Primo Piano

Emiliano non molla ed insiste per un appoggio esterno del PD a Di Maio

Il governatore pugliese, Michele Emiliano, non molla la sua idea di un sostegno esterno del Pd ad un governo monocolore del M5S a guida Luigi Di Maio. Infatti, il presidente della Regione Puglia e leader di una corrente di minoranza, “Fronte democratico”, interna al partito di Largo del Nazzareno, parlando  del dibattito sorto dopo le dichiarazioni di Walter Veltroni di valutare la possibilità, con la “regia del Colle”, di una possibile apertura del Pd al dialogo con il M5S, ha dichiarato: “Mi pare evidente che quello che sembrava, nella settimana precedente le elezioni e subito dopo, una idea un po’ sui generis che avevo affacciato in diversi interventi”. E cioè, ha spiegato Emiliano, “quella del sostegno esterno a un governo del Movimento 5 Stelle con indicazione specifica dei punti che il Partito democratico si sentiva di sostenere nella attività parlamentare di un governo del M5S, stia diventando chiaramente l’unica possibilità reale” per dare una via d’uscita al governo del Paese dopo il,voto del 4 marzo scorso. Quanto, poi, alle dichiarazioni della maggioranza dei Dem che insistono nel voler stare fuori da qualsiasi accordo di governo, andando in Parlamento all’opposizione, Emiliano ha sottolineato che “non si capisce bene a che cosa, perché tutti stanno riflettendo che questo sistema elettorale è proporzionale, non è maggioritario, e quindi non ci sono maggioranze e opposizioni definite dal voto”. Infatti, ha rilevato Emiliano: “questo credo che Renzi, che con Rosato ha scritto questa legge (ndr – elettorale), dovrebbe averlo capito”. E “quindi – ha proseguito il governatore – se siamo d’accordo che un sistema proporzionale mira a fare programmi e governi dopo le elezioni, e che in questo caso non sussistono, secondo me, i presupposti per una alleanza con il Movimento 5 Stelle, il sostegno esterno da parte del Pd al M5s è di fondamentale importanza per dare un governo al Paese”. “Ma sopratutto – ha aggiunto ancora Emiliano – per evitare la saldatura tra il M5s e Salvini. Perché questa e’ un’operazione che secondo me mette a rischio la tenuta dell’Italia nell’Unione europea, nella Nato”. E più in generale, per  il leader di “Fronte dem”, è “operazione politicamente rischiosissima, perché sposterebbe il Movimento 5 Stelle da un posizionamento naturalmente progressista, quale è quella in cui in questo momento è collocato, ad un disegno filo Lepenista, che sarebbe tutt’altro. Emiliano, infatti, ha ribadito di ritenere che ora il Pd debba usare “pienamente il 18%” ottenuto alle elezioni: “Perché – ha sottolineato il governatore pugliese – quel 18% é decisivo per formare qualunque governo”. Infatti, per Emiliano si potrebbe ben dire, come accadeva al partito Socialista durante i governi del pentapartito, che il Pd è decisivi per fare un governo. E, quindi, il dem potrebbero influenzarlo fortemente.  Ed evidenziando i propri timori per una “saldatura” tra Lega e pentastellati, Emiliano ha aggiunto: “La gioia di tutti i leader della destra europea all’arrivo di Salvini al Parlamento europeo con l’intento di distruggere l’Unione europea, e distruggere i settant’anni di pace che hanno consentito alla mia generazione di non vedere mai una guerra, mi ha fatto venire realmente i brividi”. “Mi auguro – ha aggiunto ancora Emiliano – che questo spinga il Pd, come ha detto Martina che condivido nella sua attività, a non stare sull’Aventino ma a partecipare alla fase politica con grande attivismo nonostante il cambio di direzione”. “Il cambio di direzione era necessario – ha concluso Emiliano – e adesso bisognerà dimostrare che quel cambio di direzione è reale, facendo politica con pienezza e utilizzando totalmente questo 18 per cento”. A contestare tali affermazioni del presidente della Regione è intervenuto dal fronte del centrodestra pugliese il neo riconfermato deputato barese di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, che con una nota ha dichiarato: “Con le sue ennesime dichiarazioni che riguardano tutto tranne che la Puglia, Michele Emiliano si dimostra uomo senza fede, se non nel suo ipertrofico io”. Infatti, per Sisto, il governatore pugliese, “calpestando il pronunciamento degli elettori, che hanno individuato nella coalizione di centrodestra l’area politica più affidabile per la guida del Paese, propone alchimie diverse nella speranza di chissà quale tornaconto individuale”. Però, ha detto il coordinatore forzista di Bari e provincia, ricordando quanto diceva un direttore didattico a chi criticava la sua rigorosità, “Parlare non è obbligatorio”, perciò – ha concluso Sisto – “meno parole e più fatti per la Puglia sarebbero oltremodo graditi”. In effetti, le insistenti esternazioni del leader di “Fronte dem” sulla linea nazionale del suo partito appaiono forse un po’ troppo interessate per un governatore regionale come Emiliano che, già da prima del voto delle politiche, ha nella sua maggioranza di governo locale sicuramente molte “gatte da pelare”, vedi il “caso politico” dell’assessore al Welfare, Salvatore Ruggeri dell’Udc e quelle delle deleghe assessorili sospese e non ancora attribuite. Ma Emiliano, come è suo solito fare, tenta sempre ad avere, per una sua ossessiva presenza sulla scena politica, un piede a Bari e l’altro a Roma. E spesso forse dimentica pure di essere solo un presidente di Regione, anche se leader di una minoranza interna al suo partito, per cui insiste anche nel voler dettare linee ed indirizzi politici non di sua stretta competenza. Infatti, il governatore pugliese sa bene che in politica “mai dire mai” soprattutto quando, come nel caso delle possibili soluzioni per il governo del Paese dopo 4 marzo, “le vie del Signore potrebbero essere infinite”, compreso quella da lui proposta ed ampiamente minoritaria nel suo partito.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 20 Marzo 2018

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio