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Elgasud, carrozzone o gallina dalle uova d’oro? Vediamo di capire…..

Solito carrozzone inutile, o gallina dalle uova d’oro per future speculazioni? Su Elgasud, la società costituita alla fine del 2006 da Acea Electrabel e Pugliaenergy (quest’ultima a sua volta costituita da Amgas Spa Bari con una quota del 35 per cento e Amet Trani col 30 per cento) si sta dicendo di tutto. E il contrario di tutto, forse per intorbidire le acque in vista di future speculazioni private, dopo aver messo le mani sul mercato a spese di comuni che ora, invece di raccogliere i frutti, sono pronti a svendere la società ai privati. Ma andiamo con ordine. Forse molti non lo sanno, oggi Elgasud rappresenta una delle principali realtà del mercato energetico pugliese. E questo è un fatto sul quale politici e amministratori baresi dovrebbero riflettere, anche se un anno fa il Consiglio Comunale ha deciso di disfarsi della società dell’energia elettrica fortemente voluta quattro anni fa dal sindaco di Bari Emiliano e dall’ex collega di Roma, Veltroni. E nonostante critiche e attacchi, l’obiettivo di Elgasud di appropriarsi d’una importante fetta di mercato nella vendita di energia elettrica e gas in Puglia e Basilicata, a quanto pare, sta riuscendo in pieno. Ma lasciando stranamente che tutti ne parlino in termini negativi, se non addirittura fallimentari, forse per sminuirne il prezzo di mercato. Invece la società nata sull’asse Roma-Bari-Trani ha già raggiunto un’ottima quota di mercato in appena trentasei mesi, dopo lo scotto iniziale dei primi due anni in perdita, come previsto del resto nel piano aziendale. Ma lasciamo subito che siano i numeri a parlare, numeri che in economia non possono tradire: Elgasud ha chiuso il bilancio 2009 con un utile di esercizio pari a circa 71 mila euro. Un segnale che il management aziendale e i soci ritengo assolutamente positivo, soprattutto in considerazione del fatto che il 2009 è stato caratterizzato da un significativo incremento dei ricavi rispetto all’anno precedente, passati da 8,8 milioni a 32,8 milioni di euro. Eppure a Bari e Trani, dove ci sono le sedi aziendi, quasi tutti, in buona o cattiva fede, continuano a parlare di Elgasud come una “scatola vuota”, senza pensare che solo nel 2009 sono stati venduti 296 GWh di energia elettrica su circa 2,3 TWh di offerte effettuate ed il trend è ancora in crescita. E i dati sono positivi anche in prospettiva: nel corso della campagna di vendita autunnale 2009 sono stati acquisiti contratti per circa 440 GWh (+35%), con un fatturato prospettico per il 2010 di 49 milioni di euro. E così la strategia di espansione della società sul territorio ha visto in primo luogo lo sviluppo delle attività commerciali nella vendita di energia elettrica al segmento ‘Business’, in secondo la progettazione di attività focalizzate alla vendita di energia elettrica al segmento Retail e Domestico. 
Ecco i bilanci: fatturato da 49 milioni 
Anche se nessuno lo dice, insomma, c’è davvero di che essere soddisfatti, soprattutto tenuto conto che l’esercizio appena chiuso si riferisce al secondo anno effettivo di attività, mentre è ancora in corso il superamento, come detto, delle difficoltà d’inserimento nel mercato. Senza dimenticare che il sistema delle imprese vive una crisi finanziaria ed economica che ha pesanti ripercussioni sulle attività produttive. E di conseguenza sull’aumento del rischio credito. Ma Elgasud, a quanto pare, sembra aver imboccato la strada giusta per raggiungere gli obiettivi fissati quand’è nata. E infatti, partita operativamente a maggio 2007 con la sottoscrizione dei primi contratti, il Bilancio 2007-2008 s’è chiuso con 150 mila euro di perdite e i soci hanno ricapitalizzato. Il fatturato era di circa 8,8 milioni di euro, venduti circa 30 milioni di kWh. Nel 2009 il Bilancio (chiuso con un fatturato di circa 32 milioni di euro e un margine operativo lordo di 900 mila euro) arrivano i primi 70 mila euro di utile, come detto. E vengono venduti circa 300 milioni di kWh, mentre l’anno appena concluso per Elgasud sarà l’anno bel ‘boom’ con almeno 49 milioni di euro di fatturato, margine operativo lordo di almeno un milione e 200 mila euro, costi aziendali di circa 500 mila euro. Ragion per cui il restante 600 mila sarà diviso tra fondo svalutazione crediti e utile: venduti  440 milioni di kWh. E il Bilancio di quest’anno? Probabilmente verranno confermati i dati 2010, con grosse possibilità di miglioramenti d’una società con appena una mezza dozzina di dipendenti che paga l’unico compenso all’amministratore delegato e direttore commerciale Cosimo Turi, dipendente “AceaElectrabel Elettricità” che, però, gira i suoi costi a Elgasud. Tra i rimborsi del dottor Turi c’è l’affitto di casa a Brindisi (sua città natale) per oltre 2 mila euro mensili (a proposito, come mai Brindisi, se la sede Elgasud è Trani? E poi tutti questi soldi per un appartamento in affitto a Brindisi…) Ma torniamo a Elgasud, nata perché “AceaElectrabel” voleva acquisire tramite la società pugliese il ramo d’azienda dei clienti domestici di Trani e Bari come già fatto per altre realtà tipo “Umbria Energy” o “Voghera Energia”. Ora che la società romana ha fallito i suoi obiettivi, Amgas e Amet stanno tentando di uscirsene…assurdo. Ma cosa succede ora? Cominciamo con le due società Amgas di Bari, dove oltre a fornire ai clienti domestici energia elettrica comprata da altri operatori di mercato, il Consiglio Comunale, evidentemente disinformato ad arte, ha disposto la dismissione delle quote in elgasud,  nonostante la positività dell’Elgasud. A Roma, invece, Aceaelectrabel sta vivendo un divorzio in casa, che si sta consumando tra ‘Acea spa’ e i francesi di ‘Gas de Suez’, coi francesi che conservano la produzione e Acea che conserva le vendite: facile ipotizzare che nel futuro i francesi avranno bisogno di rete commerciale per vendere energia ed Acea avrà bisogno di un partner produttore o dovrà ridurre le vendite di energia elettrica cominciando dalle ‘joint venture’.
 
Francesco De Martino

 


Pubblicato il 16 Febbraio 2011

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