Emiliano continua a stuzzicare il premier Renzi
Il neo governatore pugliese, Michele Emiliano (Pd), continua a stuzzicare il premier, nonché segretario nazionale del suo partito, Matteo Renzi, parlando già come un leader nazionale, anziché locale del Partito democratico. Questa volta l’occasione per stuzzicare Renzi è quella della presentazione alla stampa del bilancio preventivo regionale, durante la quale il governatore pugliese si è soffermato a parlare con i giornalisti che, tra l’altro, gli hanno chiesto pure di commentare le difficoltà di dialogo tra governo centrale e Regioni. Domanda, questa, a cui Emiliano ha risposto affermando: “Io penso che sia molto più facile cambiare le cose coinvolgendo le persone. Probabilmente il presidente (ndr – del Consiglio) pensa che sia più facile cambiare le
cose tirando dritto”. E, poi, ha aggiunto: “Vedremo, può darsi che abbia ragione lui alla fine”. Però, continuando con il commento, Emiliano ha rilevato: “Credo sia un fatto più
caratteriale che di modello del governo, cioè diminuire al massimo le occasioni di incontro per semplificare la decisione politica. E’ una scelta”. “Io, – ha concluso il presidente della Regione Puglia – per esempio, ho fatto la scelta inversa, cioè mai sono state fatte tante riunioni con sindaci, sindacati, consiglieri regionali, in modo tale che il cambiamento che stiamo cercando, che é molto forte e impattante, sia condiviso”. Insomma, le tecniche usate da Emiliano per stuzzicare il leader del suo partito sono sempre le stesse: o quella di “un colpo al cerchio ed uno alla botte” oppure quella di criticarlo in modo indiretto, facendo il paragone con ciò che ha fatto o farebbe lui. E questa volta il governatore pugliese del Pd è stato anche più pungente con i colpi bassi a Renzi, però ora, avendo affinato le sue tecniche inizialmente forse più rozze ed aggressive, lo critica con molto più stile, per non essere tacciato probabilmente di disfattismo politico dall’interno del suo stesso partito. Infatti, presentando il bilancio regionale per il 2016, lo ha definito “il primo atto
politico” della sua amministrazione e “il contributo della Puglia” al disegno politico del Paese. E, prendendo spunto da tale sua affermazione, ha poi commentato: “Mi piacerebbe la prossima volta leggere anche nella Legge di stabilità il progetto politico. Sono convinto che superata la fase dell’emergenza prima o poi questo governo farà un programma politico, che non è solo quello di efficientare il sistema italiano”. Ma poiché il vero scopo di Emiliano è, forse, soprattutto quello di cimentarsi nel ruolo di possibile leader nazionale del suo partito, senza che però appaia come antagonista di Renzi, ecco che nel corso del ragionamento passa di colpo dalla critica al compiacimento e dice: “La conferenza stampa di ieri del presidente del Consiglio a me e’ piaciuta molto, condivido tutto. E chi mi conosce sa bene che scrostare tutte le infingardaggini é un ottimo proposito, però quello è un proposito pre-politico, poi c’è il disegno del Paese”. Compiacimento e condivisioni senza però eccedere troppo. Infatti, continuando, Emiliano ha poi sottolineato: “E aspettiamo questo disegno del Paese arrivi. Perché governare é avere un disegno del Paese. Un disegno nel quale si scrivono i bilanci e si decide se tassare o non tassare qualcosa non in funzione di un obiettivo di consenso, ma per stabilire cosa fare”. “Mi piacerebbe – ha aggiunto inoltre Emiliano – che il congresso del Pd, che penso porterà alla conferma di Matteo Renzi a segretario del partito, si sforzi di costruire un indirizzo politico che non consiste solo nel riefficentare il Paese o fare quelle riforme istituzionali che erano considerate necessarie. Quello non è un programma politico, ma un programma di natura istituzionale che mira a rimettere il Paese in condizioni di efficienza, tant’è che viene condiviso da forze politiche di diverso orientamento”. E spiega Emiliano “Un programma politico é una cosa diversa. Noi siamo il centrosinistra e dobbiamo dare una risposta alle disuguaglianze, alle debolezze sul mercato dell’economia, dobbiamo dare risposte sulla tutela dell’ambiente, sulla decarbonizazione, sulla diminuzione delle emissioni nocive”. “E’
più in generale – ha concluso Emiliano – costruire politiche di riequilibrio tra Nord e Sud, perché dal nostro punto di vista oltre che essere giusta é anche necessaria al riefficientamento del Paese”. Come dire: “Renzi stai sereno” perché Emiliano non vuole fare il segretario nazionale del Pd, per ora. Però potrebbe avere un suo progetto politico, che non è di certo quello di Renzi. Quindi, ognuno tiri le conclusioni come meglio crede. Ma quando Emiliano prova a parlare da leader nazionale del Pd, tentando anche di dare lezioni di politica all’attuale segretario premier del partito, qualcuno gli ha mai chiesto se nei suoi dieci anni da sindaco di Bari abbia mai messo in pratica nel governo della città una reale politica di centrosinistra che lui stesso ora eccepisce per il governo del Paese? Tra il dire ed il fare – come è noto – c’è sempre di mezzo il mare, per Emiliano però potrebbe probabilmente trattarsi di un oceano.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 23 Gennaio 2016