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Emergenza edilizia giudiziaria, tutti sperano nel nuovo ministro della Giustizia

Il Csm (Consiglio superiore della magistratura) avanzerà formalmente larichiesta al ministro della Giustizia di intervenire con undecreto legge sull’emergenza del Palagiustizia di Bari. Ad affermarlo è stato il Vice-presidente del Csm, Giovanni Legnini, durante un’intervistarilasciata al Tg2-Rai.“L’individuazione di una soluzionetransitoria é molto complessa” – ha detto inoltre Legnini – perché “ci sono locali da reperire, aule di udienza da realizzare, termini processuali che andrebberosospesi. E tutto ciò richiede un intervento in deroga urgente”. Infatti, secondo il Vice-presidente del Csm, venuto a Bari la scorsa settimana per rendersi conto di persona della situazione in cui si è venuta a trovare l’amministrazione della Giustizia penale nel capoluogo, occorre intervenire con gli stessi rimedi usati per  le sedi giudiziarie dopo il sisma dell’Aquila dell’Aprile del 2009. “Sevogliamo far sì che non si realizzino situazioni di difficoltàcome la prescrizione dei processi – ha detto ancora Legnini al Tg2Rai Cronache – occorrono intervenire con strumenti normativi,procedurali e con risorse, come si fa a seguito di calamitànaturali”. “Ho vissuto la vicenda dell’Aquila – ha aggiunto Legnini – anche lìsi verificò la paralisi dell’attività giudiziaria e anche lì siintervenne con decreto”. Ed il decreto legge per interveniresull’emergenza del Palazzo di giustizia di Bari è necessario, secondo il Vice-presidente del Csm,anche per “evitare la prescrizione dei processi”. Sulla stessa posizione di Legnini è anche il presidente del Cnf (
Consiglio nazionale forense), Andrea Mascherin, che ieri, dopo aver visitato latendopoli barese allestita nel parcheggio sterrato del Palagiustizia divia Nazariantz dichiarato inagibile, ha dichiarato: “Il percorso da seguire è unadecretazione di urgenza con nomina di un commissario con poteristraordinari che possa bruciare tutte le tappe burocratiche.Questa è la proposta che l’avvocatura farà al nuovo ministrosenza distinzione fra avvocatura delle diverse regioni,
nazionale o barese, perché siamo tutti avvocati di Bari inquesto momento”. Inoltre, ha esclamato il Presidente del Cnf, “ho visto in Friuli le tendopoli deiterremotati ed erano molto meglio”. Infatti, ha poi affermato Mascherin, “un post terremoto viene organizzato in maniera più dignitosa, questa è una situazione al di là di ogniimmaginazione”, perché “la peggiore delle immaginazioni non può pensareun sistema giustizia in queste condizioni”. Ed ancora: “Siamo arrivati a
questa situazione a Bari ma vi arriveremo anche in altre partid’Italia, perché l’edilizia giudiziaria è stata completamentetrascurata per decenni”. “Si è ritenuto che i problemi dellaGiustizia – ha concluso Mascherin – fossero le ferie dei magistrati, itermini processuali e la prescrizione e la soluzione fosse iltaglio dei tribunali come è stato fatto in passato, così nascondendo la verità”. E da Bari da Bari il Presidente delCnf, rivolgendosi alnuovo ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede (M5S), sullasituazione di emergenza dell’edilizia giudiziaria ha dichiarato: “Il ministro nel proprio programma,insieme ad altre cose non condivisibili, ne ha alcuneassolutamente condivisibili, come l’idea di investire ingiustizia. Ora ha l’occasione di mettere subito in pratica partedel suo programma”. E, commentando la tendopoli barese conseguenza della dichiarazione di inagibilità del Palazzodi via Nazariantz che ospita Procura e Tribunale penale,Mascherin ha rilevato: “la mancanza di investimenti porta a questedegenerazioni e comporterà costi ben superiori a quelli che cisarebbero stati con interventi tempestivi. Questo serva dalezione ma intanto dobbiamo trovare una soluzione normativamentesostenibile, con sedi transitorie da individuare su Bari. Ci
vorrà l’impegno non solo dell’avvocatura e della magistratura madella politica, a cominciare dai politici locali. E’ ora che lapolitica impari a lavorare insieme su questi temi, giustizia,
sanità, istruzione non devono essere temi divisivi. Bisognacostruire la Cittadella della Giustizia e questa situazione può essere il lancio definitivo per la realizzazione rapida di una
soluzione definitiva”. “Il primo tema che proporremo al ministro – ha continuatoMascherin – sarà la soluzione del problema Bari che non è soloun intervento a favore di Bari, ma una diversa visione dellaGiustizia, una cultura fatta di investimenti nel rispetto versoavvocati, magistrati, personale amministrativo e cittadini. Noné uno spreco di denaro, ma vite salvate ed efficienza e allalunga é un guadagno in democrazia”. Mascherin nella tappa barese è statoaccompagnato dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Bari,Giovanni Stefanì, e dal presidente della Camera penale del capoluogo, Gaetano Sassanelli, insieme ai quali ha poi incontrato i vertici degli Ufficigiudiziari cittadini e il Presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) di Bari, GiuseppeBattista. Per la cronaca ricordiamo che i senatori Pietro Grasso, nella scorsa Legislatura presidente dell’Aula di Palazzo Madama, e Francesco Laforgia, entrambi di LeU,hanno presentato una interrogazione al nuovo Ministro della Giustizia, Bonafede,chiedendo “di attivarsi, con tutte le misure necessarie,affinché si risolva la grave situazione del Tribunale di Baritenendo conto che, le udienze di rinvio a date future e incerte,tenute nelle tende, non fanno altro che aumentare il rischio di
prescrizione dei reati e impunità”. “L’instabilità dell’edificioche ospita il Tribunale – scrivono Grasso e Laforgia nell’interrogazione – non devein alcun modo avere ripercussioni negative sulla rapidità deiprocedimenti e sulla Giustizia da garantire aicittadini”. A chiedere al neo-ministro di Giustizia un intervento urgente per Bari è anche il penalista e deputato barese Francesco Paolo Sisto, coordinatore di Forza Italiaper Bari e provincia, che ha dichiarato: “La situazione del Palagiustizia diBari compromette il funzionamento dell’attività giudiziaria e,di conseguenza, la garanzia dei diritti dei cittadini. E’necessario un intervento normativo urgente per consentire lafruizione immediata di strutture pret-a-porter ”. Infatti, per Sisto, “non si può più attendere”, perché “le passerelledella politica organizzate per prendere atto dei disastricausati da Emiliano e Decaro, che con le loro scelte sbagliatehanno portato alla situazione attuale, non servono a nulla”. Ma, invece, ha concluso Sisto: “Civogliono provvedimenti e fatti”. Fatti, per l’appunto, che nel capoluogo pugliese da oltre trent’anni sono mancati, sia per i necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle sedi giudiziarie cittadine che (soprattutto) per l’adeguamento degli spazi alle sopravvenute esigenze delle attività forensi.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 6 Giugno 2018

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