Cronaca

Emiliano non demorde, anche senza la tessera la sua presenza nel partito sarà la stessa

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, neppure dopo il suo mancato rinnovo della tessera al Pd rinuncia all’attività di partito che, stante alla sentenza della Corte costituzionale da lui stessa richiamata, è inibita dall’Ordinamento giuridico anche ai magistrati in aspettativa per l’espletamento di incarichi elettivi. Infatti, il governatore pugliese, intervenendo a Foggia  alla cerimonia di posa della prima pietra di un cantiere dove sorgeranno otto alloggi
di edilizia pubblica residenziale, ha ironizzato con alcuni giornalisti affermando: “Curo il Partito Democratico affettuosamente da molti anni come assessore alla Sanità e mi auguro che guarisca al più presto”. E, continuando, ha ribadito ciò che aveva già comunicato qualche giorno fa, quando aveva annunciato di non aver rinnovato la tessera al Pd in ossequio a quanto stabilito con una pronuncia dello scorso mese di luglio dalla Corte costituzionale, che ha rigettato le eccezioni di incostituzionalità sollevate dai difensori di Emiliano nel procedimento disciplinare a suo carico pendente al Csm (Consiglio superiore della magistratura), a seguito di possibili violazioni delle norme che vietano ai magistrati di svolgere attività di partito. E, quindi, a maggior ragione dette norme inibiscono ai togati (anche se in aspettativa) di tesserarsi o assumere ruoli dirigenziali in partiti politici. Cosa, questa, che Emiliano – come è noto – ha svolto in Puglia da quando nell’Ottobre del 2007 si fece eleggere segretario regionale del Pd, fino a fondare, lo scorso anno, addirittura una propria corrente interna a quel partito, per partecipare in competizione con l’ex premier Matteo Renzi e l’allora ministro Andrea Orlando alla corsa delle primarie per la segreteria nazionale. “Per una questione tecnica non potrò più avere la tessera – ha ribadito Emiliano a Foggia – però non cambierà nulla”, perché – ha affermato inoltre il governatore – “Io sono il capo politico della coalizione del centrosinistra della Puglia e, quindi, non posso non occuparmi del Pd. Spero che il partito nel resto di Italia si riprenda dal coma nel quale è caduto. Dopodiché noi in Puglia abbiamo fatto sempre il nostro dovere”, sottolineando: “Abbiamo una grande forza che é fondata sull’azione e non sul posizionamento ideologico”. E “qui – ha chiosato ancora Emiliano – abbiamo vinto tutte le elezioni anche quelle dopo il 4 marzo”. Insomma, l’ex-pm antimafia della Procura barese, dal 2004 in aspettativa dall’Ordine giudiziario per adempiere a mandati elettivi e con una breve parentesi anche da assessore al Comune di Sansevero tra il 2015 ed il 2015, a tenersi fuori dalle beghe politiche di partito non ci pensa neanche neppure dopo aver conosciuto l’esito delle eccezioni sollevate circa l’interpretazione delle norme del D. Lgs.vo n109/2006 e della L. n.269/2006, che vietano ai magistrati l’attività politica di partito.  A questo punto – a detta di qualcuno – non resta che ipotizzare che recentemente “Emiliano non ha più rinnovato la sua tessera di partito, alla vigilia della ripresa del procedimento disciplinare in corso dinanzi all’apposita Commissione del Csm, perché così facendo forse spera in una sorta di attenuante nella decisione”. Infatti, secondo qualche bene informato, l’attenuante forse sperata potrebbe essere quella di ottenere un semplice richiamo, per la condotta avuta come magistrato in aspettativa violando il divieto di partecipare attivamente alle attività di partito, anziché una sanzione, che potrebbe concretarsi con un ammonimento. E, quindi, con una sorta di “macchia” ai fini della progressività di carriera per anzianità (a questo punto, per lui, verosimilmente a soli fini pensionistici!) Ma se così fosse, chi nel Pd ha forse pensato di potersi liberare facilmente di Emiliano nel partito pugliese, dopo la fatidica ricordata sentenza della Corte costituzionale dello scorso Luglio, dovrà ricredersi perché anche dopo l’esito verosimilmente scontato della Commissione disciplinare del Csm, alla luce di quanto lo stesso governatore ha dichiarato ultimamente anche a Foggia, la sua presenza nell’attività politica interna al Pd locale sarà punto e a capo. Anzi, verosimilmente anche peggio di prima.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 10 Dicembre 2018

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