Emiliano presenta il suo ddl anti omofobia e transfobia nel segno di Negro
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), ha presentato a Bari un disegno di legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale. “Da sempre la Puglia è in prima linea per la lotta alle discriminazioni e alle violenze nei confronti della libertà altrui” – ha esordito il governatore pugliese alla conferenza di presentazione del ddl, aggiungendo: “In questo caso è in prima linea per tutelare l’identità di genere, la libertà affettiva e sessuale, le scelte di vita della comunità Lgbtqi (ndr – Lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali) che sin da quando ero sindaco di Bari abbiamo considerato con grande attenzione e come un fattore di progresso di tutta la nostra comunità”. Una presentazione avvenuta ricordando l’assessore pugliese al Welfare, Salvatore Negro (Udc), scomparso martedì scorso a Lecce. Infatti, durante il suo discorso di presentazione del ddl Emiliano, tra l’altro, ha detto: “Totò Negro era parte di questa cultura di inclusione. È stato felice di essere assessore al Welfare, e di affrontare le sfide anche del cambiamento. Ha lavorato a questa legge al fianco di Titti De Simone e idealmente ha unito la nostra comunità al di là di tutti gli stereotipi, raggiungendo un risultato politico che noi dobbiamo manutenere. Questa legge serve quindi anche alla manutenzione della civiltà che abbiamo raggiunto”. Però, a contestare tale iniziativa legislativa di Emiliano e della sua giunta, ma soprattutto la tempistica di approvazione da parte dell’esecutivo regionale , avvenuta in concomitanza con la scomparsa dell’assessore Negro e l’abbinamento al nome di quest’ultimo dell’intero contenuto del ddl, è stato il consigliere regionale di centrodestra Andrea Caroppo, eletto nel 2015 nelle fila di Forza Italia e di recente passato al partito di Matteo Salvini. Durissima la presa di posizione di Caroppo in merito al c.d. “ddl omofobia” approvato martedì dalla Giunta regionale pugliese appena poche ore dopo la morte di Negro e presentato mercoledì, giorno dei suoi funerali. Infatti, ha commentato con una nota Caroppo: “Lo dico a funerali terminati: approvare ieri e presentare oggi un ddl con la presunta firma dell’assessore al welfare proprio mentre il povero Totò Negro ci ha lasciati, al solo verosimile fine di paralizzare qualunque obiezione sul merito della folle iniziativa della Giunta, è un atto di inqualificabile sciacallaggio”. E, proseguendo, il neo rappresentate leghista alla Regione Puglia ha aggiunto: “E’ un’iniziativa folle, ideologica e liberticida che, dietro la bella formula del contrasto alle discriminazioni e sul presupposto di un’emergenza assolutamente inesistente (la Puglia non vive alcuna criticità da questo punto di vista), punta a realizzare quella che Papa Francesco definisce la ‘colonizzazione ideologica’ gender, una rieducazione finalizzata a convincerci tutti, a partire dai bambini, che non esistono il sesso maschile e femminile ma infiniti ‘generi’ tra i quali ciascuno sceglie a piacimento”, spiegando che la “colonizzazione ideologica cui la Giunta Emiliano intende contribuire privando le famiglie del loro diritto a educare i propri figli e mettendo il bavaglio alla stampa regionale”. Però, Caroppo non si è limitato ad una generica contestazione, ma ha pure affrontato nel merito il contenuto del ddl anti-discriminazioni di Emiliano. Infatti, ha rilevato nella nota: “ L’art. 3 prevede la rieducazione di insegnanti e personale scolastico, l’art. 8 il sindacato sui contenuti della programmazione, anche pubblicitaria, televisiva e radiofonica” ed ha aggiunto: “Per intenderci, Emiliano e i suoi vorrebbero impedire che nelle scuole e sui media pugliesi qualcuno si azzardi a proporre il matrimonio come l’unione stabile di un uomo e di donna o si dica contrario all’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso”. Quindi, ha concluso Caroppo in aperta ed evidente polemica politica con il governo regionale pugliese: “Ancora una volta, registriamo che, incredibilmente, al primo posto dei pensieri di Emiliano e dei suoi assessori non ci sono i pugliesi senza lavoro e senza casa, che emigrano, che non fanno figli, senza livelli minimi di assistenza sanitaria e costretti ai viaggi della speranza, messi in ginocchio dalla crisi dell’agricoltura…ma queste bandierine ideologiche che, peraltro, non ci si fa scrupolo di sventolare in un giorno che era e avrebbe dovuto rimanere di lutto e di silenzio”. E mentre l’esponente pugliese del partito di Salvini ha contestato questa iniziativa legislativa del governatore Emiliano anche nei contenuti, un altro autorevole rappresentante dello stesso partito, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni (Lega Nord-Salvini), su Twitter rispondeva all’invito del suo omologo pugliese, dichiarando: “Caro Emiliano, accetto la tua proposta: sono pronto a incontrarti (anche a Bari) per discutere con te di come contrastare l’omofobia e per lavorare insieme per rafforzare l’autonomia delle Regioni”. Infatti, in precedenza Emiliano – sempre su Twitter – aveva lanciato a Maroni una proposta di collaborazione contro l’omofobia, offrendo in cambio la sua per una maggiore autonomia delle Regioni. Infatti, dopo l’accettazione di Maroni, il presidente della Puglia ha risposto al governatore della Lombardia per fargli sapere: “Sono felice che la nostra
collaborazione prosegua bene anche nella lotta all’omofobia. Ti aspetto in Puglia per parlare anche di autonomia delle nostre Regioni!!!” In definitiva, la campagna elettorale per il rinnovo di Camera e Senato è alle porte, ma per il leader Pd di “Fronte democratico”, Emiliano per l’appunto, e per il “salviniano” della Lega Nord, Maroni, è già iniziata. Infatti, la corsa ad accaparrarsi le simpatie elettorali, e quindi i voti, della comunità dei Lgbtqi e degli “autonomisti” è partita da tempo non solo nel Lombardo-Veneto, ma anche in Puglia. Dove a pensarci per il centrosinistra è il governatore Emiliano che, già dai tempi in cui era sindaco di Bari, è perennemente in campagna elettorale. Ed ora ancor di più, visto che la sua leadership politica ha assunto una dimensione nazionale.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 16 Novembre 2017