Cronaca

E’ ufficialmente nato il consiglio comunale più “rosa” della storia cittadina

Come era stato anticipato già da alcune settimane, sono stati resi noti ufficialmente ieri, 9 agosto, i nomi dei 36 componenti eletti lo scorso 26 maggio a ricoprire la carica di consiglieri del Comune di Bari. Non tutti, però, andranno a sedere tra i banchi dell’aula “Dalfino”, perché – come è noto – alcuni di essi (Petruzzelli e Romano del Pd, Palone della civica “Decaro sindaco”, Lacoppola della civica “Decaro per Bari” e Bottalico della civica “Bari bene comune”) sono già stati scelti dal sindaco, Antonio Decaro, per il ruolo di assessore e, quindi, per nota incompatibilità il loro posto sarà occupato sin dalla prima seduta, prevista al massimo entro 20 giorni dalla data di proclamazione, dai primi dei non eletti delle rispettive liste. Ma la vera novità nella composizione del Consiglio comunale di Bari uscito dalle urne dello scorso fine maggio è il numero di presenze femminili all’interno della nuova Assemblea cittadina che è di 15 donne sui 36 seggi totali da occupare. Anche se, con le dimissioni delle tre donne (Bottalico, Palone e Romano) già in forza nell’esecutivo, il numero delle donne che, tra maggioranza ed opposizione, effettivamente comporrà il consiglio barese sarà 12 anziché 15, perché i loro rispettivi subentranti sono uomini. Ma nonostante ciò il neo consiglio comunale resta quello più di color “rosa” nella storia cittadina. Infatti, neppure ai tempi in cui l’Aula barese era formata 60 consiglieri (fino alle elezioni del 1990) le donne elette avevano raggiunto una percentuale così elevata come quella attuale, ovvero il 44% di presenze femminili dalle urne ed il 33% effettivo, conservato a seguito del passaggio in giunta di tre di esse. Altra novità  assoluta per il neo proclamato consiglio comunale barese è la presenza tra i componenti di una  giovanissima rappresentante, Laura Manginelli (Lega), che, con i suoi 18 anni compiuti poco prima della presentazione delle liste, risulta essere la più giovane d’Italia in tale veste. La maggioranza di centrosinistra uscita dalla coalizione di liste che hanno sostenuto Decaro nella scorsa campagna elettorale è di 24 esponenti, mentre i restanti 12 sono i consiglieri di opposizione (M5S e liste della coalizione di centrodestra). Ma vediamo nei dettagli i nomi di tutti i 36 eletti. Maggioranza (24):Elisabetta Vaccarella, Paola Romano, Pietro Petruzzelli, Micheleangelo Cavone, Micaela Paparella, Domenico Scaramuzzi, Marco Bronzioni del Pd. A Petruzzelli e Romano subentreranno Nicola Amoruso e Pierluigi Introna. Carla Palone, Nicola Loprieno, Annarita La Penna, Alessandro Visconti e Livio Sisto della civica “Decaro sindaco”. A Palone subentrerà il primo dei non eletti Giuseppe Giannuzzi; Vito Lacoppola, Pietro Albenzio, Alessandra Anaclerio e Giuseppe Cascella  della civica “Decaro per Bari”.A Lacoppola subentrerà Annalisa Pennisi. Francesca Bottalico  della civica “Bari Bene Comune” lascierà il posto a Danilo Cipriani.Giuseppe Neviera (Iniziativa Democratica); Anita Mauodinoia e Giuseppe Di Giorgio (Sud al Centro); Silvia Russo Frattasi (Progetto Bari); Salvatore Campanelli (Democratici e Progressisti); Pasquale Magrone (Popolari per Bari); Nicola Acquaviva (Avanti Decaro). Opposizioni (12): Maria Elisabetta Pani, Antonello Delle Fontane e Alessandra Piergiovanna Simone  del M5S. Francesca Ferri  della civica “Sport Di Rella”. Pasquale Di Rella e Carmen Lorusso della civica “Di Rella Sindaco”. Michele Picaro, Fabio Saverio Romito, Giuseppe Viggiano e Laura Manginelli della Lega. Antonio Ciaula  di “Forza Italia” e Filippo Melchiorre  di “Fratelli d’Italia”. Pertanto, sul fronte della proclamazione ufficiale degli eletti, avvenuta con notevole ritardo rispetto alla data delle elezioni e ad analoghe esperienze del passato, al momento non sono risultate neppure importati e sostanziali novità anche rispetto quanto già ufficiosamente noto. E’invece una significativa novità politica la notizia che 18 Primi cittadini del Pd di importanti realtà comunali italiane, tra i quali figura anche il riconfermato sindaco di Bari, Decaro, hanno sottoscritto una lettera indirizzata alla Commissione Statuto del partito, presieduta dall’ex segretario reggente Maurizio Martina, per chiedere di contare di più nel Partito Democratico e proporre quindi l’istituzione, attraverso una revisione statutaria, di un’assemblea che riunisca tutti i sindaci Dem (o civiche ad esso vicino) di città con più di 30mila abitanti e che li rappresenti a livello nazionale. I  firmatari nella lettera hanno fatto riferimento anche alla recente creazione del “Forum dei sindaci” voluto dal segretario nazionale Nicola Zingaretti e coordinato dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori (anch’egli tra i sottoscrittori della proposta), per sottolineare che l’iniziativa da essi proposta, anziché essere genericamente comprensiva degli amministratori di centrosinistra come quella del “Forum”, sarebbe finalizzata soprattutto a comprendere coloro che sono  eletti direttamente dai cittadini e, quindi, espressione solida e concreta di quel territorio che si vorrebbe far ritornare centrale nell’attenzione del partito. E’ pertanto evidente l’intento dei 18 firmatari di voler assumere un peso all’interno del Pd ai fini anche della composizione delle liste elettorali per il Parlamento. Ma per tal genere di intenti non è forse questo il momento migliore nel Pd per tentare di aprire un varco. A meno che non si voglia inconsapevolmente contribuire a generare una confusione ancora maggiore di quella attualmente esistente all’interno del Pd nazionale. E davvero singolare che a farlo siano proprio i sindaci. Ossia, coloro che sono verosimilmente all’origine dei guasti di un sistema che sul piano elettorale ha aperto voragini negli esiti delle diverse competizioni anche quando queste sono contestuali. E l’esempio ultimo di Bari, tra europee ed amministrative, ne è sicuramente una prova lampante.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 10 Agosto 2019

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