Emiliano in “conclave” con la sua maggioranza
Il governatore pugliese, Michele Emiliano (Pd), riunisce oggi in un noto albergo cittadino i vertici dei partiti ed i consiglieri della coalizione di centrosinistra che nel 2015 lo hanno sostenuto per la conquista della Regione, per tentare sia di appianare i contrasti politici sorti all’interno della sua maggioranza, dirimendo anche i nodi di un inevitabile rimpasto di giunta, che di uscire dalle sabbie mobili in cui rischia di sprofondare il Pd e l’intero centrosinistra pugliese, dopo l’esito della recente consultazione politica del 4 marzo scorso. Infatti, il primo e forse più importante obiettivo di Emiliano nell’odierno “conclave” della sua coalizione è sicuramente quello di gettare le basi per una strategia politica che eviti la marginalizzazione del Pd in vista dei prossimi appuntamenti elettorali locali. A cominciare da quello del 10 giugno prossimo, che in Puglia vedrà impegnati circa un quinto delle realtà comunali per l’elezione del sindaco ed il rinnovo dei rispettivi consigli, di cui una quindicina di centri con popolazione superire a 15mila abitanti, tra cui figurano anche importanti Comuni con più di 100mila abitanti, come Brindisi e Barletta. L’ipotesi su cui lavorare è verosimilmente quella lanciata dal governatore pugliese prima delle festività di Pasqua e riguarderebbe la possibilità di un allargamento della maggioranza di centrosinistra a spezzoni del centrodestra con cui costruire eventualmente anche alleanze di programma per le amministrative e, soprattutto, per le regionali del 2020. Per l’esattezza, Emiliano ha ipotizzato anche la possibilità di sperimentare una contaminazione di schieramenti anche con un allargamento al M5S, ma da quest’ultimo fronte la risposta negativa è già stata perentoria e priva di qualsiasi speranza futura. Infatti, ciò che, alla luce dei risultati elettorali dello scorso 4 marzo, sicuramente più preoccupa Emiliano sono le regionali del 2020, quando dovrebbe essere impegnato in prima persona per la riconferma a presidente della Regione e, in quel caso, se l’avanzata “grillina” pugliese delle ultime politiche fosse confermata o addirittura incrementata, per lui non ci sarebbe politicamente più scampo, considerato che alle regionali la vittoria si ottiene a turno unico ed a vincere è il candidato presidente che ottiene più voti. Quindi, non è da esclude che Emiliano, dopo lo steccato del M5S alla sua recente proposta di allargamento programmatico della sua coalizione di governo della Regione, possa aver pensato di puntare ad una spaccatura del centrodestra pugliese, per poi costruire un fronte comune nel 2020 contro il candidato presidente dei pentastellati. Strategia, quest’ultima, che forse nelle intenzioni del governatore pugliese potrebbe essere sperimentata già alle amministrative pugliesi prossime ed in quelle del 2019. E soprattutto nei grandi centri come il capoluogo pugliese, che sarà interessato dal voto delle comunali proprio il prossimo anno. Un’ipotesi, quella di allargare a destra, in quest’ottica, la coalizione di governo della Regione, che – secondo alcune indiscrezioni – vedrebbe favorevoli i sette consiglieri eletti nelle due liste civiche di Emiliano ed il segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra. Mentre tra i restanti 22 consiglieri ci sarebbero alcuni, come Ernesto Abbaterusso di Mdp-Leu e Cosimo Borraccino di Si-Leu, che non vogliono neppure sentir parlare di allargamento a destra. Altri invece vorrebbero saperne di più sulla nuova strategia creativa di Emiliano, ma soprattutto vorrebbero sapere se sull’ipotesi delle possibili alleanze avanzata dal governatore c’è l’avallo oppure no dei vertici nazionali del Pd. Condizione, questa, a cui sarebbero particolarmente interessati i consiglieri regionali Dem, ma anche molti dirigenti periferici del partito al momento guidato da Maurizio Martina. L’altro punto che sarà affrontato da Emiliano nell’odierno vertice di maggioranza è quello del rimpasto di giunta. Infatti, quest’ultima questione è da tempo presente sul tavolo del governatore che, per evidenti ragioni di opportunità politica, l’ha trascinata fino a dopo il voto delle politiche. Ora, però, dovrebbe essere improcrastinabile, sia perché i posti dell’esecutivo in quota Pd rimasti vuoti ultimamente sono divenuti addirittura tre, a seguito delle dimissioni di Filippo Caracciolo e Michele Mazzarano, a cui si aggiunge il posto lasciato vacante a luglio scorso da Giovanni Giannini, sia perché le fibrillazioni interne alla maggioranza, dovute agli squilibri di rappresentanza tra le diverse componenti della maggioranza (tra cui anche quelle all’interno dello stesso partito di maggioranza relativa, il Pd) rischiano, se non affrontate e risolte, si impantanare ulteriormente ed irrimediabilmente il governo regionale in consiglio regionale anche su questioni di secondaria importanza. Quindi, questa volta, Emiliano anche nella scelta dei nomi dei nuovi assessori da immettere nell’esecutivo non si può permettere di sbagliare, perché diversamente si troverebbe nuovamente con una maggioranza non solo altamente incerta per la sua eventuale riconferma elettorale nel 2020, ma che fino a quella data gli consentirebbe verosimilmente solo di “galleggiare” e non certo di “governare”. A lui la scelta.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 4 Aprile 2018