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Emiliano è il “Giano bifronte” della politica pugliese?

Che il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), fosse un “giocherellone” della politica è ormai noto sin dal tempo in cui era sindaco di Bari, ma che fosse anche una sorta di “Giano bifronte” nell’azione amministrativa è una “caratteristica” (se così la si vuol definire!) che sta emergendo soprattutto da quando svolge la funzione di governatore. Infatti, a rilevare da ultimo la “doppiezza” politica e di comportamenti del governatore pugliese è il capogruppo di Direzione Italia alla Regione, Ignazio Zullo, che con una nota denuncia: “Esiste un Emiliano della  Tap ed un Emiliano del Piano di Riordino (ndr – ospedaliero)”. Due facce contrapposte di “un presidente di Regione – afferma i capo dei fittiani alla Regione nella nota – che usa la partecipazione,  i ricorsi e le sentenze come se fossero delle molle che si possono tirare o meno”, spiegando: “per la Tap sono due anni che fra ricorsi e contro ricorsi, fino all’ultima decisione della Consulta, prende tempo pur sapendo, da magistrato, che avrebbe avuto torto in ogni sede giudiziaria”. Però, rileva ancora Zullo, “in nome di una fantomatica ‘partecipazione’ ha aizzato piazze e folle contro la realizzazione del gasdotto, perché il Governo non ha ascoltato e rispettato i territori, il Comune di Melendugno, in modo particolare”. “Ma – obietta poi il capogruppo regionale di Dit – basta spostarsi di una 40 di chilometri e la difesa della Partecipazione cambia e così i cittadini di Casarano che oggi hanno protestato contro il declassamento del proprio ospedale previsto nel suo Piano di Riordino vanno meno ascoltati di quelli di Melendugno”. Anzi, a ben vedere i contestatori di Casarano non vengono affatto ascoltati dalla Regione che, come per tutti gli altri casi di strutture ospedaliere chiuse, ignora del tutto cittadini ed istituzioni territoriali che contestano la decisione di declassare il locale nosocomio. “Sempre cittadini salentini sono, – commenta ironicamente Zullo – ma per Emiliano se il Governo ‘renziano’ vuole la Tap e allora tutti in piazza a partecipare e ricorsi a go go, se è la sua Regione a chiudere un ospedale, i cittadini devono restare in silenzio senza neppure aspettare il 20 febbraio, quando il Tar si esprimerà nel merito del ricorso presentato dal sindaco di Casarano contro il declassamento”. E conclude: “Davvero  siamo arrivati a uno sdoppiamento di personalità, per cui ogni giorno Emiliano fa tutto e il contrario di tutto”. Ancor più dura è la polemica contro il governatore pugliese del forzista regionale Domenico Damascelli, che in una nota dichiara: “Emiliano è spudorato”. Infatti, continuando, Damascelli rileva: “per poter mentire c’è bisogno della memoria lunga, altrimenti si fanno pessime figure come quella che (ndr – Emiliano) sta facendo sulla forma delle Regioni”, ricordando che il governatore pugliese in precedenza scuoteva la clava in aria proponendo macro regioni. Però, “adesso – sottolinea il consigliere regionale bitontino di Fi – chiede maggiore autonomia per le singole istituzioni regionali”. “Emiliano – aggiunge Damascelli – fino a pochi mesi fa, le Regioni non le voleva più”, perché “pensava, infatti, a regioni enormi che avrebbero diviso il Paese in 3-4 aree, ovvero macro regioni. E, proseguendo, l’esponente forzista sottolinea pure: “Oggi, invece, si spinge su posizioni diametralmente opposte, arrivando quasi ad immaginare una Puglia a statuto speciale”. Ma per Damascelli il neo regionalismo non potrebbe sopravvivere senza una strategia globale nazionale, per cui si chiede se il governatore Emiliano forse pensa di attuarlo con un fondo di perequazione nazionale solo per la Puglia. Allora, se così fosse, Emiliano – secondo Damascelli – “dice sciocchezze anche quando si ‘ribella’ all’assistenzialismo del Nord”. Per cui, conclude il consigliere forzista della provincia di Bari, “non è accettabile che un presidente di Regione parli così a ruota libera”, in quanto fa “perdere credibilità e autorevolezza alla nostra Regione”. Ma la posizione “autonomistica” di Emiliano appare ancor più paradossale e poco credibile se, alla luce di quanto da egli dichiarato qualche giorno fa intervenendo alla trasmissione Radio anch’io, su Rai Radio 1, si ricorda che nel febbraio del 2010, da sindaco di Bari intervenne pesantemente sull’Assemblea regionale dell’epoca per bloccare l’autonomia comunale delle ex frazioni di Palese e Santo Spirito, da un lato, e Carbonara-Ceglie e Loseto, dall’altro. Infatti, a Radio anch’io Emiliano ha tra l’altro affermato: “Chiederò la stessa maggiore autonomia di Lombardia e Veneto” perché “sono convinto che la gestione locale sia più efficiente di quella nazionale”. Ma se così è – si chiedono molti cittadini delle ex frazioni baresi che tutt’oggi vogliono ancora distaccarsi da Bari – “perché per Emiliano lo stesso principio non vale anche nel caso delle periferie baresi nei confronti dell’Amministrazione centrale comunale del capoluogo?” Infatti, qualcuno di essi obietta: “Se Emiliano, da presidente della Regione, vuole davvero essere credibile nelle sue dichiarazioni autonomistiche, allora cominci col ridare il ‘mal tolto’ ai cittadini delle due periferie baresi, e più in particola quella di Palese e Santo Spirito, dove nell’Aprile del 2009 ben l’80% dei votanti al referendum consultivo disse ‘Sì’ al distacco da Bari”. E, quindi, con l’essere ora la Regione a sua guida artefice dell’istituzione dei due nuovi Comuni all’epoca da lui stesso impedita. Diversamente, l’autonomismo di Emiliano sarebbe solo una trovata opportunistica contingente e chi lo accusa di essere un “Giano bifronte” della politica pugliese, forse, non avrebbe affatto torto.

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 14 Ottobre 2017

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