Cronaca

Emergenza-urgenza: addio ‘Areu’, ma i problemi restano

Altro che urgenza nel settore dell’intervento emergenziale: tutto fermo, anzi, tramontato per sempre l’istituzione dell’agenzia che doveva servire alla Regione Puglia, in una parola, ad assorbire compiti e funzioni del ‘118’. Dunque, le associazioni di categoria e addetti ai lavori assistono stupefatti e impotenti all’ennesima magra figura attorno a ciò che il governo regionale e il presidente  Emiliano continuano a <<non fare>> per migliorare ed evolvere il servizio di emergenza-urgenza del 118 regionale. In effetti il servizio continua ad avere grosse lacune organizzative e soprattutto logistiche, affidato a più teste “pesanti” quali associazioni e A.S.L. che dovrebbero rendere il servizio impeccabile. Invece –come affermano gli utenti e gli addetti ai lavori – continuano a navigare a vista in un mare di problematiche che molto spesso vengono da loro create. I fatti? Dopo un anno circa dall’ approvazione dal Azienda Regionale Emergenza-Urgenza 118 Puglia in III commissione, sbandierata in mille proclami e post pubblicati in ogni dove, l’estate scorsa il governo regionale ha saltato la discussione del progetto A.R.E.U, chiudendo una partita che forse serviva a scopi più elettorali, che legati alla risoluzione dell’emergenza-urgenza in Puglia. Insomma, il sistema continua a dare parecchi problemi, creando uno stato di malessere generale fra gli operatori, dato che in questo modo il governo regionale che ha creato operatori di serie A e operatori di seri B, e continua imperterrito a giocare sulla pelle dei cittadini pugliesi e in questo periodo anche di tanti cittadini e turisti ospiti della nostra regione. Esclusi alcuni consiglieri regionali, non si vede interesse e allora: perché è calato nuovamente il silenzio su un servizio che serve a salvare vite umane? Ci sono interessi oscuri, dietro a questo silenzio? Già nel corso dell’autunno 2018 c’era incertezza sull’AREU e con essa il futuro dei posti di lavoro di medici e infermieri del 118. Le preoccupazioni dei medici che lavorano ogni santo giorno sulle nostre autoambulanze sul proprio futuro occupazionale, che hanno condotto spesso anche allo stato di agitazione, sono quindi ancora più che motivate. Ecco spiegato il motivo per cui i rappresentanti degli ordini di categoria dei medici sono tornati a chiedere conto alla Regione, modificando il disegno di legge con lo stralcio della norma sulla dipendenza, e con l’assicurazione della tutela dei posti di lavoro dei medici attualmente impiegati nel 118 in Puglia. E così, se pure è da approvare in sostanza la scelta della Regione di chiudere definitivamente l’ipotesi della nuova Agenzia per l’emergenza/urgenza, che poneva diverse criticità, adesso occorre procedere di buona lena con una riorganizzazione del sistema su basi differenti. <<La stabilizzazione degli autisti soccorritori va incontro a legittime istanze dei lavoratori” – commenta Nicola Gaballo, Referente Fimmg Emergenza Urgenza Puglia, dopo la notizia data dal capo Dipartimento della Salute Vito Montanaro, che fa tramontare definitivamente l’AREU – e tuttavia la riorganizzazione della rete delle postazioni non può non tenere conto del parere dei medici. È inoltre giunto il momento di ridefinire a distanza di 10 anni un Accordo integrativo regionale per il settore dell’emergenza, che è ormai obsoleto>>. L’obiettivo comune? Continuare a dare ai cittadini pugliesi un sistema dell’emergenza di eccellenza rispetto allo scenario nazionale. Al momento il 118 pugliese, secondo i dati forniti dalle società scientifiche di settore, riesce a garantire un tempo medio di arrivo sulla scena per codici rossi e gialli, in area urbana ed extraurbana, di 16 minuti e 8 secondi, tra i più veloci in Italia; inoltre, grazie all’elevato indice di medicalizzazione e di infermierizzazione degli equipaggi di soccorso, il 30% di tutti i pazienti viene visitato, trattato e lasciato a domicilio, evitando accessi inappropriati al Pronto Soccorso. In un momento storico in cui il modello di riferimento per il servizio sanitario regionale è basato su pochi ospedali e una rete diffusa di servizi sul territorio, il 118 deve continuare a rappresentare uno snodo importante di questa rete.  Ma stando attenti a non impoverire il sistema territoriale, stabilizzando i medici dell’emergenza-urgenza che hanno contratti precari, ma anche accelerando le procedure concorsuali per i contratti in convenzione a tempo indeterminato.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 10 Dicembre 2019

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