Cronaca

“Elevare la soglia del denaro contante favorisce il nero e l’evasione”

Elevare la soglia del denaro contante favorisce il nero e l’evasione. Se ne dice convinto in questa intervista che ci ha concesso il noto economista professor Leonardo Becchetti, docente alla Università Tor Vergata di Roma

CGIL, manovra e poveri

“Questa finanziaria non è bianca o nera ma con tante sfumature di grigio. In alcuni punti c’è attenzione al sociale come nella rivalutazione delle pensioni minime e nella riduzione del cuneo fiscale maggiore per i redditi da lavoro più bassi. Sul fronte opposto il livello di pensione al di sopra del quale l’indicizzazione all’inflazione si riduce troppo è troppo basso e questo danneggia anche pensionati non certo ricchi. La distinzione tra occupabili e non occupabili sul reddito di cittadinanza non esiste in nessun paese europeo. Ed i limiti di questa distinzione sono stati fatti notare ricordando che esistono decine di migliaia di lavoratori poveri che non sono occupabili ma persino occupati e hanno bisogno del reddito di cittadinanza”

 

 

 

Condivide le posizioni di Banca Italia sul contante?

“Sì la condivido. Aumentare la soglia del contante e togliere le multe per chi si sottrae ad obbligo del Pos ha come unico effetto quello di favorire il nero e l’evasione. Il governo su questo punto sostiene che con questa mossa potrebbe negoziare commissioni più basse dalle banche sulle transazioni digitali. Restare nella situazione attuale con commissioni più basse quello sì che sarebbe un miglioramento”

 

 

Cosa pensa del reddito di cittadinanza, favorisce il nero?

 

“Il reddito di cittadinanza in forme e modalità diverse esiste in tutti i paesi UE. Le differenze sono il rapporto tra somma massima erogata e soglia di povertà (più generoso in Italia) e cosa succede quando si rifiuta un lavoro. Avere una rete di povertà universale è un elemento di civiltà. Per evitare di incentivare il nero i controlli dovrebbero essere più rigorosi. Ma non si butta a mare il bambino con l’acqua sporca. Sono per una riforma che migliori accompagnamento, formazione e sia più severa sul rifiuto di offerte di lavoro”

 

Secondo lei in questa manovra si parla adeguatamente di politiche attive del lavoro?

 

“Si può fare di meglio. Oggi le politiche attive sono fondamentali in un paese che ha un problema così grave di mismatch (presenza contemporanea di disoccupati e posti di lavoro vacanti) e in un mondo dove i tassi di creazione e distruzione di imprese, posti di lavoro e interi settori sono sempre più frenetici”

 

 

 

Come è stato trattato il Sud nella manovra

 

“Nel PNRR le infrastrutture la fanno da padrone e il grosso sono infrastrutture ferroviarie nel Sud. Lo sviluppo delle rinnovabili e delle comunità energetiche vede il Sud con un vantaggio competitivo (la migliore resa dei pannelli) da sfruttare.

Volendo sarebbe stato opportuno incentivare interventi di accelerazione di capitale sociale come quelli di Fondazione con il Sud che aggiunge risorse solo alle comunità locali che hanno dimostrato di saper mettere assieme le proprie (e quindi un certo livello di attività). Risorse per il futuro adeguamento dei livelli essenziali di prestazione sono di fatto risorse per il Sud e per il mantenimento dei livelli base del suo sistema sanitario agli standard del resto del paese. Anche sulla dispersione scolastica si sarebbero potute investire più risorse mentre mantenere costante spesa pubblica su sanità ed istruzione in un quadro di inflazione elevata vuol dire di fatto ridurre le risorse reali investite in questi settori”

 

 

I principi della dottrina sociale sono rispettati?

“Sarebbe sbagliato dire o credere che la sinistra è a favore dei poveri e la destra contro. Oggi le questioni sono molto più complesse. Per aumentare la coerenza con i traguardi proposti dalla dottrina sociale bisognerebbe non abolire ma riformare il reddito di cittadinanza, evitare di favorire l’evasione e stimolare sussidiarietà, partecipazione civica e cittadinanza attiva. Da questo punto di vista sottolineo con favore l’accelerazione sulle comunità energetiche con la pubblicazione della bozza dei decreti attuativi e l’avvio della consultazione. Il dialogo e l’ascolto delle parti sociali e la disponibilità a correggere il tiro è comunque un buon segnale”.

Bruno Volpe

 

 

 


Pubblicato il 16 Dicembre 2022

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