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Emiliano insiste per il sostegno del Pd a un governo Di Maio

 

Il presidente della Regione Puglia e leader di minoranza all’interno del Partito democratico, Michele Emiliano, insiste per un sostegno del suo partito ad un governo dei “5 Stelle” a guida Luigi Di Maio. Infatti, parlando con i giornalisti a margine di un incontro, Emiliano è ritornato sull’argomento per dichiarare: “Il paese non ha possibilità di attendere lunghe trattative, si deve sapere subito che il Pd sosterrà lo sforzo di governo del M5s, augurandoci che il presidente delle Repubblica (ndr – Sergio Mattarella), incoraggiato da una disponibilità da parte nostra, possa pensare che sia il M5s il partito che ha maggiori probabilità di comporre un governo”. Ed a chi gli ha fatto notare che il segretario del Pd, Matteo Renzi, anche ad urne aperte ha dichiarato di escludere categoricamente una tale eventualità, Emiliano ha prontamente replicato: “Renzi si è dimesso. Quindi è inutile parlare ancora di Renzi”, perché “in questo momento é dimissionario, quindi non ha più titolo per parlare di politica” e Renzi, per il leader della corrente di “Fronte democratico”, semplicemente “deve fare, come ha detto, il senatore del suo territorio”. “”Io – ha aggiunto Emiliano – credo non sia più il caso di parlare con Renzi e di Renzi. Noi dobbiamo parlare del futuro dell’Italia”. Il governatore pugliese, poi, ha spiegato che “tutti i guai di cui stiamo parlando sono ascrivibili a scelte assolutamente sue, personali, compreso le liste”. “Perché – ha sostenuto Emiliano – persino le ultime liste sono state fatte in violazione delle norme dello Statuto del Pd, sostanzialmente saltando tutte le fasi che avevamo sempre rispettato in passato”. Peccato, però, che – come ha osservato qualche addetto ai lavori del suo stesso partito – Emiliano si sia ricordato solo adesso, a sconfitta praticamente consumata per il Pd, di denunciare le presunte violazioni statutarie, anziché al momento opportuno. Ovvero prima della composizione delle liste. E, proseguendo, lo stesso addetto ai lavori ha commentato: “Evidentemente prima dei voto ha fatto comodo anche a lui non rispettare lo Statuto del Pd per la formazione delle liste!”. Considerazione, questa, – che sempre a detta di qualche bene informato delle vicende interne al Pd nazionale – potrebbe essere ritenuta plausibile, poiché – sempre secondo lo stesso bene informato – tutte le candidature pugliesi del Pd, sia i 24 collegi dell’uninominale che per i sei del plurinominale, sono state fatte dal segretario Renzi in perfetta sintonia con lo stesso Emiliano ed il suo sodale locale, Antonio Decaro, sua principale “cerniera” di interlocuzione con l’ex premier, guida del partito di Largo del Nazzareno. Ed a sostegno di tale tesi, il bene informato sulle recenti vicende pre-elettorali del Pd pugliese, ha ricordato che a meno di 72 ora dalla chiusura del deposito delle candidature in Corte d’Appello, il capolista del partito nel collegio plurinominale “Puglia 1” secondo quanto indicato dai vertici romani avrebbe dovuto essere il deputato barese uscente Alberto Losacco che, invece, è stato poi dirottato in Piemonte per far posto al segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra, che era presente solo come candidato nell’uninominale di Bari città. E questo cambio è sopravvenuto a seguito degli accordi dell’ultima ora di Emiliano e Decaro con Renzi. “Ma – ha ricordato inoltre lo stesso bene informato – anche per tutte altre candidature pugliesi del Pd c’è stata piena condivisione tra il governatore Emiliano ed il segretario nazionale, tant’è che il leader di ‘Fronte democratico’ in Puglia ha piazzato tutti i suoi nomi dove e come ha voluto”. E qui basta citare per tutti le clamorose candidature dell’emilianiano barese Ubaldo Pagano, portato capolista nel collegio plurinominale della Camera a Taranto e dell’emilianiano biscegliese Francesco Boccia, portato capolista al Senato nel plurinominale del sud della Puglia al posto della vice-ministra renziana Teresa Bellanova, spostata da Renzi, a seguito della scelta di Emiliano, in un collegio plurinominale dell’Emilia-Romagna. Quindi, le violazioni statutarie per le candidature e la formazione delle liste ora lamentate da Emiliano sono quanto meno tardive e sicuramente inutili, visto che se fossero vere le indiscrezioni trapelate al riguardo, allora vorrebbe dire che in precedenza hanno fatto comodo anche a lui, per cui a tempo debito ha taciuto. Ma a non tacere sulla proposta del governatore Emiliano di sostegno del Pd ad un governo dei “5 Stelle” sono non soltanto alcuni esponenti del centrodestra locale, che ritengono tale richiesta demagogica e poco responsabile, ma addirittura lo stesso candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, che sul proprio profilo di Facebook, dopo aver rilanciato un post apparso sulla pagina del Movimento sui cui era scritto: “Il presidente Emiliano ed il sindaco renziano Antonio Decaro escono sonoramente sconfitti da questa consultazione elettorale”, in aggiunta ha scritto: “è anche in Puglia il Movimento 5 Stelle fa cappotto”. Come a voler dire in altri termini che se è veramente convinto il presidente della Puglia che il suo partiti, il Pd, debba appoggiare il M5S al governo per il bene del Paese, allora cominci dalla sua Regione ad accogliere le proposte dei pentastellati. E, quindi, che Emiliano alle parole faccia seguire i fatti per quanto in suo potere e prima ancore delle proposte che non sono nelle sue facoltà attuare. E più chiari di così i “grillini” forse non avrebbero potuto esserlo.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Marzo 2018

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