Cultura e Spettacoli

E il Santo che ne pensa?…

Sta facendo discutere la presa di posizione di De Caro a proposito dei murales a tema nicolaiano che ‘ornano’ un angolo del sottovia Sella. Come è noto essi vennero realizzati lo scorso anno da due rappresentanti della street art, Osmo e Sam3, col consenso dell’amministrazione Emiliano nell’ambito di Fresh Flaneur, una retrospettiva di arte da strada. La Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Puglia insiste per la ‘rimozione’ dei murales in oggetto perché ‘abusivi’, trovando essi posto su immobili tutelati (formula soft dietro cui probabilmente si nasconde l’avversione della Cultura ufficiale verso questo tipo di espressione figurativa). Ebbene, De Caro si oppone a che quegli affreschi, chiamiamoli così, vengano cancellati. Cosa lo preoccupa, il costo del quintale di solvente necessario, il risentimento dei peggiori devoti del nostro Santo Patrono, il pensiero che il patrimonio culturale cittadino possa essere derubato di uno dei suoi pezzi migliori? Non fosse per i costi e il fatto che esistono cose ben più gravi su cui confrontarsi, sarebbe il caso di interpellare ufficialmente i cittadini. Quando a Bari c’è di mezzo l’arte, nessuno si preoccupa del parere dell’uomo della strada. E’ mai stata ascoltata l’opinione del contribuente mentre in piazza Moro la meravigliosa sede liberty del primo quotidiano della città veniva abbattuta per fare posto a un tozzo palazzotto in vetro e cemento? E quando sulla muraglia un’orrida costruzione di gusto moderno sorgeva a spezzare la continuità architettonica? E, venendo ai giorni nostri, che dire della ‘strana’ livrea mimetica del fabbricato che in Corso Vittorio Emanuele si leva accanto al palazzo della Prefettura?… Solo in occasione della costruzione del preteso capolavoro di Renzo Piano (il San Nicola) si cercò il parere dei baresi. Nella circostanza, lo stesso quotidiano di cui sopra lanciò un referendum-concorso per battezzare il nuovo stadio (ma la scelta poteva avvenire solo all’interno di un ristrettissimo ventaglio di nomi preselezionati). E visto che parliamo di impianti sportivi, ci pare il caso di ricordare che il glorioso Della Vittoria, andato in degrado dopo la ‘detenzione’ dei ventimila albanesi sbarcati dal Vlora nel ’91, rischiò seriamente d’essere buttato giù ; cosa che sarebbe avvenuta nell’assoluta impotenza dei baresi se aride ragioni commerciali (i Giochi del Mediterraneo) non avessero remato contro. E una trentina d’anni prima lo stesso stadio era stato arbitrariamente ‘amputato’ della bellissima Torre di Maratona, abbattuta con la scusa che era pericolante, quando invece si volevano solo ricavare cinquecento posti in più in gradinata. E se l’ecomostro di Punta Perotti fece la fine che fece, lo si deve unicamente alla necessità di mettere fine a un braccio di ferro in corso tra opposte fazioni economiche in atto già molto prima che quello sciagurato progetto si traducesse in realtà. Fermiamoci qui, per quanto lunga sia la lista dei misfatti architettonici consumati a danno di una cittadinanza imbavagliata e ammanettata. Che fine faranno le ‘cose’ dipinte sulla muraglia di quel sottovia, a proposito delle quali spiace davvero non poter sentire l’opinione del ‘diretto interessato’? Vengano cancellate o meno, la sostanza delle cose resterà la stessa.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 12 Settembre 2014

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