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Emiliano candidato alle Europee? Se “garantito” dai prossimi vertici del Pd…

Il risultato ottenuto dal partito di Matteo Salvini alle regionali abruzzesi di domenica scorsa (circa il 27% dei voti validi) verosimilmente ha spaventato il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ancor più dei sondaggi precedenti, che pur davano alla Lega una percentuale a due cifre forse addirittura superiore a quella effettivamente conseguita. Però, a spaventare il governatore pugliese potrebbe essere stato anche il dato che la coalizione di centrodestra, ovvero le tre sigle insieme di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, in Abruzzo ha riportato circa il 50% dei voti di coloro che si sono recati alle urne. Un risultato, questo, che è forse andato anche oltre le aspettative dei leader nazionali e locali di quella coalizione e del neo presidente regionale Marco Marsilio, che probabilmente non pensavano affatto di poter raggiungere oltre 18 punti di percentuale sulla formazione classificatasi seconda. Ma le sorprese negative del recente risultato elettorale abruzzese per Emiliano sono anche altre. Infatti, il presidente della Regione Puglia, commentando su Facebook i dati elettorali di domenica scorsa, ha scritto: “Il risultato delle elezioni abruzzesi dimostra che in Puglia riusciamo a prevedere cosa avverrà con due anni di anticipo”. “Sarà durissima per noi – ha scritto inoltre Emiliano nel suo post – e il nostro avversario sarà Salvini e il suo neoautoritarismo di estrema destra che sta smantellando il M5S e la sinistra che non é capace di parlare all’intera comunità italiana”.Di qui l’iniziativa di Emiliano – comunicata sempre attraverso la sua pagina su Facebook – di “lanciare un Comitato di liberazione nazionale che accolga in un’unica coalizione tutte le forze democratiche indipendentemente dal loro tradizionale schieramento”. E, quindi, Emiliano ha proposto di costituire una sorta di Cln, ovvero di “Comitato di liberazione nazionale”, per tentare di contrastare un temuto “neoautoritarismo della estrema destra salviniana” che probabilmente – lo stesso Emiliano – ritiene pericoloso più sul piano politico-elettorale, per la sua riconferma alla guida della Puglia nel 2020, che per i rischi di tenuta democratica delle Istituzioni. Anche se poi il governatore pugliese, proseguendo, ha scritto: “Questo non é trasformismo opaco, ma costituisce un’iniziativa tesa a fronteggiare un’emergenza democratica attorno alla quale rivolgo un appello a tutti e a tutte i liberi e forti che hanno a cuore la Puglia e il Paese”. Pertanto, l’invito su Facebook di Emiliano alla sua coalizione pugliese di centrosinistra , dopo le recenti regionali in Abruzzo, è sta: “Non dividiamoci, combattiamo insieme alle elezioni di Bari e della Regione Puglia, condividendo il programma e raccontando le cose straordinarie fatte in questi anni”. “Abbiamo cambiato la storia della Puglia nel 2004 e non abbiamo intenzione di cedere”, perché “La Puglia non torna indietro”.E’ evidente che il recente dato abruzzese dimostra una chiara tendenza politica dell’elettorato spostata verso il centrodestra, in particolare, sulla Lega di Salvini che si va affermando come il primo partito non solo della coalizione di cui è parte, ma dell’intero scenario politico nazionale, avendo superato anche il M5s che alle politiche dello scorso anno era risultato primo. Ed è proprio il partito di Salvini che verosimilmente preoccupa Emiliano sia per le amministrative baresi di fine maggio che, soprattutto, per le regionali pugliesi del prossimo anno, quando a giocarsi la partita elettorale sarà lui in prima persona. Infatti, stante ad alcune indiscrezioni, il governatore pugliese proprio per il timore di non essere riconfermato nel 2020 alla guida della Regione (e non soltanto per una possibile ascesa della Lega di Salvini anche in Puglia!) starebbe pensando da tempo ad una sua eventuale candidatura alle prossime elezioni europee di fine maggio. Infatti, così facendo Emiliano, in caso di elezione, potrebbe rimanere alla guida della Puglia per sei mesi dalla data di proclamazione, prima di decidere se optare per il seggio al Parlamento europeo o conservare la poltrona di governatore fino alla cadenza naturale del mandato, ossia a maggio del prossimo anno. E quindi, in tal caso, ricandidarsi alla presidenza della Regione. Nel frattempo, però, Emiliano avrebbe la possibilità di capire meglio come potrebbe evolvere lo scenario politico-elettorale nazionale e, quindi, anche locale. E, inoltre, ben sapendo che, a prescindere dall’eventuale e presumibile ascesa della Lega il prossimo anche alle regionali pugliesi, nella coalizione di centrosinistra locale i malpancisti nei suoi confronti sono parecchi. A cominciare dai vendoliani di Sinistra italiana fino a giungere a quella fetta consiste del Pd pugliese che considera Emiliano un “nemico interno” al partito e che da tempo quindi sta pensando di metterne in discussione la ricandidatura a governatore. Quindi, secondo qualche bene informato di politica locale ma anche nazionale, Emiliano potrebbe aspirare ad un posto in lista nel Pd per le prossime europee. E questo sicuramente non glielo negherebbe alcuno, sia che a vincere la corsa a segretario del partito fosse Nicola Zingaretti, sia se fosse Maurizio Martina. Perché ciò che per Emiliano sarebbe verosimilmente più problematico (in entrambi i casi !) è la “garanzia” dei vertici del partito ad essere adeguatamente sostenuto in tutte le altre 5 regioni della Circoscrizione elettorale meridionale, per poter puntare ad una elezione sicura al Parlamento europeo. Infatti, se Emiliano riuscisse ad ottenere la certezza ad essere favorito dai prossimi vertici nazionali del Pd per una sua elezione alle prossime europee, allora lui probabilmente sarebbe già della partita.

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 12 Febbraio 2019

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