanti entrambi i Nuclei, e per quanto attiene il comportamento antisindacale per non aver convocato preventivamente un tavolo tecnico per la stesura finale che riguardasse anche il Nucleo di Vigilanza, Controllo, Tutela e Rappresentanza>>. Ma per Cirasola le scelte “…poco chiare ed incomprensibili” riguardano pure il trasferimento, in violazione della legge 300/1970, disposto dal capo Dipartimento Mobilità e Qualità Urbana, di quattro dirigenti sindacali del CSA-USPPI (tutti residenti a Bari) presso la sede decentrata di Barletta, dopo un periodo di permanenza di undici mesi all’interno della Sezione di Vigilanza ubicata a Bari in Via Gentile. Tutto con consequenziale aggravio sia dal punto di vista economico, che dello ‘stress’ legato alla quotidiana percorrenza di circa 140 km, precisa il sindacato autonomo, chiarendo che il personale trasferito – a differenza di tutto il resto del personale collocato in sedi strategicamente ubicate in prossimità delle rispettive residenze – in questo caso è stato collocato in una sede del tutto inadeguata dal punto di vista della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Motivo? Il sito che verrà prestato alla Regione per la Vigilanza Ambientale, proprietà del Comune di Barletta e concesso in uso gratuito, appunto, alla Regione Puglia (giusta convenzione del 15/12/2016) è stato oggetto di sequestro e successivo dissequestro. Con precise prescrizioni impartite direttamente dall’Autorità Giudiziaria, fra cui la caratterizzazione e la bonifica dell’area inquinata da metalli pesanti (piombo, cadmio, cromo esavalente ecc.), come già accertato da precedente indagine della stessa magistratura. Fatto sta che finora, nonostante le innumerevoli richieste di certificazioni di avvenuta bonifica ed agibilità dell’area da parte dei sindacati, inoltrate sia al Servizio Datore di Lavoro che al Dirigente della Sezione di Vigilanza Ambientale, non risulta pervenuto alcun atto comprovante l’avvenuta prescritta bonifica. E nemmeno la prescritta agibilità del sito, con evidente pregiudizio della salute dei lavoratori trasferiti inopinatamente dall’Ente, tanto che della questione sarebbe stata già informata sia Procura della Repubbliac e sia la Pretura – Sezione Lavoro.
Francesco De Martino
Pubblicato il 1 Settembre 2017