Cultura e Spettacoli

“E Pan l’eterno…”

Nel gonfalone di Panni un micro centro abitato del Subappennino Dauno, è raffigurata una figura semi umana, barbuta, munita di corna, le gambe villose e terminanti in zoccoli caprini ; tenendosi in piedi sulla schiena di un cane, questa inquietante creatura impugna nella destra un lungo e sottile bastone e nella sinistra un flauto a canne. E’ il dio Pan, divinità non olimpica ma ‘terrestre’, nel senso che ama selve, prati e montagne, dove pascola le greggi ed alleva le api (“E  Pan l’eterno che su l’erme alture… ne i pian solingo va” – Carducci, ‘Davanti a San Guido’).  Il suo nome deriva dal greco paein, cioè ‘pascolare’. Tanto fa ritenere che Panni venga da Pan, ovvero dalla pratica della pastorizia, che in un neanche troppo lontano passato costituiva l’unica ricchezza del sito. In effetti i conti tornano : per il pastore, il cane è il fedele compagno di lavoro e il flauto a canne è l’unico strumento di svago nei lunghi momenti di solitudine e ozio. Ma quel bastone,  serve a far rientrare nel gregge le pecore riottose o vuole alludere ad altro?… L’aspetto potente e selvatico, l’espressione terribile e l’agilità animalesca che vengono attribuite a Pan si coniugano senza sforzo con la tradizione che vuole questo Dio legato in modo viscerale ai piaceri della carne. In molte rappresentazioni pittoriche e scultoree, al pari di Dionisio e Priapo, Pan appare visibilmente eccitato (ma in tale esuberanza sessuale va anche visto un simbolo di fecondità). Ciò ha indotto gli studiosi a vedere in questa divinità l’inventore dell’onanismo, invenzione conseguente alla difficoltà di accoppiamento, stante l’aspetto repellente  (una delle tante versioni che riguardano la genesi di Pan parla di Zeus che si congiunge con una capra…). Quel bastone nella destra di Pan, dunque, vuol essere un riferimento ‘ingentilito’ all’insaziabile concupiscenza per la quale il Dio andava famoso?… Resta da spiegare infine perché il Dio appare in piedi sulla schiena di un cane. In alcuni miti è riportato che Pan allevò i cani di Artemide. Ora, Artemide non era la dea della caccia?… Quel cane presente nello stemma di Panni potrebbe fare riferimento all’attitudine di Pan ad entrare in rapporto con gli animali e addestrarli (di qui la necessità di raffigurare il Dio in piedi sulla schiena di un cane, ovvero in termini tali da mettere in chiaro il potere d’addomesticamento). Nella fattispecie, il cane rappresentato appare di taglia medio-grossa, come si conviene ai cosiddetti ‘cani di da sangue o da traccia’, animali con un olfatto particolarmente sviluppato ed impiegati nella ricerca della selvaggina ferita seguendo la traccia ematica. Rappresentanti di questo gruppo sono il Bloodhound, il Segugio bavarese e il Segugio di Hannover.- Nell’immagine, Pan in un affresco della Reggia di Caserta

Italo Interesse

 


Pubblicato il 17 Aprile 2019

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