Elena, ‘madrina di guerra’ di Augusto
La splendida immagine è tratta da ‘La nave bianca’, un film del 1941 che segna l’esordio alla regia di Roberto Rossellini. Il fotogramma ritrae un’unità della Regia Marina mentre varca in uscita il canale navigabile di Taranto. Questo ‘racconto navale’, come fu definito dal Centro Cinematografico della Marina che lo produsse, venne realizzato col contributo di attori non professionisti : gli stessi equipaggi delle due navi coinvolte. Pochissime scene vennero girate a terra. Una parte del film è ambientata a bordo della nave ospedaliera Arno, l’altra a bordo di una nave da battaglia (quella in immagine) di cui per ragioni di sicurezza non si volle rivelare il nome. ma a giudicare dalla linea e dalle infrastrutture, quella nave da battaglia non poteva che appartenere alla classe Littorio, che all’epoca vedeva in mare solo la Littorio e la Vittorio Veneto (la Roma sarebbe entrata in servizio l’anno successivo e la Impero non fu mai completata). Degno di nota è che le scene di battaglia ritraggono scorci degli scontri di Punta Stilo e Capo Teulada (s’immagini il rischio per gli operatori). In ‘La nave bianca’ tutto trova inizio e fine in Puglia. Taranto resta sullo sfondo rappresentando il germoglio e lo sboccio di una toccante storia d’amore tra il marò fuochista Augusto Basso e la sua ‘madrina di guerra’, una giovanissima maestra di scuola elementare con cui intrattiene una fitta corrispondenza. La madrina di guerra è una figura nata durante la Grande Guerra dalla necessità di non far cadere in depressione i militari che non ricevevano corrispondenza. Si cominciò allora a chiedere a ragazze in età da marito di candidarsi per corrispondere, previo sorteggio, con i militari che avessero fatto richiesta di questo ‘servizio’. A individuare le madrine ammesse al sorteggio (modalità che impediva qualunque arbitraria ‘assegnazione’) provvedevano cappellani militari, sindaci, parroci e, durante l’ultima guerra, i podestà. Avevano così inizio carteggi da cui talora prendevano vita anche storie d’amore. E’ il caso di Augusto ed Elena, i quali dopo mesi di corrispondenza decidono finalmente d’incontrarsi. L’appuntamento è alla stazione ferroviaria di Taranto. Ma quando lui sta per lasciare la nave giunge l’ordine di imbarco. Non sapendo come avvisare Elena, Augusto torna con la morte al posto di combattimento. Intanto Elena, dopo un’inutile attesa alla stazione, intuisce tutto e corre verso il Ponte Girevole. Arriva appena in tempo per assistere al passaggio sontuoso dell’immensa unità. Scandita da un motivo epico, ma senza retorica (come senza retorica è tutto il film) composto da Renzo Rossellini, la scena si fa apprezzare per l’intensità dello sguardo di lei e il felice montaggio. La storia ha uno sviluppo tenero : Durante uno scontro a fuoco, Augusto resta gravemente ferito. Viene perciò trasferito a bordo della nave ospedale Arno, dove ora presto servizio Elena, che intanto si è arruolata nel corpo delle crocerossine volontarie. La nave ospedale torna a Taranto. Augusto resta a bordo in convalescenza, amorevolmente curato da Elena che pur avendolo riconosciuto non gli si rivela. Lui si strugge al pensiero della sorte della ‘sua’ corazzata. è andata a fondo, ha trionfato in battaglia? E chissà Elena… Con un romantico colpo di scena Augusto riconosce Elena nel momento in cui la sua nave fa finalmente ingresso in porto.
Italo Interesse
Pubblicato il 24 Marzo 2018