Emiliano non ha ancora scelto chi sostenere per la segreteria del Pd
Il governatore pugliese e leader della corrente “Fronte democratico” interna al Pd, Michele Emiliano, non ha ancora scelto il nome da sostenere al prossimo congresso nella corsa per la segreteria nazionale. Infatti, il presidente della Regione Puglia, da Bruxelles rispondendo a margine dell’assemblea di Nereus, la rete delle regioni che usano tecnologie spaziali, a chi gli ha chiesto se abbia deciso chi voterà per la segreteria del Partito democratico, ha dichiarato: “Non faccio ancora nessun nome. Sto attendendo che dicano, al di là dei nomi e dei cognomi, di cosa si vogliono occupare i candidati. Nessuno si sta caratterizzando per specifiche proposte programmatiche”, aggiungendo: “Penso che i candidati avranno tempo di esprimersi sui programmi, che per me sono molto importanti”. Poi, ha concluso il ragionamento sul tema commentando: “E’ chiaro che potrà sperare nel mio voto chi mi darà più garanzie su argomenti come ambiente, Ilva, Tap, decarbonizzazione, gestione della povertà, un’idea della scuola e della formazione pubblica più aperta a chi non ha possibilità, e una spinta al processo di unità europea senza atteggiamenti di pura difesa dell’esistente. Per la cronaca, ricordiamo che Emiliano all’ultimo congresso del Pd, svoltosi circa un anno e mezzo fa, si era cimentato nella corsa alla segreteria sfidando alle primarie l’ex premier Matteo Renzi e l’allora ministro alla Giustizia, Andrea Orlando. Il governatore pugliese – come si ricorderà – si classificò terzo, raccogliendo appena il 5% dei consensi tra gli iscritti al partito ed il 10% circa tra i votanti ai gazebo. Ma di tale risultato il pieno dei voti, vale a dire circa la metà dei quasi 200mila voti ottenuti alle primarie per la segreteria, Emiliano lo ottenne in Puglia, mentre la restante metà dei consensi gli rivenne in modo sparso da tutte le altre regioni. Dati, questi, che lo ha poi consacrato a leader di dimensione regionale, in particolare pugliese, essendo risultata la Puglia la sua principale ed unica roccaforte di voti anche all’interno del suo stesso partito. Per cui, stante anche a queste sue recenti dichiarazioni, è chiaro che sta volta Emiliano non dovrebbe essere della partita nella corsa alla segreteria nazionale del Pd, come non lo saranno anche i suoi es sfidanti, Renzi ed Orlando. Ciò non toglie, però, che Emiliano verosimilmente si giocherà comunque una sua partita al prossimo congresso del Pd. Una partita chiaramente tutta pugliese, in quanto per lui in ballo c’è l’orizzonte della riconferma a candidato presidente della Regione del centrosinistra nel 2020, dove Emiliano spera di poter nuovamente ottenere il via libera anche del Pd nazionale, e quindi del futuro segretario, per essere il candidato indiscusso del partito alla guida della coalizione di centrosinistra. Candidatura, quest’ultima, che – come è noto – da tempo è stata messa in discussione da taluni esponenti del suo stesso partito, a seguito sia dei risultati non entusiasmanti della sua gestione della Puglia, sia soprattutto per i contrasti e prese di posizione che lo stesso Emiliano da presidente della Puglia ha avuto nei confronti dei governi a guida Pd, con Renzi prima e Gentiloni dopo, oltre che con ministri facenti parte di detti governi e, per giunta, del suo stesso partito. Quindi, non è da escludere affatto che Emiliano questa volta prima di dare il proprio sostegno ad uno dei candidati in corsa per la guida del Pd, oltre a voler sapere su ciò che ha dichiarato da Bruxelles a margine dell’assemblea di Nereus, vorrà sicuramente garanzie sul suo futuro politico. Un futuro che, così come stanno le cose, per lui nel Pd non può che essere solo pugliese, almeno per ora. Ma potrebbe accontentarsi solo di questo Emiliano? Probabilmente no. Infatti, è probabile che il leader di “Fronte dem”, nelle trattative per la scelta del nome a cui dare l’appoggio in Puglia alla corsa per la segreteria nazionale del Pd, abbia anche altro in serbo da chiedere. E dalle risposte che avrà, sicuramente Emiliano capirà anche quale potrà essere il suo futuro politico nel Pd. Un futuro il cui orizzonte, al momento, sembrerebbe addirittura offuscato financo per le prossime regionali. Però, come è noto, essendo la politica è l’arte dell’impossibile, non è da escludere che Emiliano, dopo l’esperienza negativa della sua candidatura a segretario nazionale, possa aver ridimensionato i suoi sogni politici ed abbia messo – come suole dirsi – i piedi a terra. Per cui, questa volta, è possibile che nelle trattative interne per la scelta del prossimo segretario del Pd, scenda dal piedistallo di “Fronte dem”, oltre che a più miti consigli, e decida di mettersi politicamente al servizio di colui che, anche grazie al suo appoggio, avrebbe più possibilità di diventare segretario del partito. In tal caso Emiliano potrebbe passare da leader assai discusso a leader indiscusso del Pd pugliese. Ma per far ciò avrebbe sicuramente bisogno di liberarsi dei “finti mediatori” che finora trattavano su suo mandato con i vertici romani del Pd al solo evidente scopo di circoscrivere la sua leadership regionale e contestualmente crearne delle alternative. Un doppiogiochismo, forse concordato dallo stesso Emiliano, ma che probabilmente gli ha solo procurato danni sul piano politico interno al partito, tanto da averlo portato alla situazione in cui attualmente si ritrova nel Pd.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 30 Novembre 2018