Emergenza casa: leggi mai applicate e belle parole…
Casa, dolce casa…quanto manchi da queste parti e sono in tantissimi a soffrirne. “Mentre in Puglia continua la richiesta di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, tante le discussioni sull’efficacia del cosiddetto Piano Casa, varato dal Governo Berlusconi nel 2009, con lo scopo di consentire un aumento della volumetria delle villette pari al 20%. Comprendiamo le motivazioni burocratiche di questo dibattito, ma nulla ha a che fare con le necessità dei cittadini pugliesi, specie quelli più disagiati. Ciò che invece servirebbe è un vero Piano Casa di Edilizia Residenziale Pubblica che risponda alle migliaia di famiglie pugliesi con difficoltà abitative spesso alle prese con procedure di sfratto o, peggio, con sfratti esecutivi già in corso” dice tutto d’un fiato il Segretario generale Sicet Cisl Puglia (Sindacato Inquilini), Paolo Cicerone. “Le polemiche di questi giorni – continua il sindacalista – e sulle quali non intendiamo entrare, non rispondono all’esigenza di abitare un alloggio a canone sostenibile da parte delle famiglie che rientrano nei cosiddetti ceti meno abbienti e che non possono permettersi i prezzi del mercato immobiliare privato perché incompatibili con i redditi al minimo di alcune fasce di lavoratori e pensionati. Chiediamo, invece, al Governatore Emiliano di procedere speditamente all’applicazione delle Leggi regionali 10 e 22 del 2014 (approvate quando era titolare dell’Assessorato competente Angela Barbanente) mai attuate e rimaste dunque sulla carta, per innescare un nuovo percorso programmato di Edilizia residenziale Pubblica necessario al benessere abitativo delle famiglie pugliesi”, la conclusione amara di Cicerone. Dunque, sempre più emergenza abitativa in Puglia, con un altro anno nero per gli sfratti e quindi con tante famiglie a rischio, soprattutto nelle città capoluogo della regione: quadro a tinte fosche per il quale più cresce il disagio abitativo e meno si intravedono interventi a favore dello stato di precarietà delle famiglie. Tutto ciò aggravato – come detto – dal silenzio dell’Esecutivo giallo-verde sulle politiche abitative pubbliche. In Puglia gli sfratti ad oggi raggiungono la quota del 90% solo per morosità incolpevole, cioè l’impossibilità dell’affittuario di pagare il canone a causa della riduzione della capacità reddituale. Questo ha già messo a rischio migliaia di famiglie che potrebbero restare senza un tetto, e che risiedono al 70% nei capoluoghi di provincia. A ciò si aggiunge il lievitare esponenziale dei costi dell’abitare, che incidono pesantemente nella gerarchia dei consumi delle famiglie, soprattutto quelle con reddito medio-basso, determinando rilevanti problemi economici: un vero freno di cui si parla poco, ma che incide sulla mancata crescita del Paese. Il problema della mancanza e dell’inadeguatezza degli alloggi si è aggravato anche a causa della mancanza di risorse destinate all’edilizia residenziale pubblica: non dimentichiamo che l’Italia è terz’ultima in Europa in termini di peso delle abitazioni sociali sul patrimonio abitativo, superata soltanto da Portogallo e Spagna. Si evidenzia quindi la necessità di adottare misure strutturali, per mostrare una volontà d’inversione di tendenza, dopo anni di totale disinteresse e di fallimento dei recenti provvedimenti legislativi in materia di welfare abitativo. Ma se la Regione Puglia è praticamente del tutto assente (…e silente) sul problema-casa sollevato da parti sociali e sindacati, che fa il Comune di Bari? Parecchi i tavoli aperti, certo, ma con scarsi risultati, a fronte di un fiume di parole belle e altisonanti –come al solito…- che non vale manco la pena ripetere a chi, però, ha ottenuto il secondo mandato di fila per portare a termine il suo lavoro….
Francesco De Martino
Pubblicato il 5 Luglio 2019