Primo Piano

Ecco quanto ci costa dare i voti ai dirigenti, ancora a bocca asciutta

Finisce in oscuro crepuscolo di fine legislatura, tra tensioni, parole grosse e accuse reciproche di rappresentanti sindacali, dirigente del Personale e dotti componenti dell’organismo di valutazione –  nominato direttamente da Vendola due anni e mezzo fa – la girandola dei premi mancati ai capi della burocrazia, aella Regione Puglia. In effetti, siamo arrivati a quasi metà maggio e cioè a due settimane dallo sciogliete le righe dell’amministrazione e sugli esiti della valutazione della dirigenza relativa all’anno 2013 è ancora notte fonda. O meglio, come scrivono i sindacati uniti al gran Capo della Giunta, siamo a “filosofeggiare” su modalità attuative del sistema di valutazione dei dirigenti pugliesi. Bella roba, con tutte le questioni che verranno lasciate in eredità, c’è anche questa della valutazione mancata dei burocrati. Infatti, tra le pochissime cose che sono riusciti a decidere i tre componenti dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) finiti nella burrasca sarebbe stato “l’arbitrario e capzioso” – sempre Dirr/Cgil/Cis e Uil a metterlo per iscritto…- taglio lineare al 20 per cento relativo al punteggio massimo assegnabile. Tagli lineari ormai unanimemente ritenuti inefficaci per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo, dalla ‘spending-review alla sanità, come affermato non solo dai rappresentanti dei dipendenti pubblici. Insomma, questo Organismo che alla Regione Puglia costa un bel mucchietto di soldi –ma di questo ne parliamo tra poco…. Con un occhio a quanto impegnato a bilancio – avrebbe alla fine di tutto il suo lungo operato proposto alla Giunta un sistema di valutazione ingestibile nella sua applicazione. Senza tenere in conto, cioè, le prescrizioni delle norme che prevedevano la preventiva indicazione delle modalità valutative proprio allo scopo di evitare comportamenti che possano tanto rassomigliare all’arbitrio. Come, puntualmente, è invece accaduto tra quei dirigenti che stanno già affilando le armi per far lievitare un contenzioso che non ha certo bisogno di altri ‘aiutini’, per far aumentare la morsa attorno al già ‘sanguinante’ bilancio dell’Ente. Ma torniamo all’OIV, composto da tre noti docenti universitari ed esperti del settore che, come osservava il vicepresidente Nino Marmo in una sua interrogazione depositata alla Presidenza del Consiglio un paio di mesi fa – e rimasta ancora senza risposta – risultano incompatibili con i loro incarichi. Motivo? In base alla legge regionale n. 1/2011 non può essere nominato componente OIV chi riveste “…incarichi pubblici elettivi o cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali, ovvero che hanno rapporti continuativi di collaborazione con le predette organizzazioni, ovvero rivestito incarichi o cariche o che hanno avuto simili rapporti nei tre anni precedenti la designazione”. Insomma, nessuno s’è accorto che un componente OIV ha fatto parte del Comitato per il monitoraggio del sistema economico e produttivo delle aree di crisi, con incarico retribuito dal 2005, prorogato. Non solo. Lo stesso docente (che per di più firma gli atti <>, quando il titolo non esiste manco nello statuto) è stato anche consulente scientifico dell’assessorato al lavoro in materia di ‘interventi pubblici di contrasto al lavoro non regolare’. Ma c’è anche l’altro componente del nucleo di valutazione che è stato commissario di concorso indetto nel 2009 dalla stessa Regione per l’assunzione di una ventina di dirigenti e l’altro ancora, incaricato della progettazione e redazione del Piano della Performance nell’ambito del Progetto “Inno.va.re” Formez, ma anche responsabile della valutazione di un’altra programmazione in materia di politiche strumentali per la ricerca e innovazione. Insomma, ce n’era abbastanza per far chiedere all’ex assessore aennino se la Giunta abbia esaminato attentamente i ‘curricula’ dei tre componenti-incompatibili, prima di sceglierli, o si sia distratta troppo. Ora, dunque, la palla torna al governatore uscente sbrogliare la matassa, specie dopo che anche l’assessore al Personale – in questi giorni di fine mandato – sembra in ben altre faccende elettorali affaccendato. E Vendola, perciò, sta pensando di affidare l’ingrato compito di riprendere le fila delle valutazioni dei suoi ormai quasi ex capi della burocrazia a qualche altro assessore. Magari a una meno distratta e più attenta di Caroli, anche perché alle bordate sempre più crudep sull’operato dei tre professori (accusati perfino di mancanza di trasparenza e certezza nelle notifiche) ci sarebbe da considerare un aspetto di non poco conto. E cioè la spesa sostenuta dall’amministrazione regionale per garantire il funzionamento dell’OIV che –udite udite- ammonta a circa 380mila euro annui (270mila sono soltanto per i compensi, ammontanti a 90mila a testa … e il resto, a che serve?) quando le linee governative imporrebbero in generale ai consulenti e esperti della pubblica amministrazione un rimborso spese. Ma non è finita. Considerando il numero dei dirigenti della Regione Puglia valutati, pari  poco più di 150, ci sarebbe da tenere presente il costo della scheda di valutazione per ciascuno, che sarebbe pari a circa 2.500 euro a testa per ogni dirigente, con quella spesa di cui sopra. Un po’ troppo, visto che nemmeno la Fiat di Marchionne spende tanto per valutare i suoi direttori e capireparto….

 

Francesco De Martino     


Pubblicato il 12 Maggio 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio