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Emiliano “battitore libero” alla Regione ma anche per il Comune

Nella maggioranza di centrosinistra che da giugno del 2015 governa la Puglia c’è probabilmente “qualcosa” che non funziona nel rapporto tra il governatore Michele Emiliano del Pd e la coalizione di forze che lo sostiene nell’Aula del palazzo barese di via Capruzzi. Infatti, è di appena qualche giorno fa la notizia che l’ex senatore forzista barese Massimo Cassano, promotore insieme al consigliere regionale Gianni Stea (eletto nelle fila “alfaniane” del centrodestra) della civica “Puglia polpolare” in alcuni Comuni del barese chiamati al voto alle amministrative dello scorso giugno, si sarebbe accordato unitamente a Stea con Emiliano, per dar manforte elettorale sia allo stesso governatore, alle prossime regionali del 2020, che al sindaco renziano di Bari uscente, Antonio Decaro, alle più ravvicinate amministrative baresi del 2019. Quindi, in pratica, il governatore Emiliano avrebbe sin d’ora allargato il perimetro del centrosinistra, sia alla Regione che al Comune di Bari (dove però il capo politico effettivo della coalizione è Decaro), all’insaputa sia delle altre forze alleate di governo della Puglia e del capoluogo che financo del suo partito, il Pd. Infatti, a parlare di “iniziativa autonoma” di Emiliano, in un’intervista apparsa su un giornale locale, è stato proprio il segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra, che in tal modo ha lasciato però intendere chiaramente che “l’operazione Cassano” e Stea è un’iniziativa messa in atto unicamente da Emiliano a livello politico individuale e, quindi, senza alcun coinvolgimento delle forze politiche della coalizione di cui è espressione e forse anche del sindaco Decaro che delle alleanze politiche a Palazzo di Città dovrebbe essere il promotore, oltre che principale ed unico capo responsabile. Pertanto, se così fosse, vorrebbe forse dire che Emiliano non solo intesse significativi accordi politici alla Regione senza tenere conto dell’intera compagine che lo sostiene, ma addirittura continua ad operare anche per le intese politiche al Comune di Bari, dove a guidare la coalizione di centrosinistra, da giugno del 2014, è – come è noto – il renziano Decaro. Quindi, il governatore pugliese nonché leader della corrente di “Fronte democratico” del Pd sarebbe un vero e proprio “battitore libero” nel centrosinistra pugliese che decide per gli accordi politici non soltanto alla Regione, ossia per se e tutte le forze che lo sostengono in quel consesso, ma anche addirittura al Comune di Bari, prescindendo dal sindaco Decaro e dalle sigle che sostengono quest’ultimo alla guida della città dal 2014. Ed in quest’ottica alla Regione già circolano le voci secondo cui l’accordo con l’ex sottosegretario barese al Lavoro nei governi Renzi prima e Gentiloni dopo dovrebbe avere assicurato il posto da presidente all’ente Parco dell’alta Murgia, mentre il consigliere ex “alfaniano” Stea, dichiaratosi forzista fino a qualche settimana fa, dovrebbe invece entrare in giunta regionale con la delega all’Ambiente. Ma fin qui “nulla questio” sugli accordi di Emiliano con Cassano e Stea, trattandosi di un’operazione politica che riguarderebbe direttamente il presidente della Regione e considerato che i partiti e, soprattutto, i consiglieri di maggioranza che dal giugno del 2015 lo sostengono in consiglio pare che ritengano di non obiettare alcunché al modo di gestire i rapporti politici interni alla coalizione di governo. Invece, sugli accordi di Emiliano con i forzisti Cassano e Stea anche sulle alleanza al Comune di Bari qualcosa sicuramente non quadra agli occhi non solo di alcuni addetti ai lavori, ma soprattutto di molti elettori baresi. Infatti, in questi giorni non sono pochi a chiedersi come sia possibile che Emiliano possa con una “autonoma iniziativa” decidere anche per le alleanze al Comune del capoluogo senza che il diretto interessato, ossia il sindaco Decaro, possa aver dato il proprio assenso? E tale domanda non appare affatto fuori luogo. Ma verosimilmente neppure una risposta negativa lo sarebbe, se non fosse per il dubbio di molti baresi che, con il sindaco Decaro, a comandare effettivamente a Bari possa essere ancora Emiliano. E, quindi, in tal caso si giustificherebbe anche l’accordo politico del governatore con Cassano per le prossime amministrative baresi. Non tarderanno gli elettori baresi a scoprirlo. Ma neppure qualche forza politica vicina a Decaro al Comune, ma all’opposizione alla Regione.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 21 Settembre 2018

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