Cronaca

“E’ ora di iniziare a vaccinare anche i più giovani”

E’ ora di iniziare a vaccinare anche i più giovani dopo averlo fatto con anziani e fragili. Lo dice in questa intervista la nota virologa prof. Danila De Vito, docente al Policlinico di Bari

E’ ancora valido l’indice Rt?

“Attualmente l’indice Rt, indice di contagio, è calcolato sul numero dei pazienti sintomatici curati a casa o in ospedale e rappresenta uno dei 21 parametri che l’ISS ed il Ministero della Salute utilizzano per valutare la completezza dei dati trasmessi, la tenuta dei Servizi Sanitari e la Resilienza dei Servizi Sanitari preposti, tutto ciò determina il sistema di passaggio ad un colore piuttosto che ad un altro per ogni Regione. In un vertice del 12 maggio la Conferenza delle Regioni ha chiesto al Governo una revisione dei parametri per permettere una piena ripresa delle attività economiche e sociali alla luce di alcune considerazioni: la curva dei contagi sta scendendo, diminuiscono le percentuali di occupazione dei reparti di Medicina Covid e di  Terapia intensiva e aumenta la percentuale degli immunizzati.

Pur tuttavia l’Rt presenta in alcune Regioni delle oscillazioni in aumento a causa dei contagi dovuti alle nuove varianti, anche se non supera da diverse settimane quello che è considerato il livello soglia di allerta Rt >1.

Il presidente dell’Iss Brusaferro sta studiando con un team di esperti la messa a punto di nuovi parametri sensori per allerte precoci in modo da fermare sul nascere focolai o incrementi di circolazione dovuti al diffondersi delle nuove varianti.  In base alla mia opinione considero validi parametri come la incidenza settimanale su 100.000 abitanti in confronto alla settimana o alle due settimane precedenti ed il numero di ingressi in UTI in una settimana in confronto ai dati della settimana precedente, mentre la valutazione dell’indice di positività (casi di positività/tamponi eseguiti) potrebbe essere influenzato dalla capacità di fare screening e diagnostica, che come si sa difettano abbastanza in Regioni come la Puglia”.

E’più saggio vaccinare prima i giovani o gli anziani?

“Ad oggi abbiamo immunizzato gran parte delle fasce di età più avanzate e dei soggetti fragili perché a più alto rischio di una patologia critica e che richieda la ospedalizzazione; con il completamento del ciclo di immunizzazione di questi soggetti sarebbe più saggio iniziare a vaccinare anche i giovani perché più  propensi alla socializzazione ed agli spostamenti con la bella stagione, oltre che meno attenti alle norme di contenimento del contagio”.

Corriamo il rischio di vaccinare dopo sei mesi?

“In questi ultimi tempi gli scienziati hanno pubblicato numerosi articoli scientifici per mettere a fuoco  quanto dura la immunità post Covid e post vaccinale e se le nuove varianti in circolazione possano ridurre la efficacia anticorpale indotta dai vaccini. I pareri concordano su un periodo di almeno sei-otto mesi in cui i titoli anticorpali sierologici rimangono elevati per poi iniziare a calare, anzi lo slittamento della seconda dose Pfizer o Moderna alla dodicesima settimana porterebbe, secondo gli anglosassoni, ad una triplicazione dei tassi anticorpali di protezione. Sul fronte della durata della immunità alcuni scienziati statunitensi hanno affermato che la risposta immunitaria nei confronti di alcune tipologie di vaccino sarebbe molto più duratura e potrebbe prolungarsi anche per alcuni anni.

Circa la efficacia dei vaccini in uso nei confronti della variante inglese non si evidenzia alcuna riduzione, diversamente la risposta si riduce nei confronti delle varianti sud africana e brasiliana e soprattutto della  indiana ,che ha molte  mutazioni geniche in comune con quest’ultime.

Nel Regno Unito si è tornati negli ultimi tempi ad uno stato di allerta per la rapida diffusione della variante indiana in alcune contee che ospitano grandi comunità provenienti dall’Asia ed il premier ha comunicato che probabilmente non sarà tolto completamente il lockdown, previsto per  il 15 giugno, e ci saranno restrizioni per i viaggi fuori dal territorio inglese, inoltre ha avviato rapidamente non solo il completamento del ciclo vaccinale per chi ha ricevuto una sola dose ma anche la estensione della vaccinazione ai più giovani”.

Quale la situazione in Puglia?

“Anche in Puglia si assiste ad un calo costante del numero dei casi ed in relazione alla curva che scende diminuisce il numero di accessi in ospedale e si svuotano i reparti di degenza per i pazienti Covid. Aumenta anche il numero dei guariti grazie all’utilizzo di terapie adeguate, tra cui gli anticorpi monoclonali da somministrare entro i primi 7 giorni dall’esordio dei sintomi. Dobbiamo però affermare che la circolazione del virus si mantiene ancora attiva nella nostra regione se confrontiamo i 93 casi su 100.000 abitanti con la media italiana che risulta sensibilmente inferiore, inoltre nell’ultima settimana si registra una lieve flessione in positivo della curva dovuta probabilmente alle nuove varianti ed all’allentamento delle misure di restrizione”.

Bruno Volpe

 

 

 

 

 

 

 

 


Pubblicato il 19 Maggio 2021

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