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Elezioni pugliesi di secondo livello, tutto secondo previsioni tranne Foggia

Alla fine una sorpresa c’è stata nelle elezioni provinciali pugliesi di domenica scorsa. Infatti i pronostici sono stati rispettati a Lecce, Brindisi e Bat ma non a Foggia, dove il sindaco del capoluogo dauno, Franco Landella (Fi), candidato presidente del centrodestra alla Provincia di Foggia, è stato clamorosamente battuto per uno 0,46% , pur essendo dato per vincente sulla carta, poiché in teoria aveva i numeri della propria parte politica in netto vantaggio rispetto a quelli del candidato presidente del centrosinistra, Francesco Miglio sindaco di San Severo, che all’apertura delle schede è risultato in realtà il vincitore. Determinante alla sconfitta di Landella è stata la presenza di un terzo incomodo come candidato presidente, l’ex consigliere provinciale Paolo Mongiello, anch’egli di area di centrodestra, che si è presentato con una propria lista. Però, a giocare un ruolo importante nelle elezioni provinciali di Foggia è stato anche l’Udc che in questa partita ha fatto sostenere dai propri rappresentanti il candidato presidente del centrosinistra. Nessuna sorpresa invece per le elezioni provinciali di Brindisi, Lecce e Bat, dove i nomi usciti dalle urne per la guida della Provincia sono stati quelli che alla vigilia venivano dati già per vincenti. Infatti, alla guida dell’Amministrazione provinciale di Brindisi si è affermato Maurizio Bruno (Pd), sindaco di Francavilla Fontana e segretario provinciale del partito di Matteo Renzi, nonché esponente politicamente vicino al segretario pugliese del Pd, Michele Emiliano. Alla Provincia di Lecce è stato confermato il presidente uscente, Antonio Gabellone (Fi), che ha vinto anche senza il sostegno dei voti dei rappresentati centristi dell’Udc, che in questa provincia si era schierata (come nel foggiano) a sostegno del candidato presidente di centrosinistra. Anche nella Bat ha vinto il candidato presidente indicato dal centrodestra, Francesco Spina sindaco di Bisceglie, che in questo caso però è un nome espressione dell’Udc. Nessuna sorpresa anche nelle elezioni per il consiglio metropolitano di Bari, dove il pronostico di una maggioranza di eletti provenienti dalle fila del centrosinistra è stato pienamente confermato. Infatti, 10 dei 18 seggi da assegnare sono stati conquistati dalla lista del centrosinistra “Insieme per la Città metropolitana” ed 1 dalla lista “Terre democratiche”, capeggiata dal sindaco di centrosinistra di Gioia del Colle, Sergio Povia (Pd), che in queste elezioni di secondo livello si è voluto misurare fuori dal listone ufficiale del centrosinistra. I restanti 7 seggi sono stati conquistati dal listone di centrodestra “Alleanza per la Città metropolitana”. A parte la civica del Primo cittadino di Gioia del Colle, che ha ottenuto un solo seggio, a Povia per l’appunto,  tra i più suffragati per il consiglio metropolitano barese, in entrambi gli schieramenti figurano ai primi posti i nomi dei consiglieri comunali di Bari, Alfonso Pisicchio, Vito Lacoppola e Michelangelo Cavone nel centrosinistra e Anita Maurodinoia, Fabio Romito e Giuseppe Carrieri nel centrodestra. Unica eccezione tra gli eletti provenienti da altri Comuni per il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, che nella lista del centrosinistra è riuscito a piazzarsi terzo, immediatamente a ridosso di Pisicchio e Lacoppola. Infatti, ora, il vero dilemma per Antonio Decaro, presidente ope legis per i primi sei mesi della “Città metropolitana” sarà quello se scegliere il suo vice tra un eletto proveniente dal suo Comune (ed in tal il più probabile è Pisicchio) oppure di un Comune diverso (ed in tal caso il più accreditato, in base ai numeri, è Abbaticchio). Scelta non di poco conto, questa, poiché è noto che, a prescindere dalla coalizione politica di appartenenza, i rappresentati metropolitani dei Comuni della provincia barese non vedono di buon occhio un eccessivo “Bari centrismo” nella gestione della istituita Area metropolitana. In merito, inoltre, alle recenti elezioni di secondo livello per Province e Città metropolitane, il presidente della Regione, Nichi Vendola, nonché leader di Sel, parlando a Bari con alcuni rappresentati del mondo dell’informazione, ha espresso un giudizio fortemente negativo. Infatti, Vendola ha detto: “E’ solo teatrino politico, non c’è partecipazione cittadini”. E poi ha ammesso: “Ho un giudizio molto negativo su ciò che resta di quel che furono i consigli e le amministrazioni provinciali”. Spiegango che “Resta soltanto il gioco politico, il teatrino, gli accordi, i compromessi. Non c’è più la partecipazione dei cittadini, quel profumo di democrazia che forse – secondo Vendola – era la cosa da salvare”. Infatti, ha aggiunto il governatore pugliese, spiegando che “Tante cose vanno cambiate e tante ne vanno archiviate, ma tra queste non la partecipazione dei cittadini”. Ed ancora Vendola: “Quando si fa così credo non venga un buon prodotto fuori. I consigli provinciali, la compagine degli eletti, hanno a che
fare con il dietro le quinte ed i cittadini non sanno nulla di giochi e giochini”. E ha poi concluso: “Non credo sia un innalzamento del tenore della vita politica questo, francamente ho i miei dubbi”. Un giudizio, quello del leader nazionale di Sel, che sostanzialmente coincide con quello rilasciato ai Media dall’ex presidente provinciale di centrodestra della Bat, Francesco Vendola, che ha in merito sempre alle recenti elezioni di secondo grado, introdotte dalla legge Delrio dello scorso mese di aprile, ha ipotizzato un profilo di palese incostituzionalità. Infatti, ha dichiarato l’ex presidente della Bat: “Questo nuovo sistema di elezione delle Province ben presto sarà dichiarato incostituzionale dalla Corto”. Allora, se si avvera tale ipotesi, siamo in presenza di un ennesimo pasticcio all’italiana. 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 14 Ottobre 2014

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