Cronaca

Ecopoli, l’antica maledizione

L’elenco delle aree verdi di Bari contempla novanta voci. Hanno tutte un nome. Alcune ne hanno di poetici (‘Giardino degli aquiloni, in via Devitofrancesco), altre sono intitolate (Giardino Fabrizio De André, al molo San Nicola), altre ancora si richiamano alla storia cittadina o alla territorialità: Lascito Garofalo, Centro Direzionale San Paolo, Madonna della Grotta… Rientra in quest’ultima categoria Ecopoli, il Parco di Japigia compreso tra le vie Prezzolini, La Pira e Rocca. Quest’area verde si distingue da qualunque altra area verde del capoluogo per il fatto d’essere l’unica da cui si possa scorgere un panorama. Sorge infatti in forma di collinetta bonifica sulla superficie della Discarica Caldarola che per anni rappresentò con la vicina Fibronit il maggiore incubo igienico di quel quartiere (a danno del quale però sopravvivono ancora i miasmi del non lontano depuratore fognario). Quella discarica venne dismessa soltanto nel 1971, quando già a Japigia vivevano diecimila persone. Tanto non mise fine ai disagi : ratti, esalazioni nocive, incendi per autocombustione o per mano di piromani, conferimenti illegali di rifiuti anche pericolosi ad opera di privati … Finalmente nel 1989 si diede avvio alla bonifica : La collinetta fu prima livellata, quindi ricoperta da un metro di terra. Infine si passò alla messa a dimora gli alberi. I lavori ebbero termine nel 1997. Aperto al pubblico, Parco Ecopoli ebbe fortuna per qualche tempo. Ma la parte peggiore dell’utenza riuscì presto a farlo involvere. Abbandonato per mancanza di fondi, il Parco degradò lentamente sino ad essere disertato (era divenuto anche un luogo socialmente pericoloso). Al presente, fra tutti i grandi polmoni verdi della città, Parco Ecopoli ha il ruolo di Cenerentola. L’ultimo gesto di attenzione risale a gennaio di quest’anno, quando si è provveduto appena al ripristino della pista di pattinaggio. Troppo poco. Per le potenzialità che esprime Parco Ecopoli meriterebbe assai di più. Invece va sparendo dalla memoria della gente, sicché anche il suo decadimento non fa più notizia. E ove se ne torni a parlare, ciò avviene solo incidentalmente. E’ il caso di questi giorni. L’ottantatreenne ex sindaco di Bari, Francesco De Lucia dovrà rispondere di tre dei quattordici decessi avvenuti tra i ventinove inquilini di una palazzina di via Archimede ammalatisi di neoplasie per essere rimasti esposti ai roghi dell’allora Discarica Caldarola. In sostanza all’ex primo cittadino si contesta l’aver approvato nel 1982 l’assegnazione di quegli alloggi sorvolando sull’assenza di controlli in ordine all’abitabilità degli stessi, in quali sorgevano su un sito notoriamente inquinato.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 20 Novembre 2020

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