Cronaca

Elezioni: dopo la Poli Bortone minacciato anche Schittulli

Non certamente una competizione elettorale tranquilla quella che si sta svolgendo in Puglia per le regionali prossime, nel corso della quale due dei sette aspiranti governatore hanno subito intimidazioni. Infatti, dopo la lettera di  minacce ricevuta la scorsa settimana da Adriana Poli Bortone (candidata alla guida della Regione da una delle due formazioni di centrodestra nate dalla spaccatura della coalizione), anche l’altro candidato presidente di centrodestra in corsa per tentare di succedere a Nichi Vendola alla guida della Puglia, Francesco Schittulli, ha ricevuto una lettera di minacce. A renderlo noto è stato lo stesso Schittulli in diretta radiofonica nel corso della trasmissione “Un giorno da pecora” di Radio 2 Rai, andata in onda ieri mattina, dove ha letto il testo intimidatorio della lettera pervenutagli poco prima dell’inizio della trasmissione e la cui foto gli è stata subito inviata via smartphone da suo figlio. “Vattene all’inferno, ritirati o ti facciamo saltare in aria con 50kg di semtex”. Schittulli, come è noto, è sostenuto da tre liste: Movimento Politico Schittulli-Area popolare che comprende i candidati di Ncd, Fratelli d’Italia, e Oltre con Fitto. Nel corso della trasmissione radiofonica Schittulli ha risposto alle domande di Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro sulla situazione politica del centrodestra pugliese e quando gli chiedono chi tra Fitto e Berlusconi rende più difficile il riavvicinamento, l’oncologo definisce il leader di Forza Italia “capriccioso”, mentre “Fitto, da politico, sa essere più disponibile al dialogo”. Secondo Schittulli, inoltre, “Berlusconi è un dittatore democratico e Renzi un democratico dittatore”. Ma l’aspirante governatore “fittiano” ha risposto anche a domande a carattere più personali come quella sul voto dato alla competizione europea dello scorso anno. “Alle ultime elezioni – ha dichiarato Schittulli –  ho votato per Raffaele Fitto, cioè per Forza Italia”, ma confessando pure che in passato ha votato anche a sinistra, per l’Ulivo. Commentando, poi, la ingarbugliata situazione del centrodestra pugliese che, come detto, si presenta con due candidati (nel centrodestra, oltre alla candidatura a presidente di Schittulli c’è anche quella di Poli Bortone, sostenuta da Fi, Noi con Salvini, Partito liberale italiano, Puglia Nazionale), l’ex presidente della Provincia di Bari ha affermato che: “Se mi avessero detto che sarei stato in queste condizioni, gli avrei detto di lasciar perdere con la mia candidatura”. Però, l’ultima considerazione dell’oncologo, nella trasmissione di Sabelli Fioretti e Lauro, è stata riservata ai protagonisti del centrosinistra pugliese, Emiliano e Vendola. Infatti Schittulli, infilandosi nella spaccatura politica che emerge continuamente tra questi due esponenti del centrosinistra pugliese senza però masi giungere a rottura, ha dichiarato: “Se in queste regionali si fosse candidato Vendola avrei potuto votare Pd, perché Nichi è meglio di Michele Emiliano”. E al segretario del Pd pugliese Schittulli ha rinfacciato anche la scarsa sobrietà di una campagna elettorale fatta di mega ed innumerevoli  manifesti, ma anche di sfavillanti manifestazioni pubbliche. Infatti, ha osservato l’oncologo agli intervistatori: “Chi paga queste spese? Il suo partito? E il partito, di fronte a questa crisi, spende un milione di euro per i cartelloni?” E ad una domanda dei conduttori, che gli hanno chiesto se Padre Pio voterebbe per uno come Berlusconi oppure per Fitto,  Schittulli ha risposto: “Forse Padre Pio voterebbe per me”. Ma un affondo più mirato di quello lanciato ieri da Schittulli al candidato governatore del centrosinistra è stato sferrato dal  candidato di punta della lista barese “Oltre con Fitto”, Ignazio Zullo, che, infilandosi nella polemiche a sinistra tra Emiliano e Vendola, ha rilevato: “Chi tradisce i suoi amici di coalizione, tradisce tutti e in primis i cittadini. Emiliano ha fatto dell’opportunismo il suo modus operandi ed è capace di dire qualsiasi cosa pur di accaparrarsi qualche voto in più, proprio come fece a Bari promettendo i 30 mila posti di lavoro che nessuno ha mai visto”.  “Oggi – prosegue Zullo – sostiene che tra destra e sinistra non ci siano differenze, ma non è una questione ideologica: è una linea di governo. Le forze di sinistra che fanno parte della sua coalizione, a partire da Vendola, sono portatrici di idee precise e radicali che si ripercuoterebbero, inevitabilmente, sull’azione del governo. Il suo non è un superamento delle ideologie tradizionali, ma solo una trovata ipocrita che rivela quanto sia inaffidabile”. E, continuando con le sue tesi, il capogruppo ‘fittiano’ uscente di Pdl-Fi alla Regione rileva: “Quando Renzi è in auge si dice renziano, quando lo contestano lo getta dalla torre; quando Vendola è in discesa critica i suoi dieci anni alla guida della Puglia, ma finge di commuoversi davanti a una platea di vendoliani”. E ironicamente conclude: “Emiliano è pronto a illudere chi ha bisogno con annunci ingannevoli e i cittadini baresi ne sanno qualcosa: confidarono in buonafede sui posti di lavoro che promise, per provare un’immensa amarezza quando scoprirono di essere stati sonoramente presi in giro”. Peccato, però, che di talune contraddizioni di Emiliano nelle fila delle opposizioni si ricordano solo in campagna elettorale e, quindi, alla vigilia del voto. Mentre quando Emiliano amministrava Bari o da segretario pugliese del Pd gestiva la politica del governo regionale anche le opposizioni sembravano poco attente al “suo modus operandi”. Sarà così anche in futuro?

Giuseppe Palella
 

 


Pubblicato il 7 Maggio 2015

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