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Emiliano presenta il suo “fronte” interno a Renzi e Orlando

Non è ancora in condizioni di deambulare autonomamente il governatore pugliese, Michele Emiliano, dopo l’intervento subito alla gamba destra meno di quindici giorni fa, a seguito della rottura del tendine d’Achille durante un ballo elettorale in Calabria, contrariamente alla sua corrente interna al Pd, denominata “fronte democratico”, che invece si muove già a pieno ritmo nel partito per raccogliere consensi sul nome del proprio leader, Emiliano per l’appunto, alle primarie del prossimo 30 Aprile. Infatti, il presidente della Regione Puglia, alla conferenza stampa di presentazione dei 142 candidati della sua mozione congressuale tenutasi in un grande albergo della periferia a nord del capoluogo, è giunto facendosi aiutare dai suoi collaboratori e muovendosi ancora con l’ausilio delle stampelle, ma l’entusiasmo, la grinta e la forza d’assalto verbale del discorso pronunciato alla presenza di cronisti e fedelissimi sono sempre le stesse, ossia quelle dimostrate nelle occasioni precedenti all’infortunio al tendine. All’incontro di presentazione delle tre liste (Noi per Emiliano, La Puglia per Emiliano ed Emiliano per l’Italia) formate a sostegno della candidatura di Emiliano contro Matteo Renzi ed Andrea Orlando per la segreteria nazionale del Pd si sono presentati in tanti tra i sostenitori storici dell’ex pm dell’antimafia barese, esponenti della giunta regionale e semplici attivisti del Pd locale che ruotano nell’orbita politica del governatore pugliese sin dal tempo in cui era sindaco di Bari e segretario pugliese del partito. Ma a dar manforte alla scenografia di presenze hanno pure partecipato alcune “new entry” del centrosinistra pugliese, come il sindaco di Bisceglie, Francesco Spina, passato di recente dal centrodestra al Pd, e la consigliera comunale di Bari, Anita Maurodinoia, anch’ella eletta (nel 2014) nelle fila del centrodestra con la lista Schittulli, ma passata poi con il governatore Emiliano alla vigilia delle regionali del 2015, quando fu candidata nella lista del Pd della circoscrizione di Bari per un posto nell’Assemblea di via Capruzzi. E c’erano pure alcuni veterani del centrosinistra barese, come Onofrio e Pierluigi Introna, padre e figlio, entrambi ex Sel , che ora però sono nel Pd al seguito di Emiliano. “Siamo l’unica mozione in grado di vincere le elezioni” ha esordito il governatore della Puglia nel suo discorso di presentazione delle liste che lo sosterranno alle primarie per la segreteria, intendendo chiaramente per “elezioni” quelle “vere”, ossia le politiche e non certo quelle del 30 Aprile prossimo, dove la scelta è solo tra chi (lui, Renzi od Orlando) dovrà guidare il Pd per i prossimi quattro. Emiliano, infatti, non perde occasione per trasformare l’incontro con la stampa anche in un’utile pretesto per ricordare alcune delle sue lotte condotte all’interno del Pd, dalla Tap alla ‘Buona scuola’, al tempo del governo Renzi. E, quindi, per attaccare l’ex premier, ora suo antagonista per la guida nazionale dl partito, oltre che per ricordare il giovane dirigente e suo collaboratore regionale, Stefano Fumarulo, scomparso prematuramente la scorsa settimana. E, dopo il ricordo dell’esperto dirigente scomparso, Emiliano si cimenta a sottolineare: “Abbiamo dimostrato di essere capaci di recuperare nella lotta alla mafia e nella sottoutilizzazione delle risorse europee. Questa è una Regione che spende tutti i fondi europei a sua disposizione senza scandali: chissà cosa potremmo fare se avessimo a disposizione risorse e energie in più”. Ma non è questo il tema su cui si spende maggiormente, perché prosegue il suo discorso ritornando all’attacco diretto del suo principale antagonista nella sfida delle primarie, ossia Renzi, affermando: “Siamo lontani dalle lobby. L’unica lobby che vogliamo sostenere è quella di chi non conta nulla”. E poi ancora: “E’ un congresso strano, con rito abbreviato”. Poi cita l’esclusione delle sue liste dalla Lombardia e descrive un Pd “non legato all’uomo solo al comando” perché “ci siamo candidati per tenere viva la tradizione fondativa che viene dalla Resistenza, dal movimento operaio, contadino e disobbedienza civile. Non siamo populisti, ma uomini liberi”. E qui l’affondo a Renzi si fa ancor più incisivo quando Emiliano ha dichiarato: “Non ci sarebbero stati 1.000 giorni di governo così sfortunati se questa libertà fosse stata garantita nel partito”, ricordando le poco fortunate riforme renziane  del Jobs act, della ‘Buona scuola’ e soprattutto l’errata della riforma costituzionale, sonoramente bocciata dal popolo italiano al referendum dello scorso 4 dicembre. Arriva poi il momento delle presentazioni dei 142 candidati, di cui 62 donne ed 80 uomini, e fa i nomi di alcuni di loro, che vanno dai giovanissimi Chiara Cazzato e Federico Falco al più anziano Gaetano Delzio, alla cui citazione Emiliano ci tiene a precisare che: “Noi non rottamiamo nessuno”. Poi, il governatore pugliese lascia intendere chiaramente le proprie simpatie per il M5S e cita la commissione regionale antimafia, istituita recentemente ed affidata alla guida di un esponente pentastellato, Rosa Barone. Simpatie, per altro, già esternate in mattinata a Giovanni Minoli durante un’intervista radiofonica nella trasmissione Mix 24 su Radio 24. Emiliano non ha avuto alcuna difficoltà ad evidenziare al suo “esercito di combattenti” di questa battaglia congressuale che la tenzone è sicuramente dura, però, come affermava Che Guevara, noto leader della rivoluzione cubana molto caro al suo collaboratore scomparso improvvisamente la scorsa settimana, “chi lotta può vincere, ma chi non lotta ha già perso”. Di qui l’invito ai “suoi” a mobilitarsi, perché – ha concluso il governatore – “possiamo e ci dobbiamo riuscire a vincere queste primarie”. E, come è noto, finché c’è guerra, c’è ancora speranza anche per Emiliano nella sfida interna al Pd contro Renzi ed Orlando nella corsa alla segreteria nazionale del partito. 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 19 Aprile 2017

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