Cronaca

Ecco il comitato per eleggere il sindaco metropolitano…e Decaro non c’è

Incontro ieri mattina al Comune del  comitato promotore per l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitano della Città Metropolitana di Bari, in cui spiccava l’assenza proprio del sindaco metropolitano Antonio Decaro causata, a dire della sua segreteria, da imprevisti e urgenti impegni giurisdizionali. Per fortuna al primo piano di Palzzzo di Città, ieri mattina, c’erano i rappresentanti baresi e milanesi dei comitati che stanno nascendo spontaneamente ovunque, nei grandi comuni metropolitani, per una proposta “…non solo urgente ma anche necessaria per  eliminare le gravi ed evidenti distorsioni già insite di un nuovo e moderno ente istituzionale come la citta metropolitana appena nata”, ha detto subito l’ex consigliere Matteo Magnisi. Il quale, diciamolo subito, con i vari Tonino Gadaleta, Donato Cippone e tanti altri cittadini pronti a difendere i loro diritti, ritiene che siano almeno tre le ragioni che hanno determinato la nascita di questo comitato di cittadini. Per Magnisi la prima ragione dell’elezione diretat del sindaco metropolitano risponde al fondamentale ed  elementare principio della democrazia e cioè che non è possibile che a 21 milioni di italiani sia tolto il diritto di voto (al di là di quelle che oggi sono le percentuali di partecipazione al voto) per una istituzione, quella della città metropolitana, pensata dal legislatore (L.142/90) ben 25 anni fa. Non può diventare questo paese il paese dei nominati, degli unti da qualcuno. Prima si toglie il voto al Senato, ora alla citta metropolitana, poi non si sa. Poi c’è, in secondo luogo, una questione di rappresentatività tra nominati, sovrapposizioni, doppi e tripli incarichi, figli spuri delle spartizioni dei ruoli e dei  poteri. <A gestire poi direttamente e senza passaggi intermedi le   consistenti risorse dell’Unione Europea “Metro Pon” (Programma Operativo Nazionale Plurifondo Città Metropolitane 2014-2010) con 892 milioni di euro di cui  circa 100 milioni di euro per la città metropolitana di Bari ,   che toccano la vita delle nostre citta, come: il  miglioramento  dei servizi urbani all’altezza dell’era del digitale, il risparmio di energia,   come  i servizi di trasporto, l’ambiente,  l’inclusione delle povertà , delle  persone invisibili ed emarginate (strategia di inclusione dei Rom e Sinti),   la risposta alle emergenze abitative, vengono chiamati a farlo sindaci e amministratori,  dei comuni  a mezzo servizio già con i propri impegni istituzionali principali>>, ha spiegato ancora Magnisi. Per il quale delle due l’una: o sono dei ‘super man’, oppure le vere scelte politiche sulla crescita del nostro territorio, sono fatte nelle stanze dei bottoni (dicasi i consulenti con i  gruppi di potere)  e i consiglieri sono solo chiamati a ratificarle e quindi può essere un dopo lavoro di semplice obbedienza e di alcuna elaborazione. Quindi con questo sistema di nominati che è stato scelto nel primo Statuto della città metropolitana di Bari, (scelta diversa di elezione diretta è stata invece  fatta negli statuti di Roma, Milano e Napoli e Palermo)  con un sindaco a scavalco (si dice così?) e consiglieri eletti tra di loro sulla base di un sistema iniquo   solo di potere. Non c’è   ombra di una vera rappresentatività dei bisogni dei comuni del territorio che hanno un enorme bisogno di integrarsi con una strategia  moderna di pianificazione urbanistica  del territorio che deve andare oltre il confine del proprio comune   e di farlo  da protagonisti e non da spettatori  e delle ultime file, facendo sentire i cittadini più vicini e non più lontani dalle istituzioni.  E questo non va bene e dobbiamo modificarlo con questa proposta di legge. Una prova che non va bene? Ebbene abbiano ora nella città metropolitana di Bari 18 consiglieri metropolitani di cui 16 eletti nei loro comuni  nel  centro sinistra e 3 nel  centro destra . I 16 consiglieri del centro sinistra  rappresentano solo 6 comuni dei 41 comuni e i 3 consiglieri del centro destra rappresentano tre comuni. Quindi in questa “moderna”  città metropolitana   sono rappresentati solo 9 comuni su 41 comuni. Fino a quando la legge non cambierà, i  cittadini di ben 32 comuni della città metropolitana saranno esclusi vengono esclusi da tutte le decisioni. Esiste la conferenza metropolitana composta da tutti i sindaci dei 41 comuni ma sappiamo bene  quanto riduttivi e insignificanti siano i poteri attribuiti rispetto al consiglio metropolitano. Terza ed ultima  ragione, per Matteo Magnisi. <decentramento amministrativo viene da un’ idea della partecipazione vissuta e non  solo dichiarata. Una città che ha dovuto fare i conti con la riluttanza degli amministratori che si sono succeduti nel tempo a dare autonomia  e a decentrare le funzioni ai quartieri, alle vecchie circoscrizioni e ora  ai neonati municipi che sembra abbiano fatto il passo del gambero rispetto alle vecchie circoscrizioni in quanto le funzioni  sono ancora solo sulla carta>>

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 19 Dicembre 2015

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