Cronaca

Emiliano alla direzione del Pd si allinea ma non si rassegna

La direzione nazionale del Pd svoltasi ieri a Roma e che avrebbe dovuto decidere se aprire le porte del partito ad un’ipotesi di accordo di governo con il M5S si è conclusa, come era nelle previsioni, con un nulla di fatto.  Il segretario reggente, Maurizio Martina, ha infatti chiuso il capitolo “accodo con i 5 Stelle”, preferendo incartare la fiducia a guidare il partito fino alla prossima assemblea nazionale onde evitare di spaccare una comunità politica, quella del Pd per l’appunto, già lacerata e duramente provati da giorni di accese polemiche ed accuse reciproche tra le diverse anime che la compongono. In altri termini, Martina ha scelto la pacificazione interna allo scontro sulla definizione di una chiara linea politica del partito nelle consultazioni in atto per la formazione di un governo. Ad adeguarsi alla scelta di Martina, senza però rassegnarsi, è stato invece il  presidente della Regione Puglia e leader della corrente di minoranza “Fronte democratico” interna al Pd, Michele Emiliano, che in direzione ha provato a contrastare la linea di chiusura ai ‘5 Stelle’ imposta dall’azionista di maggioranza del partito, Matteo Renzi, ma il suo intervento si è rivelato una voce nel deserto poiché, eccettuata la sponda offertagli dal discorso del suo seguace pugliese Francesco Boccia, non ha trovato seguito neppure tra le altre “anime” di minoranza che, insieme ad Emiliano, erano su posizioni diverse e contrastanti  a quelle dell’ex segretario-premier. Il governatore della Puglia nel suo intervento ha dichiarato:  “Martina abbia preso atto del veto di Renzi a proseguire col Movimento 5 Stelle, ma io non mi rassegno a non parlare degli argomenti che sarebbero stati oggetto del confronto. Sosterremo Martina ma vigileremo perché non si faccia un governo con le destre e insisteremo perché col Movimento si riapra discussione nel merito”.Ma l’affondo di Emiliano alla linea politica dell’ex segretario è giunto quando ha sostenuto che “Stasera alterniamo momenti in cui sembriamo Willy il coyote che insiste con le sue strategie perdenti a momenti di approfondimento politico che mi rincuorano. Martina ha provato ad aprire un confronto con il M5S, ma con l’intervista tv di Renzi, diamo l’impressione di non volerci neanche provare, neanche ipotizzare un cambiamento di strategia”. Nel discorso di Emiliano non è mancato un richiamo narcisistico alle questioni pugliesi. Infatti, il governatore ha detto: “Come per l’Ilva o la Tap in Puglia, se ci fossimo seduti una volta in questo partito a parlare di una strategia alternativa, forse non avremmo avuto il 53 per cento del M5S a Taranto”. Ed ancora: “Io per primo avevo proposto degli assessorati a queste persone, per metterli alla prova. Maurizio ci ha riprovato, ma lo hanno fermato. Lo abbiamo fermato noi”. Non è mancata anche una punta di ironia quando Emiliano ha affermato: “Vorrei proporre un premio per Ettore Rosato che ha capito che bisognava tornare al proporzionale per tornare al sistema del dialogo. Poi, però, coloro che sono arrivati terzi si chiamano all’opposizione di un governo che ancora non esiste. E’ una cosa ridicola. Rideremo di noi stessi”, ricordando anche con una sorta forse di superiorità di vedute: “Ve lo avevo detto anni fa che il Movimento 5 Stelle sarebbe diventato il primo partito di questo Paese”. Parole, queste, inutili però anche per colui che le ha pronunciate, perché era già tutto deciso anche da parte dello stesso Martina. E dunque, per il segretario reggente, stopa “liste di proscrizione e attacchi feroci” tra esponenti dello stesso partito, però è stata espressa da parte sua in modo esplicito una richiesta di “ripensamento netto anche su come si fa un partito, su come si sta insieme, su come ci si riconosce, su come ci si confronta e si prendono decisioni dopo essersi ascoltati e confrontati con la voglia di costruire una risposta comune”, perché “non tutto – per Martina – si può risolvere sempre con la logica dei rapporti di forza”. Parole, queste, che son sembrate chiaramente indirizzate a Renzi, che alla luce dei fatti dei giorni scorsi è risultato essere il segretario ombra del Pd, in virtù della forza dei numeri di cui gode negli organi del partito, ma soprattutto nei gruppi parlamentari di Camera e Senato. Numeri più risicati in direzione rispetto a un anno fa, ma certamente ancora sufficienti per imporre la linea al partito.  Il deputato pugliese Boccia (area Emiliano) è intervenuto per rilevare che il Pd, chiudendo ogni rapporto con gli altri partiti, da ragione a Di Maio (M5S) che chiede di andare nuovamente al voto, ma prima però occorre un congresso. Ed a parlare di congresso prima delle urne è stato anche lo stesso Martina, che ha detto: “é chiaro che una parte importante delle riflessioni che ho provato a proporvi non possono trovare una risposta compiuta solo nella discussione di una direzione. Sento come tanti altri il bisogno di uno sforzo congressuale nei tempi giusti capace di andare in profondità e di non rimanere in superficie”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Maggio 2018

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