Cultura e Spettacoli

Else, ansia da prestazione

Il dramma di Else, la ‘signorina’ del celebre monologo di Arthur Schnitzler, si chiamerebbe oggi : ansia da prestazione. Da casa le mandano a dire che solo lei può, recuperando una cifra mozzafiato, salvare l’onore della famiglia, la dote, la vita del padre addirittura. Giovane, fragile e inesperta, figura di mediocre caratura adusa alle frivolezze da salotto borghese, Else crolla sotto il peso di una responsabilità superiore alle proprie forze e gettata in faccia come una secchiata d’acqua gelida. Ovvio che alla fine ella si dia la morte, peraltro pentendosi del gesto negli ultimi istanti di vita. Schnitzler scrisse quest’opera nel 1924, ambientandola negli stessi anni. Che farebbe, oggi, la discendente di Else? Forse neanche lei reggerebbe l’ansia da prestazione, sia pure con modalità diverse. Cosimo Severo si pone il problema e lo risolve suggerendo un modello altrettanto superficiale e banale. E siccome tale modello – a sorpresa – richiama più gli anni cinquanta che quelli dell’era globale, ecco la protagonista di questo ‘andante cantabile con brio’ che Bottega Degli Apocrifi ha di recente messo in scena al Kismet calzare scarpe da ginnastica, vestire un abitino a pois e agitare l’hula-hop intorno ai fianchi senza manifestare il minimo carisma. E anche quando decisa a prendere in considerazione il maschio salvavita di turno Elsa indossa – scalza – un elegante abito rosso, non smette l’espressione d’impotenza. Con freschezza acerba, quindi, continua a raccontarsi mettendo a nudo tutta la propria insicurezza mentre si muove lungo una misteriosa passerella ondulata che dall’alto s’inclina verso la platea (curiosa la scena disegnata da Iole Cilento e Porziana Catalano). In direzione dei fianchi di questa sorta di ‘lingua’ si protendono due ‘penisolette’ su cui episodicamente si affacciano personaggi diversi ; sono i tanti interessati maschi che, a turno, ciascuno a modo suo e in un clima delirante spalancano il portafogli. Presenze comunque non determinanti nell’economia dello spettacolo i cui maggiori punti di forza restano concentrati nel racconto della propria debolezza da parte di Else. Particolarmente suggestiva la scena finale, quando la ‘signorina’ si trova a varcare una parete d’acqua  scrosciante, probabile rappresentazione del varco tra vita e morte. Molto bene Livia Gionfrida nei panni della protagonista. Con lei in scena Edoardo De Piccoli e Fabio Trimigno.  Notevole la qualità dello sforzo produttivo. Nell’insieme un allestimento gradevole per il ritmo costante, anche brioso, mai appesantito da inutile pathos per quanto percepibile sia sin dalle prime battute l’evolvere in tragedia delle cose.
Italo Interesse 


Pubblicato il 31 Gennaio 2012

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