Emergenza rifiuti in Puglia, tra silenzi, indifferenza e tavoli mai aperti
“La situazione dei rifiuti in Puglia ha raggiunto livelli inaccettabili, sono anni che questa situazione si protrae, ora le Istituzioni devono dare delle risposte – ha messo nero su bianco in una nota il Presidente Nazionale dell’Unione a Difesa dei Consumatori, Denis Nesci – l’emergenza rifiuti per la Puglia non è una novità, è di fatto solo la tipologia di problema che cambia. Alcuni anni fa il problema era riconducibile alle discariche, perché non veniva effettuata la raccolta differenziata. Fare la differenziata oggi sembrerebbe generare più problemi di prima, vista la mancanza degli impianti necessari a completare il riciclo dei rifiuti. In questo modo si è rimasti praticamente alla situazione iniziale, perché senza gli impianti necessari al completamente del ciclo di riciclo, è esattamente come gettare i rifiuti nella discarica”. E allora? Per l’associazione a tutela dei consumatori occorre pensare alla risoluzione del problema senza nascondersi dietro un dito, partendo dal dato di fatto oggettivo che dalle nostre parti non ci sono impianti che permettano il riciclo dei rifiuti. La Regione deve fare qualcosa ma non solo in ottica riciclo e per Nesci bisogna pensare anche alla salute dei cittadini, perché non deve essere recato alcun problema ai cittadini residenti nelle zone degli impianti. Ergo tocca al Governatore pugliese Emiliano aprire senza altri indugi un vero tavolo di confronto sui rifiuti, aprendolo alle associazioni a difesa dei consumatori disponibili per fornire il nostro apporto. Non si può aspettare la manna dal cielo – conclude Nesci – mentre con l’apertura di alcuni impianti prevista per il 2022, c’è da chiedersi cosa succederà aspettando a braccia conserte tutto questo tempo. “Bisogna accorciare i tempi, fare in modo che i cittadini pugliesi possano vivere una quotidianità rigorosa, senza dover essere costretti a rimanere bloccati a cinquant’anni fa”, l’allarme di U.di.Con. In una Puglia daccapo immersa fino al collo nell’emergenza rifiuti come dieci o vent’anni fa, sempre a causa della inadeguatezza di una Regione che, nonostante parole, impegni e promesse non riesce a fare una seria programmazione. Un fallimento che ha come conseguenza situazioni di emergenza che vanno dalla Capitanata al Salento e che avrebbe dovuto spingere Emiliano e il suo assessore all’Ambiente a rassegnare le dimissioni, hanno proclamato a vuoto anche loro, gli uomini dei partiti di Minoranza a via Gentile. “Fino ad oggi la Regione – hanno già sparato a zero i consiglieri pentastellati – ha prodotto solo continue ordinanze, in alcuni casi andando in deroga ai titoli autorizzativi degli impianti chiamati a contenere l’emergenza. Impianti, di cui spesso sono state denunciate le inefficienze, come accaduto per l’ASECO di Ginosa per cui sia Emiliano che Stea avevano solo parole d’elogio e ora sotto sequestro preventivo per decisione della magistratura”. Dunque, preoccupa il ricorso a speciali forme di gestione dei rifiuti che non garantiscono il trattamento dei rifiuti, favorendo situazioni di rischio igienico-sanitario. Desta, ad esempio, preoccupazione l’avvio di alcuni quantitativi di FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) vale a dire materiale emerso dalla raccolta differenziata dell’organico, meglio noto come umido, presso impianti di TMB (trattamento meccanico biologico) non abbastanza tastati. I consiglieri del Movimento Cinquestelle rivendicano le loro proposte risalenti al 2016, per avere a disposizione strumenti per fronteggiare situazioni di emergenza. Evidentemente la Regione preferisce l’emergenza alla buona gestione. “Questa situazione contribuisce a favorire le lobby private della gestione dei rifiuti, vista la totale mancanza di impianti pubblici. A pagare come sempre sono i cittadini, anche quelli virtuosi, che come premio per la differenziata vedono strade con cumuli di rifiuti e una TARI sempre più alta a causa dei maggiori costi di conferimento e di trasporto”. Ma il presidente Emiliano e l’assessore Stea sull’emergenza rifiuti sembra proprio non abbiano nulla da dire…
Francesco De Martino
Pubblicato il 3 Luglio 2019