Cronaca

Ed ecco il grande affare: quel diritto di prelazione sui suoli per chi compra

Mancano oramai poche ore alla riunione del Consiglio generale della Fiera del Levante in cui i rappresentanti di Comune di Bari, Città metropolitana, Regione Puglia e Camera di Commercio di Bari dovranno ratificare l’unica offerta ricevuta per la gestione, sessantennale, dell’Ente fieristico barese. Un’offerta su cui aleggia davvero sinistro il silenzio degli enti locali e dei suoi rappresentanti e di cui soltanto alcuni rappresentanti del partito di Beppe Grillo hanno rappresentato alcuni aspetti poco chiari ma soprattutto poco convenienti, in termini reddituali per la proprietà. Durante la campagna elettorale, la candidata governatrice Antonella Laricchia (M5S) inviò una richiesta agli altri candidati presidente per un confronto sul futuro della Fiera, ma senza ottenere alcun esito se non il solito, pesantissimo silenzio. Successivamente, il consigliere comunale Sabino Mangano (M5S) ha ottenuto una audizione dell’attuale Presidente dell’Ente fieristico nella Commissione trasparenza del Comune di Bari per chiedere delucidazioni sull’iter procedurale per l’affidamento della gestione. Un incontro che, però, non ha affatto tranquillizzato i 5 Stelle sui futuri 60 anni della “Caravella”, che presto potrebbero esternare altri dubbi anche sull’iter procedurale che ha condotto ad accettare una sola offerta (capestro?). E così, qualche giorno fa, in vista della decisione finale attesa per oggi, i penta stellati hanno rivolto un appello, attraverso una missiva, ai rappresentanti di Comune e Regione in seno al Consiglio generale dell’Ente fieristico per ribadire quegli aspetti sinora non chiari dell’unica offerta ricevuta e chiedendogli di compiere la scelta più opportuna, nell’interesse della comunità pugliese e delle imprese locali, approfondendo la documentazione a disposizione ed andando a fondo nell’analisi concreta delle caratteristiche della medesima offerta. Ma l’affare come sul dirsi sembra proprio fatto, anche se è il silenzio generale, che i portavoce M5S non riescono a digerire. “In merito alla ventilata ‘privatizzazione’ dell’attività e di ben 90mila metri quadri della Fiera del Levante – dichiarano il consigliere comunale di Bari Sabino Mangano e gli otto consiglieri regionali 5 Stelle Rosa Barone, Gianluca Bozzetti, Cristian Casili, Mario Conca, Grazia Di Bari, Marco Galante, Viviana Guarini ed Antonella Laricchia – sarebbe quantomeno opportuno che il Presidente della Regione manifesti pubblicamente il suo pensiero prima che venga posta l’ultima parola sul futuro dell’Ente. A nostro modo di vedere, stante i documenti a nostra disposizione e senza voler puntare il dito contro nessuno, sono molti gli aspetti discutibili e pochi gli elementi di trasparenza in un’operazione che vede anche aleggiare l’ipotesi di conflitto di interessi”. Il riferimento è alla cordata che ha presentato l’unica offerta per la gestione degli spazi della Fiera del Levante capeggiata dalla Camera di Commercio di Bari, al contempo proprietaria essa stessa dell’Ente fieristico, ad un prezzo ritenuto dai 5 Stelle “irrisorio”, pari a 1,11 euro al metro quadro l’anno. “Prima della ratifica, dunque – continuano i portavoce M5S – ci sembra quantomeno doveroso che il Presidente della Regione Michele Emiliano, peraltro Sindaco di Bari per ben dieci anni, renda pubblica la propria opinione in merito. Ancor di più se pensiamo che, in passato, l’attuale governatore abbia sempre osteggiato la scelta di manager privati a capo della ‘Caravella’, privilegiando piuttosto esperti nella gestione di enti  e risorse pubbliche: ed il risultato, purtroppo per la Puglia, è sotto gli occhi di tutti. Perciò riteniamo importante che ora Emiliano, Presidente della Regione e ‘sponsor’ dell’oramai unico e grande socio della Fiera, ovvero il Sindaco di Bari Decaro a capo anche della Città Metropolitana, dica preventivamente agli sinora inconsapevoli componenti del Consiglio generale dell’Ente fieristico cosa pensa della sortita della Camera di Commercio di Bari. Noi – concludono i 5 Stelle – avremmo sicuramente gestito questo potenziale volano economico per il tessuto produttivo pugliese in maniera completamente differente: avremmo cercato di attirare i maggiori esperti del settore e avremmo condotto il tutto con trasparenza e massima pubblicità, invitando al dialogo ed al confronto tutte le parti in causa. Ora, purtroppo, ci ritroviamo a dover rincorrere anni di accidia degli amministratori locali che, nel tempo, avrebbero potuto fare e non hanno fatto. O hanno preferito non fare”. Ma non è solamente la durata, il costo della concessione o il personale da riassorbire a finire nel mirino dei 5 Stelle. Nella seconda versione del bando, infatti, sono stati aggiunti tre capoversi che esplicitano le eventuali possibilità di sviluppare investimenti ed interventi immobiliari. In sostanza, il concessionario avrà l’opportunità di effettuare interventi immobiliari di ristrutturazioni, riuso o anche nuove edificazioni previa condivisione con il Consiglio direttivo della Fiera e nel rispetto delle procedure autorizzative urbanistiche ed edilizie. Ciò significa che sarebbe possibile proporre anche cambi di destinazione d’uso degli immobili esistenti o varianti urbanistiche. Ovviamente questi interventi devono essere autorizzati dall’Ente proprietario e devono seguire le procedure autorizzative comunali e, nel caso di varianti urbanistiche, prevedere i necessari passaggi in Regione oltre ad acquisire i pareri tecnici di tutti gli uffici ed Enti competenti in materia edilizia ed urbanistica. Ma balza agli occhi come il nuovo concessionario “potrà avvalersi della facoltà di prelazione in merito alle locazioni degli spazi del quartiere fieristico non oggetto della concessione e, in tal caso, la durata della locazione potrà essere estesa sino alla scadenza della durata della concessione stessa”. E proprio in virtù di tutti questi punti poco chiari della procedura in corso di conclusione, i portavoce 5 Stelle si accingono a presentare un esposto per voler accertare la veridicità di questi aspetti nonché per voler chiarire, stante la qualità di soggetto pubblico economico dell’Ente Autonomo Fiera del Levante, “se il comportamento tenuto dalla società pubblica sia stato legittimo oppure no, anche alla luce dei principi di trasparenza e buon andamento che informano l’agire legittimo di ogni Pubblica Amministrazione o soggetto ad essa equiparato”. Insomma, il sacco di una Città senza Piano Regolatore sembra essere cominciato in grande stile verso la periferia nord, dove i padri fondatori avevano previsto una grande Campionaria e non suoli da svalutare e magari rivendere in grande stile con la complicità di qualche ente pubblico camuffato…

 

Antonio De Luigi  

 

 


Pubblicato il 14 Luglio 2015

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