“E’ un’emozione entrare nelle case delle persone e ogni giorno”
‘“Le donne vivono il lavoro con la passione e l’ostinazione, anche cieca, con le quali hanno sempre vissuto l’amore e gli amori.” Raccontava con emozione la grande giornalista Anna Maria Mori, che ha vissuto con dedizione totalizzante la sua esperienza lavorativa, come la più bella delle esperienze. Stesso entusiasmo che avverto nelle parole di Maria Cristina De Carlo, giornalista e conduttrice televisiva attualmente impegnata nella conduzione del Tg di TRM Network, un’emittente molto seguita in Puglia e Basilicata. Una giornalista che ha fatto, appunto, della passione e dedizione per il suo lavoro la carta vincente del suo percorso. Amata per la sua professionalità, personalità e freschezza, in questa intervista ci racconta un po’ della sua vita, dei traguardi raggiunti con sacrificio e dei suoi sogni.
Da dove è iniziato tutto?
“Ho iniziato a scrivere da quando avevo 16 anni, pubblicando il mio primo articolo per un giornale locale di Gioia del Colle. Da quel momento mi sono appassionata a quello che sarebbe diventato poi il mio lavoro. Dopo uno stage per Repubblica e l’Erasmus Plus a Londra, ho avuto anche esperienza radiofoniche, per poi passare alla televisione e cinque anni fa a TRM. Ho fatto tanta gavetta, il mio è stato un percorso lastricato di sacrifici, ma non ho mai mollato. La mia grande passione mi dava la spinta per andare avanti.”
Condurre un Tg è una responsabilità non da poco, che sensazione si prova?
“A dire il vero mi ha sempre appassionato di più lavorare sul campo, entrare nelle storie di vita vissuta, costruire un servizio. Condurre un Tg comporta abilità organizzative diverse, anche se è comunque un’emozione entrare nelle case delle persone e ogni giorno portare la notizia al telespettatore, diventare per loro un punto di riferimento quasi familiare. Però trovo più coinvolgente imbattermi in storie da raccontare. Non a caso ho girato un format mio di dieci puntate in cui viaggio dalle isole Tremiti fino a Lecce, girando sui pattini a rotelle e raccontando la storia di dieci persone che poi sono diventate le mie guide sul territorio che ho esplorato.”
Trovi che il tuo sia un settore ancora troppo maschilista?
“Ai vertici dell’emittente televisiva per cui lavoro ora c’è una donna, per cui c’è più attenzione forse verso le problematiche al femminile, generalmente le donne però hanno difficoltà a fare squadra, e in altre occasioni mi sono trovata in effetti in situazioni di competizione fuorvianti, ma devo dire che in questo team mi sono trovata molto bene, e con le mie colleghe siamo prima di tutto amiche e confidenti, quindi anche quando nasce tra noi una rivalità di qualche tipo, è sempre qualcosa di bello e di sano.”
Qual è l’aspetto più affascinante del tuo lavoro e quale quello più difficile?
“L’aspetto più affascinante è quello di recarsi ogni mattina al lavoro non sapendo mai cosa succederà, chi intervisterò e come finirà la giornata, è una scoperta continua e tutto ciò è molto stimolante, la difficoltà invece, è che non si riesce mai a staccare completamente, non esiste un reale momento di pausa. Bisogna continuamente documentarsi, studiare e informarsi. E quando quei momenti te li prendi, forse vivi questo mestiere in una maniera un po’più superficiale.”
Riesci facilmente a gestire la tua vita privata?
“Inizialmente avevo qualche difficoltà, quando sono entrata nell’ambiente televisivo ho dato tutta me stessa, poi però sono riuscita, con il tempo, a trovare un giusto equilibrio che mi permettesse di bilanciare le energie da dedicare anche al mio privato. Fortunatamente ho un compagno che fa il mio stesso mestiere, quindi riusciamo a comprenderci nelle nostre esigenze reciproche.”
Cosa ne pensi delle modalità in cui il mondo dell’informazione ha gestito la situazione pandemica in questi ultimi due anni? Si poteva evitare questa esasperazione?
“Credo che il sistema dei media in generale abbia fatto il proprio dovere, cercando di informare correttamente, solo che purtroppo non era facile contenere uno stato di ansia così diffuso nei riguardi di una situazione così incerta, e questo inevitabilmente è stato trasmesso al pubblico. Sicuramente si poteva evitare una certa sovraesposizione inutile e pesante, come quella di tanti talk show per esempio, che hanno solo contribuito ad esasperare una situazione già non facile da gestire.”
So che hai una grande passione anche per l’arte, in particolare per Caravaggio, vero?
“Amo molto la musica, di cui mi sono occupata per diversi anni, e tutta l’arte in generale, in particolare adoro Caravaggio, ho viaggiato in diversi paesi per ammirare dal vivo le sue opere. Sarebbe bello creare dei format che riescano a promuovere l’arte e a far davvero conoscere le nostre meravigliose risorse sul territorio, da questo punto di vista bisognerebbe educare a questi valori importanti, in modo che possano essere compresi a più livelli, senza dover copiare le trasmissioni delle grosse emittenti nazionali. Bisogna insegnare ai giovani che la tenacia, la passione e la dedizione portano sempre ad ottenere risultati nel tempo. Bisogna avere sempre presente l’obiettivo da raggiungere, senza farsi mai scalfire dagli episodi negativi.”
Rossella Cea
Pubblicato il 18 Febbraio 2022