Primo Piano

Emiliano insiste per un nuovo carcere. Ma a Roma non sono d’accordo

Al termine dell’incontro di ieri tenuto a Roma con il direttore del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Franco Ionta, il sindaco di Bari Michele Emiliano è tornato sulla costruzione d’un nuovo carcere a Bari, pallino fisso direttamente collegato per il primo cittadino alla sede unica dei palazzi giudiziari in Città. Ma torniamo subito al vertice di ieri tra Emiliano e Ionta, come l’ha spiegata il sindaco. “Di fronte alla richiesta da parte del Consiglio Comunale di valutare la possibilità di realizzare una nuova struttura carceraria, contestualmente al recupero e al risanamento dell’area ora occupata dalla casa circondariale nel quartiere Carrassi, Franco Ionta ha precisato di non poter impegnarsi in tal senso, atteso il non felice esito di tutte le operazioni di analogo contenuto”. Nel corso del vertice romano di ieri mattina, infatti, Ionta ha spiegato che un eventuale accordo di programma che prevedesse lo spostamento del carcere a Bari rischierebbe di ritardare ‘sine die’, anche per mancanza di adeguate risorse, la realizzazione dei posti carcere supplementari richiesti dall’attuale situazione carceraria. Di fronte, però, all’insistenza di Emiliano, il direttore del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria s’è comunque impegnato a dare un indirizzo di progettazione della nuova struttura nel capoluogo pugliese, in modo che la stessa possa essere facilmente integrata da un altro padiglione. Ma il sindaco ha insistito, puntando su un carcere nuovo e grande, da realizzare non si bene dove e quando, anziché uno più piccolo, da affiancare a quello vecchio, per rispondere all’emergenza carceraria a Bari. “Laddove le imprese locali ritenessero di acquisire l’area dell’attuale carcere di Bari mettendo a disposizione del Ministero della Giustizia le risorse per la realizzazione di tale secondo padiglione, si potrebbe rispondere positivamente all’indirizzo formulato unanimemente dal Consiglio Comunale”, ha chiarito ancora Emiliano ieri nell’incontro con Ionta. La localizzazione della nuova opera nel cuore di Carrassi è stata, peraltro, confermata nel luogo già oggetto di condivisione del Ministero e degli uffici urbanistici del Comune, in quanto ritenuto il più idoneo dai tecnici del Ministero. Spetta adesso alla Regione Puglia la firma dell’accordo col Ministero per l’avvio delle gare di progettazione e costruzione del nuovo carcere che, in ogni caso, è entrato di diritto nel nuovo programma sindacale prima di arrivare al 2013. Emiliano vorrebbe la nuova casa circondariale barese fuori dal centro abitato, approfittando appunto del piano attuato dal governo per risolvere l’emergenza carceraria. Un piano che, come detto, prevede un intervento anche a Bari. Il nuovo carcere di Bari “struttura leggera destinata a coloro che devono scontare pene per reati minori” come lo vorrebbe Ionta, dovrebbe essere invece destinato a meno di cinquecento detenuti e deve aggiungersi al penitenziario attualmente esistente. Emiliano dal canto suo vorrebbe mettere sul mercato l’area di corso Alcide De Gasperi e investire il ricavato per costruire una struttura nuova, soprattutto più grande, ma senza dover essere costretti a variare il Piano Regolatore. Insomma, invece dei quattrocentocinquanta posti proposti dal Dipartimento Penitenziario, il sindaco ne vuole uno completamente nuovo per ospitare almeno mille detenuti, magari collegandolo all’altra operazione urbanistica che risolva l’emergenza degli uffici giudiziari a Bari senza costruire la nuova cittadella della giustizia
 Quando Mastella voleva scambiare carcere e palazzo di giustizia….
 Correva giugno 2007, tre mesi esatti dopo la memorabile seduta di Consiglio ‘monotematica’ occupata tutta dal sindaco Michele Emiliano in persona, quando pareva che l’epopea sull’edilizia giudiziaria barese e della sede unica s’avviasse alla sua conclusione. Rispettando i novanta giorni di lavoro, fissati dal Consiglio Comunale nella delibera del 2 marzo 2007, il tavolo tecnico aveva preso la sua decisione quasi storica.“La migliore soluzione del tavolo –dichiarava infatti ‘urbi et orbi’ il Sindaco Emiliano – è il progetto che individua l’accorpamento degli uffici giudiziari nella zona prospiciente il Cimitero, ossia una delle tre proposte del Comune. Un progetto che valorizzerà il quartiere Libertà e che riqualificherà il rione Carrassi”. Grande soddisfazione per questa decisione, ma qualche perplessità dei soliti ‘sfascisti’ rimaneva. La realizzazione di questo progetto era difatti vincolata alla valutazione dell’allora impavido Ministro Clemente Mastella e al suo riconfermare la disponibilità alla cessione del Carcere e del Palazzo di Giustizia di piazza De Nicola. La cessione, infatti, avrebbe dovuto permettere di permutare le strutture di cui sopra e lottizzare la zona attualmente occupata dal Carcere, ottenendo così fondi per far fronte alle esigenze degli operatori della giustizia. Peccato che non era stata ancora fatta alcuna valutazione economica dagli uffici tecnici competenti. Inoltre, se il progetto indicato dal tavolo tecnico fosse mai stato realizzato, a Bari si dovevano costruire sia un nuovo carcere che una nuova scuola. Già, perché il progetto indicato come migliore, prevedeva la costruzione del Palazzo di Giustizia in corso della Carboneria e, accanto a questo, una stecca di edifici che lo collegassero al tribunale di via Nazariantz, che sarebbe rimasto ufficio giudiziario. Piccolo dettaglio: questa “stecca” passava sopra una scuola media. “Ora la decisione finale –aggiungeva intrepido il primo cittadino barese al suo primo mandato- passa al Consiglio Comunale che rimane arbitro assoluto della situazione. Confido -concludeva Emiliano- che i colleghi consiglieri terranno in debito conto le autorevolissime indicazioni ricevute”. Il Consiglio Comunale, inutile dirlo, non è stato più interpellato sulla questione mentre il tavolo tecnico-politico aveva analizzato addirittura nove proposte: quella che ipotizzava la realizzazione del Palazzo di Giustizia in corso della Carboneria, le quattro emerse dalla ricerca di mercato del 2003, il progetto Arcipelago e le tre del Comune, ossia, consolidamento, concentrazione e decentramento urbano. Tante e sempre più confuse idee sulla soluzione dell’intricato groviglio edilizia giudiziaria e carceraria a Bari….
  
 Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 4 Agosto 2011

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