Elezioni regionali: a sinistra volano gli stracci, a destra non sanno decidersi
Nel centrosinistra pugliese sono volati gli stracci e sicuramente ne stanno volando tutt’ora e ne voleranno ancora fino al 30 novembre prossimo, quando si apriranno i seggi per le primarie, ma il faccia a faccia televisivo, svoltosi lunedì sera negli studi della più nota emittente privata pugliese tra il trio degli aspiranti nel centrosinistra alla candidatura di governatore (il segretario regionale del Pd, Michele Emiliano, l’assessore regionale alla Trasparenza e Protezione civile, Guglielmo Minervini, ed il senatore vendoliano Dario Stefano) è stato all’insegna del fair-play. Infatti, tra i tre concorrenti della corsa alla successione di Nichi Vendola alla guida del centrosinistra alle prossime regionali solo sorrisi, strette di mano e dialoghi pacati dopo i noti scontri al vetriolo delle scorse settimane sui social network che avrebbero lasciato presagire un infuocato confronto, anziché un incontro cordiale e disteso. Lasciatesi alle spalle le polemiche e gli strascichi delle scorse settimane, i tre candidati alla guida del centrosinistra per le regionali pugliesi del 2015 si sono divisi solo nel giudizio sui dieci anni di governo Vendola, ma per il resto solo proclami soggettivi e bon-ton di circostanza, che hanno deluso quanti, tra i telespettatori, si aspettavano un confronto serrato ed a denti stretti tra rivali per la pelle. O, meglio, per una candidatura a governatore. Evidentemente è stato concordato tutto prima di presentarsi dinanzi alle telecamere, perché la posta in gioco non è solo personale, ma anche politica per una coalizione troppo lacerata sui nomi dei tre candidati, ma che tuttavia, dopo le primarie, dovrà ritrovare la quadra sulla via dell’unità, se vorrà sperare di vincere facilmente le prossime regionali e continuare a governare la Puglia, con tutta l’eredità di potere, ma anche di problemi, che lascerà l’uscente governatore. E che vi siano parecchie cose che, dopo dieci anni ininterrotti di governo Vendola, ancora non funzionano in questa Regione non ne hanno fatto mistero neppure i tre sfidanti delle primarie del centrosinistra nel corso del loro primo, e verosimilmente unico, confronto televisivo. Ammissione di disfunzioni che diventa a volte il pretesto per qualche esponente dell’opposizione per ricordare ai pugliesi che chi ora dalle fila del centrosinistra promette discontinuità nell’azione di governo della Regione dalla prossima legislatura, se vincerà le elezioni di primavera, è tra quelli che nei dieci anni di governo Vendola hanno prevalentemente tenuto le fila politiche della coalizione di maggioranza alla Regione. Infatti, a ricordare questo particolare è intervenuto il senatore forzista barese Luigi D’Ambrosio Lettieri, che in una nota di commento al citato confronto televisivo tra Emiliano, Minervini e Stefano ha, tra l’altro, dichiarato: “Peccato che la bocciatura dei dieci anni di governo Vendola e l’autopromozione di Emiliano come campione della discontinuità insieme non reggano e la seconda sia una totale mistificazione. Dimentica, infatti, di dire, l’ex sindaco di Bari, che lui è il segretario regionale di quel Pd che ha governato per dieci anni accanto a Vendola”. E, continuando, Lettieri spiega il suo punto di vista: “La giunta di Vendola non è mai stata un monocolore, né la maggioranza che ha sostenuto e votato, qualche volta facendo finta di dissentire, tutti gli atti del suo governo, era ed è del partito del presidente della giunta regionale pugliese”. Infatti, evidenzia il senatore barese di Fi “E’ del Pd” e conclude: “Il fallimento di Vendola é il fallimento di tutta la sinistra, del Pd e di Emiliano. Tutti insieme allegramente hanno prodotto dieci anni di chiacchiere e sprechi”. Un’obbiezione, quella sollevata da Lettieri, che sia sul piano politico che su quello logico non fa una grinza, se non fosse per il fatto che – come sostengono in molti – “le forze del centrodestra pugliese che proprio in virtù dei rilievi ora sollevati alla maggioranza del governo regionale uscente avrebbero dovuto avere già da tempo una proposta di programma alternativo per il governo della Puglia dei prossimi cinque anni”. “Invece, – proseguono gli stessi – a pochi mesi dal rinnovo dell’Assemblea regionale e dell’elezione del nuovo presidente della Regione, l’opposizione di centrodestra non ha ancora un nome certo su cui puntare per la candidatura a governatore”. E questo è sicuramente un dato incontrovertibile, altrettanto quanto lo è quello contestato dal senatore Lettieri al segretario pugliese del Pd che, adesso che è in corsa per la successione a Vendola, non esita su talune questioni a prendere le distanze dal governatore uscente.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 19 Novembre 2014