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Emiliano con la desistenza non è “leader del No”, ma neppure del “Sì”

Il timore di poter essere sconfitto al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre con la vittoria del “No” pronosticata finora dai sondaggi (che in Puglia, ma anche nel resto del Sud, danno avanti  almeno 10 punti percentuale sul “Sì”) ed i rischi rivenienti dalle prevedibili e quasi certe ripercussioni sulla politica nazionale della vittoria del repubblicano Donald Trump, alle ultime presidenziali americane, hanno recentemente  indotto il segretario-premier Matteo Renzi (Pd) a scendere a patti anche con il governatore pugliese, Michele Emiliano. Anch’egli del Pd, ma notoriamente suo acerrimo contraddittore interno al partito su diversi fronti, a cominciare dalle politiche del governo per il Mezzogiorno, e in particolare per la Puglia, fino a giungere al netto rifiuto per la riforma costituzionale, ritenuta da Emiliano (che è – da non dimenticare – pur sempre un magistrato!) addirittura “invotabile”.  Sta di fatto, quindi, che Renzi, dopo un incontro riservato con Emiliano la scorsa settimana a Roma, il prossimo fine settimana lo trascorrerà in Puglia, evidentemente sia per la campagna referendaria e tentare, quindi, di recuperare a favore del “Sì” l’ampio divario con il “No” previsto dai sondaggi, sia per meglio cementare la pace, o forse solo tregua, da poco raggiunta con Emiliano. A confermare la notizia della presenza a brevissimo di Renzi in Puglia è stato il segretario pugliese del Pd, Marco Lacarra, che, sollecitato sul tema dalle domande di qualche cronista, ha precisato: “Renzi dovrebbe venire a Bari venerdì in occasione di una manifestazione per il Sì, e credo che Emiliano (ndr – che comunque è per il No, però non farà campagna contro) da questo punto di vista si sia espresso in modo inequivocabile. Credo che non sia indispensabile né opportuno che l’incontro avvenga venerdì sera. Ci saranno altre occasioni”. “D’altro canto – ha poi spiegato Lacarra – potrei dire che Renzi potrebbe partecipare alla iniziativa che Emiliano terrà sabato mattina, e che attiene alla programmazione regionale, a ciò che è stato fatto e si vuole fare in regione”, rilevando che i due eventi   vanno tenuti distinte “senza che questo possa determinare nessun tipo di ulteriore polemica e conflitto” tra i due esponenti politici. Infatti, ha ulteriormente ribadito il segretario del Pd pugliese “Sabato si parlerà della Puglia, venerdì (ndr – sera) si parlerà di referendum”, ipotizzando pure che prima che si avvii l’iniziativa, o fuori da 
quella, Emiliano incontri Renzi. E ciò, per Lacarra, rientra nei rapporti istituzionali e di partito anche se non crede sia opportuno e giusto procedere in quest’ultima maniera. Poi, però, “deciderà Emiliano cosa fare” ha precisato il segretario, che ha concluso affermando: “Se non dovesse partecipare alla iniziativa di venerdì non credo sia un fatto che determini nessun tipo di conflittualità o tensione”, credendo che tal comportamento sia abbastanza scontato da parte del governatore pugliese. Invece, commentando la notizia dell’incontro romano tra Emiliano ed il premier, Lacarra ha affermato: “Un dialogo costante tra il presidente della Regione e il presidente del Consiglio non può che giovare alla Puglia, al Pd e al centrosinistra”, auspicando che  “questo rapporto abbia intrapreso una strada di collaborazione su tutte le questioni”. “Naturalmente – ha pure aggiunto il segretario regionale del Pd – speriamo si disbrighi rapidamente la pratica referendum in modo positivo, così eviteremo di avere ulteriori eventuali possibilità di tensione o fibrillazione. Penso che siamo sulla buona strada”. Ad ogni modo Lacarra, che fa l’equilibrista quando parla delle tensioni tra Emiliano e Renzi, ci ha tenuto a precisare che lui predilige “il merito delle questioni”. E sulla decarbonizzazione (ndr – chiesta da Emiliano per rendere meno inquinante lo stabilimento Ilva di Taranto) Lacarra ha sottolineato che “é difficile non pensarla nello stesso modo di Emiliano”, aggiungendo: “Magari possono cambiare i tempi di attuazione, la possibilità di rendere coerente la decarbonizzazione con un piano industriale che consenta la continuazione della produzione” discutendo sul modo, “ma – ha rilevato inoltre Lacarra – sui principi credo che non ci siano grosse difficoltà ad andare d’accordo”, concludendo che è “così per il Tap, se viene rappresentata una difficoltà di natura infrastrutturale, progettuale, se quella difficoltà è infondata si supera, se e’ fondata bisogna trovare un sistema per superarla”.  In definitiva, Lacarra non rivela nulla di più sul nuovo corso pugliese del Pd di quanto era trapelato già qualche giorno fa, dopo il faccia a faccia romano tra Emiliano e Renzi. Anzi, non si sbilancia affatto su alcune notizie al riguardo che già circolano tra gli addetti ai lavori della politica locale. Infatti, secondo alcune indiscrezioni, la manifestazione barese a favore del “Sì”con Renzi pare che sia stata concordata apposta con Emiliano per fare in modo che ad essa partecipino tutti (o quasi) i consiglieri regionali pugliesi del Pd che hanno avuto già l’imput da Emiliano ad essere presenti all’incontro. Un segnale, questo, che confermerebbe il “patto” di desistenza messo a punto già a Roma tra il governatore pugliese ed il premier. Mentre la presenza di Renzi sabato mattina alla Regione dovrebbe – sempre secondo le stesse fonti – anche servire a fare incontrare il premier con gli altri consiglieri non del Pd della maggioranza che sostiene Emiliano con il premier. Ed anche in quell’occasione inevitabilmente sarà affrontata con essi (verosimilmente in privato) la questione del referendum. In altri termini Emiliano,  con l’impegno a desistere dal far campagna referendaria a favore del “No” (ovvero a non impegnare i “suoi” in una attiva campagna di contrasto al “Sì” e lasciando quindi che Decaro e Lacarra intervengano pesantemente nel mobilitare il Pd pugliese per il “Sì” al referendum) si mette come suole dirsi “a parte civile” con Renzi in caso di vittoria nazionale dl “Sì”. Mentre con la conferma della propria posizione contraria alla riforma, ma soltanto a titolo personale, si lascia aperta comunque una via di fuga in caso di vittoria del “No”. E, quindi, libero di poter eventualmente intraprendere all’interno del partito ed al prossimo congresso del Pd l’antagonismo con il segretario-premier. Strategia, questa, che però non fa di Emiliano sicuramente, a livello pugliese, il leader di un a eventuale vittoria del “Sì”, ma certamente neppure di quello di una possibile vittoria del “No”. E questo modo di fare, per uno che ha aspirazioni di vertice nella politica nazionale, certamente non lo porta lontano dal recinto della politica pugliese. D’Altronde coloro che ad Emiliano possono fargli da tappo in tale progetto sono già in  pista nel Pd pugliese.  

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Novembre 2016

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