Emiliano all’assalto di Renzi nel Partito Democratico
Il governatore pugliese Michele Emiliano domenica scorsa, durante la trasmissione televisiva “in ½ ora” di Rai 3, condotta da Lucia Annunziata, ha dichiarato la propria disponibilità a scendere in campo contro l’ex premier Matteo Renzi per spodestalo dalla segreteria nazionale del Pd. Per farlo, però, è necessario che nel partito si apra in anticipo la stagione congressuale, cosa che Renzi non intende fare se non alla scadenza prevista dallo Statuto, ovvero a dicembre prossimo. Emiliano invece insiste nella sua richiesta di anticipo del congresso e per questo dal suo profilo Facebook ha lanciato la piattaforma telematica “primailcongresso.it” per una mobilitazione degli iscritti al partito, finalizzata ad una raccolta firme avente come obiettivo l’anticipo della convocazione della massima assise del partito. “Da questa piattaforma – si legge nell’appello di Emiliano su Facebook – parte la nostra campagna per raccogliere le firme e per riaprire un confronto ampio con tutti gli iscritti e con il Paese”. “Dobbiamo capire, prima dei nomi, quale sia il programma con cui intendiamo presentarci agli italiani” rileva inoltre il competitor pugliese di Renzi, che proseguendo commenta: “Esiste un’Italia della quale nessuno parla e alla quale il Partito Democratico deve rivolgere lo sguardo. Invece negli incontri di partito, che ultimamente sono molto ben organizzati con un copione prefissato e un finale altrettanto scontato, di quest’Italia non si parla o se ne parla in maniera collaterale, non come se fosse il centro delle nostre preoccupazioni”. Infatti, chiarisce Emiliano: “Il Partito Democratico è nato non per difendere gli interessi di pochi potenti contro gli interessi della collettività ma, al contrario, per dare voce e rappresentanza a chi da solo non conta niente e i cui interessi, sommati, costituiscono il bene comune”. “Quella parte di Italia – aggiunge il governatore pugliese – si è trovata senza difese di fronte a un partito che è apparso più impegnato a risolvere i problemi di petrolieri, finanzieri, banchieri, che quelli degli italiani e delle italiane”. Quindi, per Emiliano “questa raccolta firme serve a chiedere uno spazio di partecipazione e consultazione che consenta a tutti di sentirsi parte di un progetto comune. Aprire subito la procedura congressuale è l’unica strada per ritrovare l’unità del Partito Democratico e rafforzare il Centrosinistra. La tua firma è il primo passo”. Però, la raccolta firme non è una partita che Emiliano si giocherà da solo, perché verosimilmente il terreno su cui disputarla se lo è preparato da tempo insieme a tutti coloro che nel Pd stanno chiedendo il congresso anticipato. Infatti, tra coloro che già da subito, dopo la sconfitta referendaria dello scorso 4 dicembre, stanno chiedendo la convocazione anticipata della massima assemblea del partito, ci sono due deputati dem pugliesi, Francesco Boccia e Dario Ginefra (ironia della sorte, entrambi coniugati con colleghe parlamentari di Forza Italia, ossia rispettivamente la campana Nunzia Di Girolamo e la piemontese Laura Ravetto), che da tempo, prima con un documento interno al partito ed ora con le firme, stanno spingendo alla verifica nel partito sul consenso della base alla linea politica del segretario-ex premier. Infatti, il deputato biscegliese aveva dichiarato in precedenza che “ se da Renzi, segretario eletto nel 2013 e in scadenza nel 2017, non arriveranno risposte chiare sul congresso che deve tenersi per correttezza politica verso i nostri militanti, prima delle elezioni politiche, raccoglieremo le firme per un referendum tra gli iscritti del Pd”. E tale iniziativa non ha tardato ad essere intrapresa da parte di Emiliano. Non è da escludere che la stessa possa essere stata concordata anche con tutte le altre anime interne al Pd che si contrappongono al segretario in carica. Sul sito telematico lanciato da Emiliano (www.primailcongresso.it) è possibile registrarsi e contribuire alla campagna di raccolta firme per richiedere il referendum deliberativo, ai sensi dell’art. 27 dello Statuto. Si ricorda, infatti, che per chiedere il referendum del partito occorrono 20mila firme di iscritti (pari al 5% del totale). Raggiunta tale soglia, il voto al referendum sarà aperto alla partecipazione di tutti gli elettori. I quesiti proposti per chiedere che il Congresso del Pd si svolga prima delle elezioni politiche sono: a) “Sei d’accordo che il Partito democratico debba svolgere il congresso prima delle elezioni politiche per determinare il proprio programma politico e le alleanze?”; b) “sei d’accordo che il PD, aprendo una discussione politica nel paese, decida il programma elettorale nazionale attraverso un processo partecipativo tra gli iscritti e gli elettori consistente nello svolgimento di un congresso programmatico?”. Sullo scontro in atto nel Pd il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto se lui fosse schierato con Renzi o D’Alema, ha detto: “Io ho votato Renzi e se ci sarà un congresso rivoterò Renzi”. Emiliano a sua volta, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di commentare tale affermazione di Decaro, ha dichiarato: “sbaglia ma è libero di farlo”, precisando inoltre che “qui in Puglia non è come in Italia dove Renzi obbliga tutti a fare come dice lui, qui c’é libertà”. “Io – ha concluso ironicamente Emiliano – sono un po’come quelle jeep americane che liberarono l’Italia dopo la seconda guerra mondiale”. Peccato, però, che a Decaro non sia stato ancora chiesto se, in caso di scontro per la segreteria tra Renzi ed Emiliano, voterà l’ex premier o il governatore. Infatti, a detta di qualche bene informato, molti renziani di Puglia sembra che siano già pronti al cambio di casacca nel caso in cui scendesse in campo Emiliano, anche il governatore pugliese parrebbe aspirare più al ruolo di candidato premier più che a quello di segretario del Pd. Anche se per la battaglia congressuale siamo ancora solo agli inizi, ma ci sono sicuramente già i presupposti per vederne delle belle.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 1 Febbraio 2017