Cultura e Spettacoli

Economie traballanti e colpi bassi

 

In principio fu il 15 dicembre 1933, giorno in cui il Comune di Oria cedette il castello federiciano alla famiglia Martini Carissimo ricevendone in cambio palazzo Martini, poi adibito a sede municipale. I Martini Carissimo restaurarono il castello con tali larghezza di mezzi e risultato che il re volle conferire alla famiglia il titolo di Conti di Castel d’Oria. Nel 2007 gli ultimi eredi di quei conti si mostrarono indegni di tanta ascendenza vendendo l’immobile alla Società Borgo Ducale srl dei coniugi Romanin-Caliandro, intenzionati a fare del maniero un edificio per ricevimenti. Essendo però il castello sottoposto a vincolo, il relativo progetto di ristrutturazione prevedeva il rispetto incondizionato delle prescrizioni della Soprintendenza per i Beni Monumentali e Archeologici di Puglia. Ma indagini condotte dal nucleo di polizia tributaria di Brindisi rivelarono che le opere edilizie realizzate non erano conformi al progetto presentato. Scattò allora un provvedimento di sequestro preventivo emesso dalla Procura di Brindisi, che tra altro accusava imprenditori, professionisti e pubblici ufficiali di abusivismo edilizio, abuso d’ufficio e tentata truffa aggravata in danno dello Stato. Una truffa perpetrata attraverso il rilascio di atti illegittimi come pareri, permessi di costruzione, certificati di agibilità e collaudo, tutti finalizzati ad ottenere un finanziamento ministeriale di tre milioni di euro a parziale rimborso delle somme investite per il restauro. Leggerezze responsabili di avere “compromesso in maniera significativa e permanente l’antico castello”.  E il danno d’immagine procurato a Oria e alla sua (traballante) economia? Mancano otto giorni al Torneo dei Rioni, massimo appuntamento stagionale, e il flusso di turisti è in continuo aumento. Ma giunti davanti all’ingresso, essi devono tornare indietro, respinti da un’arida comunicazione affissa al portone. Increduli, chiedono giustizia a Vigili, passanti, residenti. Tutti si mortificano, nessuno si sottrae al dovere di dare soddisfazione al ‘forestiero’ che comunque alla fine fa fagotto senza nemmeno fermarsi al bar ; figurarsi se è il caso di parlare di ristorante o d’albergo. E’ due volte indispettito. Innanzitutto certi sconci non hanno ragion d’essere. E poi, non potendo pretendere d’essere avvisato, si rimprovera di non aver considerato che certe cose nel Belpaese sono all’ordine del giorno. Insomma, si cruccia di non essersi aggiornato in Rete. Ma si può convivere col sospetto anche in relazione a cose sulla carta rilassanti come una gita di mezza giornata? Una volta Oria aveva persino uno zoo, che dopo quello di Napoli era l’unico del Mezzogiorno. Chiuso lo zoo e venuto meno il Castello, non le resta che il Torneo dei Rioni…. E’ a rischio pure la storica sfida rionale? Attenzione che la ‘fumosa’ Oria non esali vapori di rabbia.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 2 Agosto 2014

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