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Emiliano pronto a portare in giunta Azione e M5S, ma il Pd frena

Si susseguono le voci di un possibile rimpasto a spese delle assessore Matrangola e Triggiani, però i dem o parte di essi preferiscono tenere il governatore sulla graticola

Nonostante la smentita del segretario pugliese del Pd, Domenico De Santis, che alla Regione Puglia “allo stato non è in atto nessun rimpasto di Giunta”, le voci su un possibile ed imminente “giro di valzer” nell’esecutivo guidato da Michele Emiliano continuano a tenere banco nella cronaca politica regionale. Infatti, l’ipotesi di sostituire le due assessore esterne, Matrangola e Triggiani, per far posto a due assessori politici interni al Consiglio regionale, rispettivamente di Azione e Movimento 5 Stelle, anche se con qualche imbarazzo, si fa breccia sempre con più insistenza nei corridoi del Palazzo di vetro barese di via Gentile. Difatti, l’ipotizzata sostituzione da parte di Emiliano delle due assessore tecniche, rispettivamente alla Cultura ed all’Ambiente, con due nomi politici proposti da Azione ed M5S è una soluzione necessaria al governatore Emiliano per chiudere il cerchio del rimpasto di giunta e mettere al sicuro i “numeri” a suo sostegno in consiglio. Il segretario dei dem pugliesi ha smentito il rimpasto, però non lo ha neppure escluso, chiarendo anche che “una eventuale discussione si aprirà a valle del percorso concordato in maggioranza dopo l’approvazione della legge sul nucleo investigativo regionale”. “A quel punto – ha precisato De Santis – ragioneremo dentro il partito e successivamente con le forze di maggioranza, assieme al presidente Emiliano, del perimetro della coalizione e delle priorità programmatiche che interessano ai pugliesi”, perchè “l’obiettivo – per i dem – rimanere sempre lo stesso”. Ovvero “costruire alleanze larghe delle forze alternative al Governo nazionale per costruire l’alternativa” alle prossime politiche. Infatti, il governatore Emiliano, come è solito fare in questi casi, né smentisce né conferma l’ipotesi di imminente rimpasto, poiché la rimozione delle due assessore tecniche Matrangola e Triggiani a meno di sei mesi dalla loro nomina potrebbe apparire come uno schiaffo istituzionale e professionale alle stesse, oltre che un flop politico del rimpasto effettuato appena cinque mesi fa, dopo il diktat romano della segretaria dem, Elly Schlein, al Pd pugliese, a seguito delle note vicende giudiziarie scoppiate in Puglia alla vigilia delle elezioni europee. L’uscita di scena di Matrangola e Triggiani, dopo un periodo così breve nell’esecutivo regionale rappresenterebbe anche un problema sul piano personale per Emiliano, considerato il suo stretto legame fiduciario con esse. Infatti, il governatore sa bene di avere la necessità di stabilizzare il perimetro della sua maggioranza in Consiglio, perché senza i voti di Azione ed M5S quasi sicuramente non sarebbe più tale e quindi una rappresentanza in giunta di calendiani e pentastellati per Emiliano dovrebbe essere praticamente ineludibile, considerati i rischi che il governatore correrebbe in Aula nell’ultimo anno di legislatura. Infatti, la soluzione prospettata al governatore dalle stesse forze politiche che chiedono l’ingresso in giunta a discapito di Matranga e Triggiani è quella di un risarcimento con altro incarico per le due assessore esterne. Infatti per Matrangola potrebbe prospettarsi l’incarico di dirigente dell’Antimafia sociale, posto vacante – come è noto – da 13 mesi, o di consigliere delegato nella stessa materia. Per Triggiani, invece, potrebbe essere già pronto un posto di spicco in una società partecipata regionale. Ma evidentemente il problema vero per Emiliano non è verosimilmente quello di rimuovere dopo breve tempo dalla nomina le due assessore esterne, né tantomeno di come e dove collocarle in altro incarico. Infatti, l’effettivo problema è quasi sicuramente politico ed è quello di portare in giunta soprattutto il rappresentante di Azione, sul quale penderebbe verosimilmente il veto del Pd pugliese, o di parte di esso. Per questo evidentemente il presidente Emiliano continua a prendere tempo per il rimpasto di giunta e nel frattempo spera che da Roma giunga il disco verde all’allargamento del perimetro dell’esecutivo ad Azione, oltre che ai “5 Stelle”, per i quali già ora non ci sarebbe verosimilmente alcuno stop. Insomma, Emiliano vorrebbe chiudere la partita del rimpasto quanto prima, ma a tenerlo sulla graticola potrebbe essere il Pd pugliese, che invece al suo interno potrebbe avere chi pensa di tenerlo sulla graticola e quindi di logorarlo dall’interno proprio nell’ultimo anno di legislatura. “Cui prodest?” (ndr – “A chi giova?”). Di certo non ad Emiliano che, continuando a temporeggiare,  martedì prossimo in Consiglio regionale, senza la presenza dei consiglieri di Azione e del M5S, quasi sicuramente potrebbe non avere i numeri per l’insediamento della seduta, se anche le opposizioni di centrodestra dovessero disertare in blocco l’Aula di via Gentile.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 27 Settembre 2024

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