Emiliano difende il ministro grillino Di Maio su Twitter, ma irrita i renziani del proprio partito
E’ bastata una smentita e conseguente precisazione del presidente della Regione Puglia nonché leader della corrente minoritaria “Fronte democratico”, interna al Pd, Michele Emiliano ad una domanda apparsa come una possibile clamorosa “gaffe” del vice premier e ministro pentastellato al Lavoro e Sviluppo economico, Luigi Di Maio, in occasione della visita di domenica scorsa alla Fiera del Levante, che qualche attivista o simpatizzante dell’area politica che nel Pd fa capo all’ex segretario Matteo Renzi scatenasse un’altra accesa e lacerante polemica sui social tra il governatore pugliese e chi, pur di attaccarlo, all’interno del suo stesso partito ha ironizzato definendolo “difensore d’Ufficio” del grillino Di Maio anziché dell’unità del Pd. Infatti, tutto è nato dalla ‘passeggiata’ che ilgovernatore pugliese del Pd e il ministro pentastellato hanno fatto domenica mattina nel quartiere fieristico, durante la quale Di Maio ha chiesto ad Emiliano: “Che farete conMatera?”. Una domanda che Emiliano in un primo momento avrebbe scambiato come un grosolanostrafalcione di Di Maio, tanto da dirgli che “Matera è inBasilicata”. E, quindi, che non c’entrava nulla con la Puglia di cui Emiliano è Presidente della Giunta regionale. Poi, però, a tempesta già scatenata con video e battutesui social network, è giunta la difesa di Emiliano: “l Ministro Di Maiosa benissimo che Matera è in Basilicata e sa altrettanto beneche il sostegno della Puglia (ndr – nel 2019) a Matera capitale europea della culturaè fondamentale, per questo mi ha fatto le domande, tuttepertinenti, cui ho risposto”.Ma evidentemente tale precisazione di Emiliano, a presumibile difesa di un ministro e vice premier dell’attuale Governo “giallo-verde”, non è stata affatto gradita a qualche “renziano doc” del Pd che imperversa sui social, tanto da aprire un altro scabroso capitolo nei contrasti fra componenti dello stesso partito e, in particolare, tra lo stesso Emiliano e chi lo accusa di non aver difeso l’unità interna con la stessa solerzia e tempestività con cui ha difeso invece Di Maio, sempre sui social, da un probabile strafalcione geografico. Infatti, anche questa volta il terreno di sconto preferito dagli avversari di Emiliano interni al Pd è stato quello dei social network. Lo stesso che da sempre predilige anche Emiliano per le sue reprimende e per la propaganda. “Bravo Emiliano, finalmente hai fatto la tua scelta, chiudi la
porta già che te ne vai. Maurizio Martina, Carlo Calenda,Matteo Renzi, Pd, Liberateci da questo peso”, ha scritto unfollower, verosimilmente renziano, taggando lo stesso Emiliano. Dello stesso tenore anche lefrasi contro il governatore pugliese di un altro utente di Twitter : “Se ti fossi prodigatocosì tanto nel difendere anche i tuoi colleghi di partito, iltuo segretario votato, 2 volte, dalla gente del Pd, le donnedel Pd offese, umiliate, perseguitate dal Fango Quotidiano;forse il 4 marzo le cose sarebbero andate diversamente” e che rivolgendo esplicitamente al leader di “Fronte dem” conclude chiedendogli: “Perché non te vai?” Critiche, queste, alle quale Emiliano risponde copiando eincollando sempre la stessa risposta: “Voi renziani avete persola capacità di distinguere la verità dalle bugie e la lealtàdalla slealtà. Siete capaci solo di fare da zerbino al potentedi turno. Non vi passa neanche per la testa che esista lacorrettezza nei comportamenti di vita? Vergognatevi”. Parole dure quelle del governatore pugliese che hanno subito scatenato sui social la reazione di parlamentari vicini all’ex segretario-premier, Renzi, e che hanno, ancora una volta, alimentato il clima teso ed infuocato all’interno del Pd tra Emiliano e la corrente interna di maggioranza al partito. Infatti, su Twitter il senatore Ernesto Magorno del Pd, in risposta alle affermazioni del leader di “Fronte dem”, ha scritto in maniera ugualmente dura, ma chiaramente più pacata che “Emiliano dovrebbe avere un po’ più di rispetto per chiappartiene alla sua stessa comunità. Deve capire che in questafase è fondamentale la via dell’unità. I suoi modi e il suolinguaggio, purtroppo, dimostrano il contrario”. Contrariamente alla passionaria renziana Simona Malpezzi, che invece ha commentato più a muso duro l’affondo sui social del governatore pugliese all’area dell’ex segretario del Pd scrivendo: “Emiliano che parla dilealtà è un ossimoro (spieghi anche questo a Di Maio). Mapiù preoccupanti rimangono i termini con cui si rivolge allasua stessa comunità politica”, invitandolo ad “usare la stessa solerzia versoi penta-leghisti” e rilevando in fine che “invece i nemici da combattere per lui sono nelPd”. Ma fino a quando – si chiedono alcuni addetti ai lavori della politica – potrà ancora reggere un simile livello di scontro tra Emiliano e la parte interna più consistente del suo stesso partito? Un interrogativo a cui sicuramente non si potrà dare una risposta definitiva prima del congresso del Pd previsto per gli inizi dell’anno prossimo, se non addirittura dopo le elezioni europee, allorquando i destini di quel partito saranno probabilmente più chiari a tutti.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 12 Settembre 2018