Cronaca

E ora 90 milioni per la sede unica, anzi 30… ma chi ci crede?

Torna ciclicamente in primo piano la questione sede unica della giustizia, al Comune di Bari. Dove ogni tanto si riparla di finanziamenti, ministeri, progetti e discussioni in aula comunale, come se tutto non fosse stato già detto e ridetto sull’argomento. E così dopo qualche scossone, perlopiù artefatto e pompato da politici, progettisti e amministratori, tutto torna altrettanto ciclicamente nel limbo delle cose sorpassate, anche se si tratta di edilizia giudiziaria e sede unica dei palagiustizia, a Bari. Eppure un anno fa, di questi tempi, in Prefettura, si svolgeva un incontro tra   tecnici   comunali guidati dal capo della Giunta e i rappresentanti dell’agenzia del Demanio e del Ministero di Grazia e Giustizia per esaminare, appunto, lo studio di prefattibilità   utile al progetto del nuovo Polo della Giustizia a Bari. <<Abbiamo registrato la disponibilità del Ministero – dichiarava orgoglioso e speranzoso il sindaco Decaro al termine  dell’incontro   – a procedere lungo  il percorso individuato dall’amministrazione  comunale, e valutato   positivamente   dalla   commissione   di manutenzione del tribunale all’unanimità. Un percorso che prevede di collocare il polo della giustizia barese all’interno delle aree pubbliche delle caserme dimesse Milano e Capozzi, due immobili molto vicini tra loro, separati da una piccola strada.La realizzazione dell’opera avverrà a cura del Ministero delle Infrastrutture per mezzo del Provveditorato regionale alle opere pubbliche. Noi, dal canto nostro, siamo disponibili con i nostri uffici a preparare la parte relativa allo studio di fattibilità sulla base delle esigenze, in termini di metri quadri, espresse dai tribunali>>. Un anno fa lo studio di prefattibilità illustrato nel corso di incontri e riunioni prevedeva un costo stimato in 90 milioni di euro. Fondi che sarebbe il Ministero di Grazia e Giustizia a mettere a disposizione del Provveditorato delle Opere Pubbliche per poi valutare le procedure di gara da espletare secondo due ipotesi: la classica forma di appalto utile alla realizzazione di un’opera pubblica, o un contratto di   disponibilità  (ex  project  financing)   per  cui   su  un’area  pubblica  un soggetto privato costruisce e riceve in cambio un ristoro economico annuale, una forma di canone con riscossione al termine del periodo previsto dal contratto. <<Ho preso l’impegno con il Ministero affinché il Comune proceda con l’espletamento di tutti gli adempimenti relativi alla nuova allocazione del polo giudiziario>>, le ultime parole di Antonio De Caro più o meno a novembre 2016. Ora, di tempo da queste belle parole ne è trascorso e soprattutto, di altri termini e paletti per costruire la sede unica dei tribunali a Bari sono scaduti…i termini. Di certo c’è che il capo della giunta comunale barese ritiene di lasciare in eredità una buona trovata, per trasferire le sedi dei tribunali sparpagliati per tutta la Città, anche se in questi ultimi dodici mesi il ripromesso finanziamento ministeriale si è un po’ assottigliato, ammontando secondo le ultime stime diffuse nei giorni scorsi a 30 milioni di euro, almeno inizialmente. Poi si vede. Ma la colpa di promesse a vuoto e fondi a fisarmonica, in fondo, non è tutta di questo o quel Sindaco o di questo/quel Ministro, con una trentina di anni di discussioni infinite sul tema, in questa Città. Figurarsi se adesso non saltava fuori un altro vecchio progetto, sempre in questi giorni, presentato al primo piano del Palazzo di Città da un comitato libero, già pagato dal Comune. E quindi dai contribuenti…tanto per non farsi mancare niente!

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 27 Ottobre 2017

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