Emiliano con gli altri governatori da Renzi per avere più soldi per la sanità
Il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Sergio Chiamparino (Pd), governatore della Regione Piemonte, ha denunciato i rischi di aumento di tasse e ticket locali a seguito del mancato necessario incremento, nella prossima “legge di Stabilità” (la ex legge Finanziaria, per intenderci), del budget per la Sanità a disposizione di tutte le 20 Regioni italiane. Rischi che la Puglia non dovrebbe correre, perché il neo governatore Michele Emiliano ha dichiarato che non intende in alcun modo alzare tasse regionali e ticket sanitari ai pugliesi, che nell’ultimo quinquennio del governo Vendola sono stati evidentemente già sin troppo tartassati anche secondo il neo Presidente pugliese. Però, secondo qualche addetto ai lavori, c’è da chiedersi come pensa il neo-governatore pugliese di quadrare il bilancio sanitario regionale, evitando l’aumento di ticket e tasse locali, se il governo Renzi nella prossima legge di Stabilità confermerà in campo sanitario uno stanziamento complessivo per le Regioni di 111 miliardi di Euro, a fronte dei 113 previsti e richiesti al Governo dalla Conferenza Stato-Regioni? A porsi questo interrogativo è anche il capogruppo di Forza Italia nell’Aula di via Capruzzi, Andrea Caroppo, che in una nota plaude alla dichiarazione del neo governatore pugliese di non voler aumentare ticket sanitari e tasse regionali, ma allo stesso tempo manifesta dubbi e perplessità sulla “buona notizia” di Emiliano che “registriamo – afferma Caroppo – affinché non si aggiunga alla già troppo lunga lista di buoni propositi che il presidente (ndr – pugliese) non ha realizzato”. “Questa dichiarazione – ha aggiunto nella nota il capogruppo forzista alla Regione – non vorremmo leggerla alla luce di un altro annuncio che ha destato la preoccupazione della comunità: la chiusura di decine di ospedali in Puglia”. Infatti, ricorda subito dopo Caroppo: “Sono passati mesi da quando Emiliano si è insediato, ma non abbiamo ancora un provvedimento che dimostri l’esistenza di un programma per rilanciare il servizio sanitario. Gli sperperi sono ancora tutti lì, ma non si parla di ‘spending review’, né di controllo sulle Asl che continuano a prorogare contratti per servizi senza espletare nuove gare”. E, inoltre, si chiede: “Ma se Emiliano non intende intervenire sugli sprechi che si annidano nel sistema sanitario e al contempo dice di non aumentare le tasse, ecco che l’unica strada è quella della chiusura delle strutture sul territorio. È evidente, perché altrimenti sentiremmo parlare di programmi per il controllo della spesa farmaceutica, di appropriatezza dei ricoveri e di vigilanza rigida sulle spese delle aziende sanitarie”. Ed a conclusione dell’intervento l’esponente salentino di Fi alla Regione rileva: “Fino ad ora, però, abbiamo incassato solo una serie di annunci. Speriamo, per le tasche dei pugliesi, che non venga tradita anche la promessa sulle tasse”. Infatti, termina lapidariamente Caroppo: “Sarebbe l’ennesima beffa”. E potrebbe davvero essere una “beffa” per i pugliesi se Emiliano, dopo l’incontro di ieri sera, a Palazzo Chigi, tra i governatori regionali ed il premier Renzi, dovesse ritirarsi a mani vuote sull’incremento dei trasferimenti statali alla Sanità. Infatti, l’elenco degli sprechi delle Regioni che il Presidente del Consiglio intende portare all’attenzione dei governatori pare che sia alquanto lungo e di suggerimenti da dare alle Amministrazioni regionali, per evitare di incidere sui servizi sanitari senza aumentare le tasse ed i ticket, Renzi dovrebbe averne parecchi. Infatti il Premier, da ex Primo cittadino in servizio permanente effettivo, secondo qualche bene informato, nutrirebbe diverse diffidenze nei confronti della capacità delle Regioni ad “autolimitarsi” nelle spese folli, per cui è probabile che oggetto dell’incontro con i governatori regionali alla fine si riduca ad un “out-out” sui tagli da praticare e su come spendere i fondi strutturali europei, che da decenni le Regioni italiane rimandano in gran parte indietro a Bruxelles per manifeste incapacità nel programmare l’utilizzo a pieno di tali risorse. Non a caso Renzi, in vista dell’incontro di martedì sera con i Presidenti delle Regioni, aveva infatti preannunciato che “con le spese delle Regioni ci sarà da divertirsi”. Un divertimento che potrebbe costare caro anche ai pugliesi che, ben presto, al netto delle promesse pre-elettorali di Emiliano si trovano già ora, per l’assistenza sanitaria ed i servizi a questa collegati, a fare i conti con una realtà completamente diversa da quella raccontata dal neo governatore pugliese. Ed in Puglia, come è noto, proprio in campo sanitario, a differenza di quanto intende fare Renzi con le spese regionali, c’è sicuramente poco da divertirsi. Per cui, alla fine, se il Governo dovesse decidere effettivamente di sottrarre alle Regioni la competenza sanitaria, facendola tornare allo Stato, come era prima della Riforma del 1978, non sarebbe forse una scelta affatto negativa.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 4 Novembre 2015