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Emiliano dichiara “guerra” oltre che a Renzi anche a mafia e corruzione

 

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, candidato alle primarie del Pd per la conquista della segreteria nazionale del partito, oltre che all’ex premier Matteo Renzi, ora dichiara “guerra” anche a mafia e corruzione. Infatti, ieri intervenendo ad un incontro elettorale organizzato a Napoli dal coordinatore della mozione Emiliano in Campania, il deputato Simone Valiante del Pd, il governatore pugliese ha dichiarato: “La corruzione é come la mafia o ci convivi o fai la guerra”, rilevando che “il Pd non ha mai dichiarato guerra né
alla corruzione né alla mafia” perché, secondo lui, “c’è una tendenza a convivere 
ancora molto netta”. E, quindi, ha commentato Emiliano: “Dobbiamo dichiarare guerra, poi perderemo le elezioni forse, ma alla lunga si crea un legame solido con la comunità in nome della quale lavori”. Ma l’obiettivo numero uno degli attacchi di Emiliano, durante il suo discorso all’incontro svoltosi nella Città partenopea, è stato comunque Renzi. Infatti, ha poi sottolineato il governatore pugliese: “Sono l’unico dei tre candidati a non aver mai fatto parte del governo Renzi”. Per cui, ha evidenziato ai suoi potenziali elettori napoletani delle primarie, “non ho responsabilità dei disastri fatti da quel governo”, affermando di voler liberare gli amministratori del Sud, “quelli che Renzi ha definito notabilato, perchè lui prima li sfrutta e poi li mortifica come ha fatto la sera del 4 dicembre”. E qui il riferimento potrebbe forse essere al suo pupillo barese, il Primo cittadino e presidente dell’Anci Antonio Decaro, che però in questa campagna elettorale delle primarie lo ha tradito, schierandosi a sostegno di Renzi, perché evidentemente non poteva fare diversamente avendo ottenuto dall’ex premier diversi benefici personali, a cominciare dal sostegno pieno ed esclusivo per l’elezione lo scorso mese di Ottobre al vertice dell’Anci. “Io invece – ha dichiarato inoltre Emiliano a Napoli – vorrei provare a liberare gli amministratori di questa regione dalla tecnica del baratto. Evitare che questa città e questa regione siano condizionate nei rapporti con il governo. Io non pretendo voti con le minacce, li chiedo con cortesia. Non c’è sindaco della mia regione che può riferire gli abbia detto ‘votami altrimenti mi arrabbio’. E, proseguendo, ha commentato: “Noi dobbiamo invertire questa prassi del ‘do ut des’ per cui si promettono voti per fare il capolista”. E qui, pure, il riferimento potrebbe forse essere ad un altro barese, il consigliere regionale e segretario pugliese del Pd, Marco Lacarra che, essendo stato, come Decaro, assessore della giunta Emiliano al tempo in cui quest’ultimo è stato sindaco di Bari,  era considerato uno dei fedelissimi del governatore pugliese. Invece Lacarra, pur essendo stato incerto fino all’ultimo nella decisione, alla fine ha tradito anche lui Emiliano in queste primarie e si è dichiarato a favore di Renzi, perché verosimilmente potrebbe aver avuto dall’ex premier la promessa di un posto da capolista alle prossime elezioni politiche. Ed Emiliano, da Napoli, ha detto ancora: “In questa città hanno conosciuto il renzismo e hanno testato anche Andrea Orlando, ma noi abbiamo la capa tosta per difendere i nostri principi”. “In questo senso – ha chiarito lo sfidante pugliese di Renzi ed Orlando – stimo Antonio Bassolino, uno che quando gli hanno permesso di candidarsi lo ha fatto rappresentando la città. Mi dispiace il suo silenzio sulle primarie che penso viva con dolore ma non confondo la vicinanza umana con il sostegno politico. Parlando poi, a margine dell’incontro partenopeo, della questione del gasdotto Tap e della recente riesplosione delle contestazioni a Melendugno (Le.) contro la realizzazione dell’opera in quel Comune, Emiliano ha dichiarato: “Una vicenda tristissima, di prepotenza e cecità, molto provinciale”, perché “il governo avrebbe dovuto chiamare le parti e trovare una soluzione”. Inoltre, ha sottolineato sulla questione il presidente della Puglia, “chi manifesta a San Focalo fa anche contro di me, a dispetto di chi pensa nel governo che ci sia io dietro le manifestazioni”. Infatti, “la Puglia – ha ribadito Emiliano – non è contraria al gasdotto, chiediamo solo di non deturpare una spiaggia caraibica come San Foca e di spostarlo a Squinzano, dove c’é la disponibilità del Comune in cambio della decarbonizzazione della centrale Enel” di Brindisi. Alla fine dell’incontro i sostenitori campani di Emiliano hanno regalato un corno anti jella in ceramica di Capodimonte al loro candidato per le primarie del Pd, la cui campagna elettorale – come è noto –  é stata condizionata dall’infortunio al tendine d’Achille, riportato un paio di settimane fa durante un ballo di tarantella in Calabria. Dono che, anche alla luce di detto infortunio, è stato molto apprezzato da Emiliano, che ha così commentato: “Renzi ha detto di avere un alibi, ma gli amici napoletani, che di queste cose se ne intendono, non si fidano e hanno voluto mettermi al sicuro con questo dono come si fa con le persone cui si vuole bene. Lo porterò con me – ha chiosato il governatore pugliese – e poi è anche biancorosso, i colori di Bari”. Infatti, non a caso, sul corno in bella vista compare una treccia di aglio e peperoncini rossi. Elementi, questi, considerati dagli scaramantici antidoti contro il malocchio e per tenere lontani i vampiri. E ciò è, forse, proprio quello di cui in questo momento ha bisogno il governatore pugliese per tentare di vincere alle primarie di fine mese contro Renzi ed Orlando. Oltre, ovviamente, che del sostegno soprattutto di molti non iscritti al Pd, come il sindaco di centrodestra di Nardò (Le.), Pippi Mellone, che, con un messaggio lanciato via social network, ha chiesto a tutti i suoi concittadini di “votare e sostenere con forza la candidatura di Michele Emiliano alla segreteria”. E ciò non di certo, verosimilmente, per un “do ut des” ma perché – come ha scritto lo stesso Mellone nel suo messaggio elettorale – “si tratta di un uomo che ha dimostrato di avere un occhio di riguardo per Nardò e con cui ho personalmente un ottimo rapporto”, elencando i vari temi che lo avvicinano al governatore, “dalla condotta alla discarica, dall’Ospedale al parco, Nardò ha un gran bisogno di avere riferimenti certi e solidi in Regione”. Infatti, l’invito del Primo cittadino del secondo più grande Comune della provincia di Lecce si conclude con il caloroso appello al voto: “Michele può e deve essere il nostro! Dai, dai, dai!”. Altro che.. “dare per avere”! In questo caso è solo un “forse”!

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 22 Aprile 2017

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