Emiliano dà il via alla sua campagna elettorale mostrando i “muscoli”
Il governatore pugliese, Michele Emiliano, ha aperto domenica scorsa da Bari la sua campagna elettorale per la riconferma alla guida della Regione, con o senza le primarie del centrosinistra. Sul palco, in largo Albicocca, attorniato dai componenti della sua giunta al completo, anche i sindaci dei quattro capoluoghi pugliesi (Bari, Taranto, Lecce e Brindisi) guidati da sindaci di centrosinistra, Antonio Decaro, Rinaldo Melucci, Carlo Salvemini e Riccardo Rossi. “Un Emiliano – ha rilevato un addetto ai lavori della politica regionale – teso come non mai visto prima”. Ma anche determinato nel difendere tutti coloro che, pur se non di centrosinistra, lo sostengono e lo sosterranno, ma anche drastico nei confronti degli avversari del centrodestra e, soprattutto, di coloro che sarebbero potuti essere suoi potenziali alleati diretti o per lui, forse, meglio se indiretti, ossia i pentastellati, che in Puglia, se non dovessero andare da soli alle prossime regionali, ma in compagnia di qualche civica di fuoriusciti del centrosinistra tradizionale, diventeranno per Emiliano l’unico serio pericolo, non tanto perché potrebbero superarlo con il loro candidato presidente, quanto perché potrebbero favorire la vittoria del candidato governatore del centrodestra, se quest’ultima coalizione dovesse – come sembra – presentarsi unita. Nostalgico, invece, con suo predecessore Nichi Vendola che non ha partecipato all’incontro e, quindi, attendista con quella parte di sinistra che, se pur non presente, non si è ancora pronunciata su come agirà e si comporterà per le prossime regionali. Sul palco, però, insieme ad Emiliano c’erano anche il deputato e segretario pugliese del Pd, Marco Lacarra, ed i parlamentari Ubaldo Pagano ed Assuntela Messina. Ovvero solo una parte dell’attuale rappresentanza parlamentare di quel partito, perché gli altri esponenti eletti nel 2018 nella nostra regione erano assenti. E tra gli assenti vi era l’odierno ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, che, pur avendo in precedenza più volte dichiarato di essere un “fan” della ricandidatura di Emiliano, domenica scorsa non era comunque presente alla manifestazione di largo Albicocca che ha dato ufficialmente il via alla ricandidatura del governatore pugliese uscente. Un’assenza neppure tanto strana se si considera che Boccia è ministro di un governo tra M5s e Pd (oltre che con Leu), per cui, se fosse stato presente, sarebbe stato alquanto imbarazzante per lui partecipare ad una manifestazione politica in cui il governatore Emiliano ha ripudiato a priori l’alleanza con il M5s per le prossime regionali pugliesi che (salvo sorprese!) dovrebbero vederlo come candidato presidente sostenuto anche dal Pd. Infatti, domenica corsa da Emiliano è arrivato un “No” secco al M5s pugliese che, a suo dire, dovrebbe prima di tutto “chiedere scusa” per tutte le cose dette contro il centrosinistra e, forse, il Pd in particolare, “per poi – ha sottolineato inoltre Emiliano – rimangiarsi tutto”. Una prova muscolare ed un deciso affondo non di poco conto per governatore uscente che all’inizio di legislatura aveva addirittura offerto ben tre assessorati ai “5 Stelle” per tentare di sterilizzarli e che ora, invece, ha chiuso decisamente le porte ad un’alleanza che, se attuata, certamente potrebbe metterlo al sicuro da sgradite sorprese anche da una parte del “suo” stesso partito, oltre che dalla neonata formazione renziana di “Italia Viva”. Però, anche i “5 Stelle” pugliesi non hanno tardato a controbattere a muso duro alla provocazione di Emiliano. Infatti, i pentastellati locali tirati (forse inopportunamente!) in ballo da Emiliano hanno replicato: “Non vogliamo avere niente a che fare con chi governa come ha fatto lui, cercando di raccattare consensi per mantenersi attaccato alla poltrona e distribuendo potere pur di aumentare il suo bacino elettorale”. “Ed è un ‘no’ – ci hanno tenuto ha sottolineare i pentastellati – che vale per la campagna elettorale e per tutto quello che ci sarà dopo”. E, con quest’ultima replica, il pentastellati pugliesi hanno vanificato anche ogni eventuale ammiccamento di Emiliano per il dopo voto. Polemiche di fuoco anche tra Emiliano ed il centrodestra pugliese per le cose dette dal governatore durante il comizio barese di domenica scorsa soprattutto contro il leader della Lega, Matteo Salvini. Però, come innanzi detto, per Emiliano il vero pericolo alla sua riconferma, verosimilmente, non è tanto quello che può giungere dal centrodestra pugliese, che a tutt’oggi – come è noto – non ha ancora individuato il nome da candidare a presidente della Regione, ma da ciò che il M5s deciderà a Roma con il Pd di Nicola Zingaretti, con cui condivide la guida del governo Conte-bis. Infatti, se a sorpresa dovesse sopraggiungere anche per la Puglia un’intesa come quella che Pd ed M5s sperimentano in Umbra la prossima domenica, allora il presidente Emiliano più che prepararsi alle prossime regionali a battersi come un “leone”, dovrebbe invece cominciare a meditare sul modo con il quale evitare di finire sulla brace come un “agnellone” arrosto.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 22 Ottobre 2019