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Emergenza sfratti: solo a Bari mille famiglie a rischio

Non accenna a placarsi l’emergenza abitativa in Puglia: sono 4.303 gli sfratti certificati al 31 dicembre 2015 ai quali vanno purtroppo aggiunte 5.194 richieste di esecuzione già pendenti e precedenti al periodo in questione. Relativamente ai 4.303 sfratti del 2015 sono ben 3.782 quelli per morosità incolpevole, cioè a carico di famiglie impossibilitate a pagare il canone di locazione a causa di mancanza di reddito. Questi i dati diffusi dall’Ufficio statistico del Ministero degli Interni, ed evidenziati dal Sicet/Cisl regionale, che portano la Puglia ad un totale di 9.497 famiglie a rischio sfratti. Spulciando tra le tabelle ministeriali sui numeri dell’emergenza nelle singole province pugliesi, Bari e Bat nel 2015 contano 994 sfratti la prima e 968 l’area del Norbarese a cui si devono sommare 96 richieste di esecuzione – già in atto e quindi precedenti al 2015 – a Bari e 1.328 richieste di esecuzione nella Bat; mentre Brindisi si ferma a 199 sfratti appesantiti da 670 richieste di esecuzione; Foggia (778) e Lecce (434) sfratti più 1197 richieste di esecuzione nella Capitanata e 1903 nel leccese. Solo la provincia di Taranto non ha alcuna richiesta di esecuzione pregressa ma conta pur 930 sfratti. Il Ministero, spiegano dal Sindacato Inquilini della Cisl, precisa che per la provincia di Bari il dato risulta ancora incompleto. Il Segretario generale del Sicet Cisl di Puglia, Paolo Cicerone, sottolinea come “ la Cabina di Regia sull’emergenza abitativa individuata dal Protocollo sulle politiche abitative siglato nei giorni scorsi tra i sindacati Inquilini, sindacati confederali, Regione Puglia e Anci, dovrà interrogarsi sulle misure di contrasto da mettere in campo a favore delle circa 10 mila famiglie pugliesi alle prese con la perdita dell’alloggio dando la possibilità di poter traghettare queste famiglie ad altri alloggi a prezzi sociali. Oltretutto – aggiunge il sindacalista – vi sono oltre 30 mila richieste inevase di alloggi popolari, cioè altrettante famiglie in attesa di assegnazione”. Eppure la situazione pareva migliorata, almeno negli ultimi due anni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 14 luglio 2014 del decreto attuativo del Ministero delle Infrastrutture, sono diventate pienamente operative le disposizioni della legge 80/2014 sulla morosità incolpevole. Ergo toccava ai vari Comuni attivarsi per compilare le liste delle famiglie che hanno diritto ai fondi stanziati per legge e permettere quindi l’accesso a questa risorsa (per l’intera regione Puglia sono stati stanziati poco più di 700 mila euro, una goccia ma meglio di niente) e trasmetterle al Prefetto per sospendere gli sfratti con procedura esecutiva in corso. Le risorse del Fondo, ricordiamolo, possono essere utilizzate nei Comuni ad alta tensione abitativa come Bari che abbiano avviato bandi o altre procedure amministrative per l’erogazione di contributi in favore di inquilini morosi incolpevoli, di inquilini cioè impossibilitati a provvedere al pagamento del canone locativo a causa della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare, con la possibilità, per coloro che sono già destinatari di un provvedimento di sfratto, di richiedere alla Prefettura una graduazione programmata dell’intervento della forza pubblica nell’esecuzione del provvedimento. Tanti, troppi i padri di famiglia improvvisamente licenziati o in cassa integrazione, separati con figli a carico, col dramma di non essere più in grado di pagare l’affitto non certo per colpa loro. Per questo da tempo sono in allerta le associazioni rappresentative dei proprietari e degli inquilini, per ridurre il disagio abitativo e per adottare misure di graduazione programmata dell’intervento della forza pubblica nell’esecuzione dei provvedimenti di sfratto. Il Comune di Bari è in prima fila, come dimostra l’impegno dell’ex sindaco Emiliano e del suo successore Decaro e Brandi vicesindaco e assessore alla Casa sull’emergenza abitativa: sospendere gli sfratti per morosità incolpevole in modo da mettere il Comune nelle condizioni di fronteggiare caso per caso le urgenze, l’ordine tassativo.

 

Antonio De Luigi

 

 


Pubblicato il 28 Maggio 2016

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