Cronaca

Ecco tutti i dubbi sulla gestione della spiaggia cittadina

Era scaduto a novembre dell’anno scorso il bando per l’affidamento di alcune aree della spiaggia di Torre Quetta, dopo aver ascoltato in commissione comunale ‘Trasparenza’ il Direttore competente, l’ex comandante della Polizia Municipale Stefano  Donati. Ebbene, già allora parte della commissione lamentava i tempi troppo stretti della pubblicazione e termini annessi d’un bando in verità assai complesso, quasi che non si parlasse d’un affidamento per tre anni di quello che è risultato essere il luogo più attrattivo dell’estate 2017, in Città. Irma Melini è stata la consigliera che in Commissione già dieci mesi fa esprimeva i dubbi più pesanti sul bando e futuro appalto. <<In primis ho contestato, così come feci già un paio di anni fa, la scelta del Comune di Bari di concedere la vasta area a parcheggio con un ticket d’ingresso a 3 euro. Trovo paradossale che il sindaco Decaro continui ad annunciare l’idea dell’unificazione, in un’unica spiaggia pubblica, di Pane e Pomodoro con Torre Quetta, ma poi permetta di imporre ai baresi un ingresso a 3 euro su quest’ultima mentre a Pane e Pomodoro si paga 1 euro. A questa mia contestazione – spiegava la Melini – la Ripartizione ha risposto con uno studio di due anni fa, che giustificava con i 3 euro il rischio di impresa nel gestire la spiaggia. Un rischio che, dopo l’ultima sperimentazione, avrebbe dovuto vedere un nuovo studio, da parte dello stesso Comune, calibrato proprio sulle nuove potenzialità della spiaggia. È evidente infatti che il subappalto dei gazebo a noti ristoratori, quindi l’attrazione per gran parte della movida cittadina, ha fatto di questa concessione una “gallina dalle uova d’oro”. Insomma, permettere l’ingresso per le auto a ben 3 euro è decisamente poco vantaggioso per i cittadini e utenti baresi. Se a questo aggiungiamo che il canone annuo a base d’asta è veramente basso (poco più di 11 mila euro) è chiaro ed evidente che è un bando che non tutela a pieno l’interesse generale. <<Per di più abbiamo appreso, sempre in commissione – notava la consigliera del Gruppo Misto – che il canone lo incassa lo Stato, in quanto area demaniale, motivo per cui questa Amministrazione ha inteso porre un canone a base d’asta molto conveniente e che, per spiegarmi meglio, il gestore recupera con una sola settimana di parcheggio 3 euro. Da qui sorgono due problemi non da poco: quando si provvederà alla sdemanializzazione delle aree di interesse cittadino, come appunto le spiagge e la costa, così da incassare i canoni per cui affidiamo noi la gestione? Eppoi, com’è possibile che il Comune metta a bando aree senza applicare il regolamento comunale sull’occupazione di suolo pubblico? Ergo, lo dicono i tecnici, le aree demaniali diventano di fatto una zona franca>>. Conclusione? <<Vediamo chi vincerà e chi controllerà se la gestione corrisponde veramente a questo capitolato vantaggioso, ma soprattutto vediamo se fra i concorrenti qualcuno ha previsto un servizio di video sorveglianza e controlli sul posto per evitare – come è stato denunciato – spaccio e microcriminalità>>. E veniamo all’altro ieri, quando la stessa consigliera ha sferrato il suo attacco frontale all’aggiudicazione intervenuta nel frattempo dell’appalto per la gestione di  “Piscina, area per i cani, concerti, spettacoli, corsi di recitazione, mercatini , intrattenimento per bambini” e così via. Tutto al centro del nuovo progetto che ha vinto la gestione per ben quattro anni della più grande spiaggia pubblica della Città. <<Vista l’importanza dell’affidamento e i ritardi con i quali questa Amministrazione Decaro ha deciso di affidare l’area, considerando che è già incominciata la bella stagione, ho deciso di acquisire tutto il progetto e di verificare se quanto scritto sui giornali fosse veramente realizzabile>>, conclude Irma Melini. Insomma, piscina a Torre Quetta: è realmente realizzabile? L’offerta tecnica vincitrice, della R.T.I. Il veliero ed Esperia Nuoto, ha allegati ben 4 Masterplan, delle tavole tecniche che dovrebbero descrivere l’offerta. Orbene, le 4 tavole sono un concentrato di copia-incolla di immagini di altri lidi prevalentemente sabbiosi. Un copia-incolla –spiega infine la Melini – che presenta due tipologie diverse di piscine, pur essendo solo una quella da installare. Tutti dubbi che hanno portato la battagliera consigliera ad approfondire il tema in Commissione Trasparenza e Controllo, ma soprattutto a scrivere alla Soprintendenza e alla ripartizione Urbanistica per avere un parere preventivo paesaggistico proprio in merito alla realizzazione della famosa piscina.

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 21 Aprile 2018

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