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Emiliano ossessionato da Fitto e dalla riforma di Calderoli

Per il Presidente della Regione, spaventa la stretta sui fondi e l'autonomia differenziata del ministro leghista per il divario tra il Nord e il Mezzogiorno

Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è verosimilmente ossessionato dal ministro pugliese del governo di centrodestra, Raffaele Fitto di “Fratelli d’Italia”, e dal provvedimento in discussione alla Camera che, a distanza di ben 53 anni dall’entrata in funzione delle Regioni a statuto ordinario, nel nostro Paese dovrebbe introdurre la cosiddetta autonomia differenziata. O, almeno, questa è l’impressione suscitata in molti cittadini dal governatore pugliese, quando i temi toccati hanno una qualche attinenza sia con il ministro per il Sud ed il Pnrr del governo Meloni che la riforma riguardante l’autonomia finanziaria delle Regioni e, quindi, la nuova forma di regionalismo promossa dal governo di centrodestra guidato dalla leader di Fdi, Giorgia Meloni, sotto la spinta del suo ministro agli “Affari regionali”, il leghista Roberto Calderoli. Emiliano, infatti, parlando a margine della prima giornata barese del 14° Forum nazionale dei giovani imprenditori, ha dichiarato: “Qui non circola un soldo, tutti i soldi italiani ed europei sono bloccati nelle mani del ministro Fitto, c’è un crollo della produzione industriale, del Pil, delle entrate e dell’Iva” e proseguendo ha aggiunto: “Se si bloccano tutte le fonti di finanziamento di un Paese per oltre un anno lo si manda in stallo, ed è quello che sta accadendo” in Italia. Emiliano ha poi commentato che “ci vuole il coraggio di qualcuno, per esempio il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che gli dica che il re è nudo e che tutto quello che è avvenuto in questo periodo è un rallentamento insopportabile di un normale ciclo economico, che avremmo potuto affrontare molto meglio se non ci fosse stata questa mania di bloccare la distribuzione dei fondi ai titolari”. E fra questi – ha evidenziato Emiliano – “ci sono cinquemila imprese pugliesi che aspettano di avere questi fondi, in attesa che lui si senta confortato non so da quali controlli”. Ora però, per il presidente della Regione Puglia, “la misura è colma”.  Infatti, sempre a margine del Forum barese dei giovani imprenditori, il governatore pugliese ha pure dichiarato che “il ministro Fitto dovrebbe spaventarci” più della recente manovra economica del governo Meloni, in quanto Fitto, “non avendo fatto entrare soldi dalle tasse, perché gli italiani si sono impoveriti in questo anno, ha ridotto il governo a non avere i soldi per fare nulla”. Emiliano ha anche spiegato che “una manovra finanziaria, che è basata su una massa mobile di quattro miliardi di euro, è meno di un bilancio regionale”. E ciò, per Emiliano, non sarebbe neppure da commentare. Invece, sull’attuazione dell’autonomia differenziata, il Presidente della Regione Puglia, intervenendo in audizione alla Commissione parlamentare per le questioni regionali della Camera dei Deputati, ha affermato: “Spero che il Parlamento ponderi adeguatamente il provvedimento sull’autonomia differenziata prima di cedere con esso la propria sovranità a meccanismi di modifica della Costituzione che, sia pure previsti dalla Costituzione stessa, secondo il mio giudizio, la contraddicono”. “Il provvedimento in discussione – ha poi spiegato Emiliano – adotta una procedura abbreviata per introdurre modifiche che incidono sui poteri delle Regioni e toccano il cuore della macchina dello Stato e la tenuta sociale e finanziaria del Paese; tale provvedimento non può non rispettare tutte le altre norme della Costituzione. Noi, invece, siamo davanti a un’operazione che non ha molti precedenti al mondo”. Pertanto, Emiliano ha chiesto al Parlamento che prima di procedere a questa cessione di sovranità, utilizzi un principio di precauzione analogo a quello che si utilizza per le norme ambientali. Per cui, venendo al nodo delle risorse, ha affermato: “Nel provvedimento posso dire senza tema di smentita che i criteri per la determinazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie che possono essere trasferite alle Regioni ad autonomia differenziata non sono preventivamente stabiliti, in quanto “tutto viene rinviato all’intesa tra Governo e Regioni, con l’aggravante che su questa intesa il Parlamento potrà esercitare al massimo un diritto di veto, senza poter intervenire sul suo contenuto”. Ed anche questo per Emiliano “rappresenta un vulnus” che si augura possa essere risolto in sede parlamentare. “Questo provvedimento – ha aggiunto Emiliano – viene spesso contrabbandato come qualcosa che viene fatto per il Sud, per superare la questione meridionale”. Invece, per il governatore pugliese, bisognerebbe essere “sinceri” sull’argomento, in quanto “non si può raccontare questa storia al popolo italiano, perché è evidente che il Mezzogiorno avrà più difficoltà proprio per le questioni di finanza pubblica e di irrigidimento del bilancio generale dello Stato”. Ma se la tesi sostenuta da Emiliano fosse fondata, peccato allora che il governatore pugliese di centrosinistra davanti alla predetta Commissione della Camera abbia dimenticato di rilevare anche che l’autonomia differenziata “partorita” recentemente dal ministro Calderoli è figlia soprattutto di una riforma sbagliata del 2001, voluta dall’allora maggioranza governativa di centrosinistra, che ha modificato il Titolo V della nostra Carta costituzionale del 1948 in senso meno garantista, sul piano sostanziale, per l’unitarietà dello Stato, spalancando così le porte alle possibili storture che potrebbero verificarsi a livello finanziario tra regioni del Nord e del sud Italia e  denunciate dallo stesso Emiliano. Ma questo, però, è tutto una altro discorso.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Ottobre 2023

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